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Cholismo, qualità e storia: le origini del Papu Gomez

Il ritorno in Italia di Alejandro Darío Gómez con la maglia del Monza ed il successivo messaggio social a firma Francesco Lodi (l’ex capitano ed attuale dirigente del club ha invitato il Papu al ‘Massimino’) hanno subito scatenato sentimenti di nostalgia tra tutti i tifosi del Catania, ancora fortemente legati a quell’esterno che, cresciuto nei miti di Riquelme, Del Piero e D’Alessandro, ha saputo lasciare il segno alle falde dell’Etna con 18 gol e 17 assist dal 2010 al 2013 prima di spiccare il volo con l’Atalanta e diventare campione del mondo al fianco di Lionel Messi nella Selección.

Dal Cholo all’Europa

Catania, 21 luglio 2010. Tutto inizia qui. Dall’ennesima giovane scommessa (vinta) dall’ex ad rossazzurro Pietro Lo Monaco, vero cultore del talento sudamericano e promotore assoluto del particolare asse siculo-argentino che, proprio in quella stagione, arriva a contare ben tredici elementi in rosa, compreso l’allenatore: Diego Pablo Simeone. È proprio l’intuizione dell’attuale allenatore dell’Atletico Madrid, subentrato quell’anno a Marco Giampaolo, a dare inizio all’ascesa italiana del Papu Gómez. Spostato stabilmente sulla corsia laterale con compiti offensivi, il numero 17 vive in Sicilia stagioni memorabili. Soprattutto nel binomio 11-13 quando, sotto le gestioni Montella e Maran, la squadra si guadagna il soprannome di ‘piccolo Barcellona’ e lui mette a referto 14 gol e 12 assist, contribuendo insieme ai suoi compagni al miglior risultato nella storia del club, raggiunto con l’ex Chievo in panchina: un ottavo posto e record di punti fissato a 56 che sa ancora una volta di Europa sfiorata.

Gomez Catania

Papu Gomez e Catania: amore infinito

Pitu, Pata, Papu. È ancora oggi questa con ogni probabilità la formula magica preferita dei tifosi del Catania, stregati da un tridente che tra Lucas Castro, Pablo Barrientos ed Alejandro Gómez (con il contributo di Gonzalo Bergessio o Maxi Lopez nel ruolo di centravanti) ha regalato numeri e giocate d’alta scuola. Il ruolo di ammazza-big però apparteneva senza dubbio al Papu. A segno negli anni contro Napoli, Juve, Inter ed autore di ben tre reti contro la Roma. (curiosità: in tutte le occasioni in cui è andato a segno contro i giallorossi con la maglia rossazzurra addosso non ha mai perso).

Un sentimento reciprocamente speciale, quello tra l’attaccante e la piazza che ha seguito sempre con orgoglio le gesta di quel talento poi passato al Metalist e diventato grande con Atalanta e nazionale. Un legame reso ancora più immortale dalla presenza del campione del mondo nel murales dedicato alle leggende del club visibile fuori dall’Angelo Massimino. Papu vola al Monza, in Sicilia è già scattato il momento nostalgia. Il sogno della gente di rivederlo un giorno nello stadio che lo ha lanciato resta ancora oggi una romantica speranza senza tempo.