Dal gol di Sene a quello di Buonaiuto: Padova, 20 minuti ad “incastro promozione”

Festa del Padova, crediti Martina Cutrona, www.lacasadic.com
Dal gol di Sene a Lecco a quello di Buonaiuto all’Euganeo: i 20 minuti che possono aver cambiato la stagione del Padova.
L’altra partita nella partita. Quegli ultimi 20 minuti che possono cambiare la storia di una gara. O di una stagione intera. A Padova hanno capito che nel calcio si può passare dall’inferno al paradiso in pochissimi minuti; venti, per la precisione.
Tanto è passato, infatti, dal gol di Sene che ha regalato il pareggio al Lecco contro il Vicenza, a quello di Buonaiuto (una spizzata da vero rapace da pochi passi) che ha regalato la vittoria ai biancorossi. Derby veneto a distanza: è così da un’intero anno.
Dall’aggancio del Vicenza a quota 73 punti, al + 4 del Padova. Difficile da digerire. Una prima spallata al campionato per gli uomini di Andreoletti, che pure se l’erano vista brutta quando Parker (non Peter, Spiderman) aveva tessuto la prima ragnatela all’Euganeo e aveva portato il punteggio sullo 0-1. Prima del pari di Bortolussi e del gol vittoria siglato Buonaiuto, al secondo centro in Serie C in 5 presenze.
Molto di più di un’esultanza, molto di più di un gol segnato a tempo scaduto. Il gol che ha fatto esplodere l’Euganeo è anche la consapevolezza di aver scritto un capitolo importante alla corsa alla promozione diretta. Per forza di cose, quando mancano 6 giornate alla fine. Sei chilometri, come se a guidare quelle macchine ci fossero James Hunt e Niki Lauda. A proposito di testa a testa, e di bolidi ad alta velocità.
Da Sane a Buonaiuto, 20 “minuti” sopra il cielo
Non è formula una, ma Serie C, certo. Non sono tre metri sopra il cielo, ma 20 minuti. Quelli che possono aver tracciato una parabola chiara al girone A di Serie C. E pensare che non è nemmeno (anzi, per niente) la distanza più ampia tra Padova e Vicenza in questa stagione. Alla 20esima giornata, il distacco era di ben 10 punti tra le due squadre: 54 ne avevano gli uomini di Andreoletti, 44 quelli di Stefano Vecchi.
Poi la risalita, la rimonta. Tipica dei duelli che per volere di un “dio dello sport” non possono essere banali. Non lo è certamente quello tra Padova e Vicenza nel girone A, come non lo sono quelli tra Cerignola e Avellino nel girone C e ancora tra Ternana e Virtus Entella in quello B di una Serie C al cardiopalma. “Una montagna russa”, avrebbe detto Aldo Baglio. Un gioco di emozioni, di discese e salite. E sembra che il Padova sia al cambio di marcia decisivo, pur dovendo constatare l’identità camaleontica del girone A, dall’esito quasi scontato fino a poche settimane fa.

Incastro promozione
Due eventi a distanza, che sorridono al Padova. Duecentoventicinque chilometri: quelli che separano il Rigamonti Ceppi di Lecco all’Euganeo. Gli stessi (metro più, metro meno) che ci sono tra il gol di Sene e quello di Bonaiuto. “Incastri promozione” per il Padova, che rubacchia 2 punti al Vicenza proprio nel momento decisivo della stagione.
Sogni, speranze. Da inseguitrici a protagoniste assolute del proprio girone. Lo scorso anno, a questo punto del campionato, il Mantova volava incontrastato verso la Serie B, Padova e Vicenza erano saldamente al secondo e terzo posto in classifica. Quest’anno la scena se la sono presa loro, con merito. Altri 6 chilometri. Ma l’asse Lecco-Padova può aver cambiato il destino.