Destinazione Serie B: il “treno” Giron, un nome tatuato sulla pelle dei tifosi
È arrivato a Palermo tra lo scetticismo generale. Non poteva essere altrimenti, visto che lo scorso anno lottava per non retrocedere, sempre nel Girone C, con la maglia del Bisceglie. Maxime Giron, di poche parole, ha saputo però conquistare con le prestazioni sul campo la 5° città d’Italia. In questi playoff, ormai arrivati all’atto conclusivo (domenica 12 giugno la finale di ritorno Palermo-Padova), è stato la freccia in più nell’arco di Baldini. Tanta corsa, fisicità. Voluto fortemente dal direttore Castagnini perché “abile crossatore”. La coordinazione non è quella di Marcelo, certo, ma il Francese classe 1994 ha dimostrato di poter stare in una “grande” della Lega Pro.
Da “Frecciarossa” a “Giron-vago”: quante esperienze in C
“Frecciarossa“, così lo chiamavano al Chieti in Serie D, alla sua prima stagione condotta da titolare fisso. Era la stagione 2014-2015 e Giron collezionò 33 presenze e 1 gol. Ma i suoi primi passi li muove in Francia, al Clermont. Qui gioca nelle giovanili e durante un’amichevole con i pari età dell’Olympique Marsigilia, un osservatore del Parma lo nota e vuole portarlo in Italia. Sembrava ormai cosa fatta, ma degli intoppi burocratici impedirono il trasferimento. Così, altro giro in Serie D, al Montichiari. Il 2015 è un anno di svolta: firma con l’Avellino, in Serie B. Ma le sue apparizioni sono pochissime: appena 11 di cui 2 da titolare e una soltanto giocata per intero.
Potrebbe essere la fine, ma il suo sguardo è lo stesso di un combattente che ha voglia di rivalsa. Lascerà la B, è vero. Ma la C diventerà il suo campo di battaglia, il suo posto nel mondo. Dal 2016 Giron inizia le sue “esplorazioni” con Reggiana, Juve Stabia e Bisceglie. Poi ancora Avellino, in prestito con diritto di riscatto. Nel 2019, dopo un anno alla corte del Potenza, resta svincolato e firmerà un contratto di 6 mesi con il Modena, con cui gioca però una volta in appena 6 mesi. Si ritorna sempre dove si è stati bene: e allora ecco di nuovo il Bisceglie nella sua vita, con cui raggiungerà una meritata salvezza ai playout nel 2020.
Palermo, il fulmine a ciel sereno
Ed è qui che viene il bello: la chiamata di una società storica come il Palermo. “Sarà il panchinaro della squadra”, questo il commento più comune tra i tifosi ad inizio stagione. In realtà, con Filippi prima e Baldini poi, in questo campionato, Maxime Giron è stato quasi sempre padrone di quel “suo” binario di sinistra. Lui, è il treno che ci passa sopra. Quest’anno, per lui, 27 presenze e 1 gol, quello segnato su punizione contro la Juve Stabia, al Barbera (il match terminò 3-1 e c’era già Baldini in panchina). Una freccia, oltre che un leader silenzioso. A Palermo ha trovato la sua dimensione e adesso sogna di nuovo di correre sui campi della Serie B. Farlo nel capoluogo, avrebbe però un sapore diverso. Essere protagonista storico della rinascita, dopo il fallimento del 2018, sarebbe un surplus in una carriera senza lampi particolari. Ma il rosanero è stato per lui un fulmine a ciel sereno e adesso vuole portare a termine la sua missione. A Padova, nella gara d’andata delle semifinali, ha bruciato letteralmente la fascia sinistra e messo dentro 8 traversoni in area. E, come se non bastasse, l’asse con Floriano funziona ormai a memoria.
Giron tatuato sulla pelle
Saranno stati suoi amici francesi, o tanti palermitani si sono letteralmente innamorati di lui. Forse entrambe le cose. Ma spesso e volentieri prima delle partite giocate in casa, qualcuno è andato allo stadio con il suo cognome tatuato sulla schiena e il suo numero di maglia. È successo anche a Latina, alla prima di campionato, quando il giocatore francese vinse anche il premio di Man of the Match. Ed è accaduto anche nell’ultima sfida casalinga vinta contro la FeralpiSalò. Nel cuore e sul dorso: Giron vuole prendersi per l’ultima volta quella fascia sinistra e far volare il Palermo in Serie B.
A cura di Manuele Nasca