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Nella casa del pittore Castagnini: “Lucca, Brunori e Soleri, i miei quadri moderni…”

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Renzo Castagnini

Apre Renzo Castagnini, il pittore. Postura da fine osservatore, sguardo vigile, voce calma. Fare il pittore, alias il direttore, è difficile. Perché vivi nascostamente, vedi poco la luce del sole, il tuo cervello non può staccare mezzo minuto, deve elaborare. E il tuo corpo, le tue mani devono sincronizzare ritmicamente i pensieri della tua testa. Un lavoraccio.

Il capolavoro Lucca: “Un colpo di fulmine”

Quando poi esce il capolavoro, però, la luce la vedi. Non i riflettori accecanti di vittoria (il pittore alias direttore, non vince, costruisce), ma la luce tenue e spontanea del self (senza i, sai com’è oggi…) made man. E’ la sintesi del primo quadro, quello più bello, che si erge al centro della stanza: Lorenzo Lucca! “Un quadro modernissimo, al passo coi tempi. Oggi calcio e pittura vogliono tecnica e velocità. Linee continue, ritmiche, leggibile da ogni lato. Hai presente quella cosa che sognavi di realizzare da una vita, ma non sei mai riuscito a plasmare a pieno secondo la tua volontà? Questo, per me è Lorenzo Lucca… Un giocatore fantastico, un ragazzo eccezionale, farà strada perché è un bravo ragazzo, umile, gli piace allenarsi. E dove li trovi oggi quelli così? Io lo volevo portare a Palermo già sei mesi prima del ‘famoso’ gennaio 2020… Mi stuzzicava il fatto che un giocatore con una stazza fisica del genere, alto più di due metri, riuscisse ad avere una mobilità incredibile: fluido nella corsa, bravo palla al piede. Un colpo di fulmine, al centro della tela. E’ un ragazzo timido, un leader silenzioso, io lo prendevo in giro sull’altezza, si era creato un feeling immediato. Ci sentiamo ancora oggi, gli dico di non perdere mai quel sorriso con cui ogni giorno entrava al campo d’allenamento qui a Palermo. E’ la sua forza. E poi è un ragazzo che sa ascoltare”.

Lorenzo Lucca con l’attuale maglia del Pisa

Brunori e Soleri, le prossime tele di Castagnini

Ma il pittore, alias il direttore, non ha mai il (giusto) tempo per compiacersi del fatto. Un altro e poi un altro ancora. Bozze su bozze, tele che si affastellano. Castagnini ne ha due, in fase avviatissima di realizzazione: Brunori (5 gol) e Soleri (4 gol)… “Due quadri parimenti moderni. Linee non continue, molto colorati, eclettici. Ad ogni tocco di pennello che aggiungo, rifletto su quanto – all’esito – potranno diventare belli. Dipende da loro, hanno tutte le qualità per essere in C solo di passaggio. Soleri lo seguo da quando era in Primavera alla Roma, avrebbe potuto fare un altro percorso sì, ma le punte – Lucca è un’eccezione – hanno tempi di maturazione tardivi. Brunori lo avevo chiesto al mio amico Cherubini già un anno fa, in quell’occasione scelse la categoria, ora è qui con me: sono contento. Sono ragazzi forti, determinati, devono fare solo quel passettino mentale in più…”.

Castagnini con Giacomo Filippi, allenatore del Palermo

E poi, Palermo. Il rosa e il nero. Il Quadro con la Q maiuscola. Quello che sarebbe, forse, il capolavoro, il coup de theatre. Vincere a Palermo è un’esposizione in prima linea a Montmartre. Ma il pittore, alias il direttore, vive di equilibrio… “Per realizzare la più grande opera, serve lavorare come mai. Deve essere il nostro motto. Siamo lì, il campionato è equilibrato. In Serie C basta poco, sia per vincere che per perdere. La linea è sottile, tocca a noi mettere il tratto di pennello decisivo…”.

Sipario rosso, oltre non si può andare. Mai chiedere al pittore ciò che decide di non farti vedere. La sorpresa è l’essenza del (prossimo) quadro…

Di Lorenzo Buconi