Dai fischi agli applausi: il Palermo torna a sorridere nel suo fortino
Gettare il cuore oltre l’ostacolo. È una frase fatta, ma rappresenta al meglio la vittoria del Palermo contro la Virtus Francavilla. Difficoltà di due tipi: ambientali e tattiche. Da una parte i rosanero hanno dovuto fare i conti con un clima inizialmente ostile; dall’altra la squadra di Filippi ha giocato più di 60 minuti in dieci per l’espulsione di Perrotta.
I fischi all’intervallo dei 5.192 tifosi presenti al Barbera si sono trasformati in applausi dal 58° minuto, quando Brunori ha portato in vantaggio il Palermo. Un gol d’astuzia, visto che l’italobrasiliano ha letto in anticipo il retropassaggio di Caporale che lo ha servito a tu per tu con Nobile. Quarto gol in stagione per Brunori, il terzo tra le mura amiche. E i numeri parlano chiaro: quando segna lui al Barbera il Palermo vince sempre.
Un match dettato soprattutto dal nervosismo. Perché il rosso a Perrotta non è stato l’unico del match. Nel secondo tempo sono arrivati tre cartellini rossi per la Virtus Francavilla: prima l’allenatore, Roberto Taurino, poi il capitano Perez e, infine, il portiere Nobile. L’estremo difensore pugliese è stato espulso nei minuti di recupero, con i cambi già esauriti, costringendo Riccardo Idda ad andare tra i pali. Una breve esperienza per il difensore centrale prima del fischio finale quando al Barbera è scoppiata di nuovo la gioia dei tifosi del Palermo.
Fortino Barbera
Il Palermo, adesso nel gruppo delle terze in classifica del girone C con Turris, Foggia, Monopoli e Taranto, viaggia quest’anno a due velocità. Se in trasferta stenta (ancora 0 vittorie fuori casa), in casa ha una media da promozione. 13 punti in 5 partite con 4 vittorie e 1 pareggio: nessuno come i rosanero. “I tifosi devono incoraggiare la squadra – aveva detto l’allenatore del Palermo, Giacomo Filippi, alla vigilia del match – Se poi a fine partita la prestazione non c’è stata, giusto che contestino“. E alla fine sono arrivati solo applausi: l’effetto Barbera si fa sentire.