Il 2024 del Padova, il sogno sfumato e l’inizio da favola: ora la squadra è da (+) 10
L’anno dell’attuale prima della classe del girone A: dopo la mancata promozione dello scorso anno, la svolta. Vetta blindata.
A Padova vige la legge dei senza: il Santo (Antonio) senza nome, il Prato (della Valle) senza erba, il Caffè (Pedrocchi) senza porte. La città dei senza, eppure la squadra ha intrapreso un indirizzo contrario. 54 punti, 17 vittorie, 3 pareggi, 10 lunghezze di distanza dalla seconda (il Vicenza) e il titolo di Campione d’inverno. No, alla squadra – per il momento – non manca nulla.
La grande bellezza di Sorrentino. Se si dovesse associare il Padova a un film sarebbe questo. Termina un anno solare e ci si appresta a ripercorrere la propria esistenza in questo gap di tempo. Un resoconto dei fallimenti, dei successi, degli obiettivi raggiunti e di quelli sfumati.
Il 2024 del Padova è stato tutto questo. Dopo il pass per l’accesso ai playoff lo scorso maggio, il club veneto è caduto proprio al cospetto del suo storico rivale, il Vicenza. Doppia sconfitta e naufragato così il sogno della Serie B, palcoscenico che la capolista non calca da 6 anni. Ma ogni caduta riserva dei risvolti.
Lo scorso anno, il compito di vincere il titolo della categoria era stato affidato a Vincenzo Torrente, al quale poi è subentrato Massimo Oddo alla 36esima giornata. Al termine, nulla di fatto. La scelta, in estate, è ricaduta sull’ex Benevento, Matteo Andreoletti. L’uomo acclamato dal pubblico non appena mette piede in campo. L’uomo che ha saputo valorizzare la cicatrice di quell’epilogo. Verosimilmente, l’uomo giusto al momento giusto.
Bene la difesa e anche l’attacco
La macchina funziona alla perfezione. Ancora zero sconfitte in campionato, 39 reti e 9 gol subiti. La manovra offensiva, quanto quella difensiva, è sul podio anche e soprattutto per questi numeri. La retroguardia è la migliore d’Italia, nessuna come quella del Padova. D’altronde sono 11 i clean sheet registrati da Fortin e altrettanti i salvataggi di Delli Carri, il centrale di difesa.
E se da un lato, la muraglia a 3 è ineccepibile, di riflesso lo è anche l’attacco, il secondo migliore del girone. A sorprendere è il totale dei marcatori, 14, dei quali Bortolussi, con 10 reti, e Liguori, con 6, sono a capo della classifica.
10 in pagella, ma la lode?
Se all’alba della stagione, avessero chiesto al Padova di scommettere su un avvio così, probabilmente nessuno lo avrebbe fatto. Eppure, gli uomini di Andreoletti dalla vetta non sono mai scivolati. No, nemmeno di un centimetro. Una scalata verso la B che dura da qualche anno e che ora sembra – considerato lo stato mentale e fisico espresso – più concreta che mai.
The show must go on, cantavano i Queen. Dopo un girone d’andata che li ha visti i protagonisti indiscussi dalla prima alla diaciannovesima giornata – titolo confermato anche dopo il giro di boa con il Trento (0-1) – i veneti salutano il 2024, consapevoli di aver creato qualcosa di “unico”. O almeno questo è l’aggettivo utilizzato più volte dall’allenatore. Per le strade della città, una domanda sembra non aver ancora trovato una risposta: il 2025 sarà l’anno giusto? Il 10 in pagella senza debiti a gennaio è una certezza, ma per la lode bisogna attendere ancora qualche mese.