Alla scoperta di Cannavaro, la nuova carriera da allenatore con lo sguardo rivolto a Napoli
Il punto sul neo allenatore della Pro Vercelli, tra idee tattiche e il rapporto con il fratello Fabio.
Una caratteristica speciale della città di Napoli è che una volta che ci entri, anzi ci nasci, ne diventi figlio, e ti seguirà per tutta la vita. Poi, se il tuo cognome è Cannavaro, allora è probabile che il sangue che ti scorre nelle vene sia di colore azzurro. Così, anche quando diventi l’allenatore di un’altra squadra che non abbia questi colori, lei tiferà sempre per te. E questo è successo a Paolo Cannavaro, nuovo allenatore della Pro Vercelli, sostenuto sui social dai vecchi compagni che lo hanno accompagnato nei suoi anni al Napoli, come il “Pocho” Lavezzi.
Per uno che ha fatto il calciatore a livelli altissimi il passaggio ad allenatore potrebbe sembrare scontato. Ma per Paolo Cannavaro questo destino sembra scritto da tempo. Cercare qualche sue dichiarazione per credere! Ad esempio, durante i suoi ultimi anni con la maglia del Sassuolo, quando gli veniva chiesto di parlare del suo Napoli, non si limitava a descrivere l’ambiente o ad analizzare la situazione societaria. Lui studiava gli allenatori, ne studiava la tattica e anche gli interpreti e, in cuor suo, sapeva anche di avere un grande occhio, consapevole che, in questo mondo, prima o poi ci sarebbe entrato.
A La Gazzetta dello Sport nel 2017, ha dichiarato: “I miei allenatori? Di Francesco è simile a Mazzarri per l’attenzione ai dettagli. Il primo difende a quattro, il secondo a tre. Con l’esperienza posso dire che mi trovo meglio in un sistema a quattro. Berardi è il futuro del calcio italiano, Pellegrini mi ricorda il primo Hamsik. E il mio, di futuro? Spero di giocare ancora un paio d’anni. Sto bene, e non ho mai detto “che noia allenarmi”. Poi farò l’allenatore“.
Lo sapeva anche lui che sarebbe andata a finire così. La gavetta Paolo l’ha fatta, seguendo le orme del fratello: è stato il vice di Fabio Cannavaro nell’esperienza alla guida del Benevento, mentre ha ricoperto il ruolo di collaboratore nelle esperienze di Udinese e Guangzhou. Riguardo la sua idea tattica è troppo presto per parlarne, ma, dalle sue dichiarazioni, si capisce come sia un amante del calcio “alla spagnola“. Un 4-3-3 perfettamente diviso tra catena di destra e di sinistra il cui unico obiettivo è verticalizzare e invadere la metà campo avversaria.
Quando il tuo sangue è azzurro ha bisogno di tornare a casa. Ancor prima di intraprendere la sua carriera da primo allenatore, Paolo Cannavaro aveva già un obiettivo, dichiarato a Dazn, lo scorso aprile: “Per un ragazzo che ha fatto raccattapalle, giocatore, capitano, il sogno è Napoli. Sono tornato a vivere a Napoli, anche perché il desiderio per chi come me si vede allenatore, è quello di poterlo fare sulla panchina del Napoli. Credo che nel mio caso sia scontato pensarci“. Se l’obiettivo è quello di allenare all’ombra del Vesuvio la carriera che Paolo ha progettato per sé deve essere emozionante.
Il rapporto con il fratello Fabio
Come si dice, buon sangue non mente. I fratelli Cannavaro hanno dimostrato sin da subito una certa complicità, non appena il calcio li ha riuniti. Paolo commenta così il rapporto con il fratello ai tempi di Benevento rilasciata a Ottochannel: “Io e Fabio lavoriamo insieme da diverso tempo ormai, sono già stato quattro anni con lui ed è stata un’ottima scuola, non so quale sarà il mio futuro ed essendo il fratello so di dover lavorare di più e non di meno. Io e Fabio siamo una coppia lavorativa molto affiatata. Non abbiamo trascorso tanto tempo insieme perché il calcio ci ha divisi ma ora ci ha riuniti, dentro di noi c’è sempre il desiderio di stare insieme“.
Ovviamente, il colore azzurro rappresenta una costante per entrambi e non hanno mai nascosto il loro sogno. Lo ha rivelato sempre Paolo ai microfoni di KissKiss Napoli: “Tu e Fabio a Napoli? Questo è il nostro sogno, abbiamo vestito la maglia azzurra da calciatori, speriamo riuscire a tornare anche se in un ruolo diverso“.
Il rapporto con Dossena
Paolo Cannavaro prenderà proprio il posto dell’ex compagno Andrea Dossena, alla guida della Pro Vercelli fino alla scorsa stagione e ora alla Spal. Tra i due c’è un buon legame, nato tra le file difensive del Napoli, quando Paolo svelò a Dossena i comportamenti per alleggerire il peso della maglia azzurra. Lo ha dichiarato l’ex terzino ai microfoni di Radio KissKiss: “Ricordo che quando arrivai a Napoli Cannavaro mi disse che per stare bene lì dovevo diventare napoletano. E lo feci”.
La stima tra i due colleghi di reparto nel corso del tempo è rimasta, tanto da spingere Andrea Dossena ad allontanare le voci che hanno avvicinato il nome di Paolo Cannavaro alla dirigenza partenopea nel 2021: “Paolo Cannavaro dirigente della società partenopea? Conosce la città, l’ambiente, già quando era calciatore, da compagno di squadra, ti insegnava cos’è Napoli e il Napoli. Dipende anche dalla sua volontà, ma credo abbia intrapreso un altro tipo di carriera“