L’immagine della fenice come rappresentazione perfetta della Lucchese. Più volte abbattuta, ma che sempre ha saputo rialzarsi. Merito anche, e soprattutto, dell’uomo al comando della squadra. Dopo la retrocessione e il ripescaggio in Serie C, Guido Pagliuca ha riacceso i sogni e le speranze di un’intera piazza. Proprio come otto anni fa quando la riportò tra i professionisti vincendo la Serie D. Un uomo che di rinascite se ne intende. E che ora fa sognare in grande tutta la città.
Per controllare le fiamme di una fenice che brucia, serve la persona adatta. E chi meglio di Guido Pagliuca, uno che il fuoco ce l’ha dentro. Una personalità sempre viva, esuberante. Una voglia di vincere che spesso va oltre i limiti. Forza e debolezza di un carattere che lo ha portato dove è ora. A risollevare le sorti di una squadra. O meglio, di un’intera città. In mezzo alle tenebre, ha illuminato il cammino andando contro tutto e tutti. La Lucchese in campo è lo specchio del proprio condottiero. Dalla retrocessione al sogno playoff, che ora è diventato un vero e proprio obbiettivo. Pagliuca ha riportato entusiasmo. Compattezza nell’ambiente e in campo che ha permesso di battere squadre come Reggiana, Virtus Entella e Pescara e di frenare la corsa del Modena.
Intensità e organizzazione. Due elementi imprescindibili della Lucchese 2021/2022. Merito di un lavoro svolto nei minimi dettagli. Una squadra giovane (la seconda del girone dietro solo al Montevarchi) che in campo si è dimostrata esperta nella gestione dei momenti. Ha creato l’ambiente ideale per permettere a giocatori come Minala e Semprini di esprimersi al meglio. E nella sua esuberanza, Pagliuca è riuscito a trovare un equilibrio e a trasmetterlo ai propri uomini. Un rendimento casalingo notevole (solo 3 le sconfitte al “Porta Elisa”) che ha riportato i tifosi a sostenere la squadra come un tempo. L’obiettivo salvezza è stato raggiunto ma ora la Lucchese guarda avanti. I 44 punti conquistati l’hanno portata al nono posto in classifica, in piena corsa playoff. Carrarese, Grosseto e Pistoiese le tappe che mancano alla fine. Tre finali per continuare a sognare.
In pochi si sarebbero immaginati una stagione di questo tipo a Lucca. Ma Pagliuca ci ha sempre creduto. Ha domato le fiamme, della squadra e di sé stesso, in un momento complicato. Trovando l’equilibrio giusto per raggiungere gli obbiettivi anche più lontani. Fuoco vivo che continua ad ardere e che nessuno ancora è riuscito a spegnere. Proprio come i sogni di un’intera città. La rinascita Lucchese targata Guido Pagliuca è appena iniziata.
Di Filippo De Gradi
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