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Mignani e Pecchia: due amici a confronto, 18 anni dopo. Dalla Serie A con il Siena a Parma-Bari

È il 2004 ed il Siena si prepara ad affrontare il campionato di Serie A. Per Michele Mignani, campione d’Italia con la Sampdoria nel 1991, è il secondo atto a Siena ed è in rosa dal 1998. Lui in Toscana infatti ci aveva giocato anche nel 1996. Fabio Pecchia invece, dopo aver vestito le maglie di Napoli e Juventus, arriva in bianconero per abbracciare nuovamente Luigi Simoni, allenatore che aveva già avuto con la maglia azzurra.

Nella prima giornata di Serie B, i due si affronteranno, 18 anni dopo quella stagione a Siena. Parma-Bari, il riflesso di un’amicizia iniziata nel 2004.

Bari, Mignani: “Pecchia è una persona per bene”

Mignani, Pecchia, Tudor, Nicola, D’Aversa. Sembra l’elenco di un corso per il patentino da allenatore di Coverciano, in realtà è la squadra che Luigi Simoni aveva costruito a Siena. Allenatori in campo. La tecnica e la comprensione del calcio, quell’anno in Toscana, certamente non mancavano. Per Michele Mignani quel secondo capitolo in terra toscana è uno dei più importanti della sua carriera con le scarpette. Un pilastro della squadra per otto anni consecutivi. Mignani la conosceva già molto bene Siena e sarà proprio in quella città che inizierà il suo percorso al di là della linea bianca, sulla panchina. Ed è sempre in quella città che l’allenatore del Bari ha conosciuto Fabio Pecchia. “Abbiamo giocato insieme dopo aver fatto una carriera di un certo livello: è una persona per bene, intelligente, da allenatore ha studiato da Benitez. Poi ha vinto due campionati con Verona e Cremonese e ha inciso tanto anche a Latina. Il suo Parma è molto organizzato, me lo immagino schierato con saggezza, conoscenza e senza cambiare l’assetto tattico visto nelle prime partite”, ha sostenuto Mignani in vista del match contro il Parma.

“Certe amicizie non finiscono mai…”

Certe amicizie non finiscono mai, fanno dei giri immensi e poi ritornano“, potremmo dire a proposito di Mignani e Pecchia, cambiando leggermente il testo della famosa canzone di Venditti. E dal 2004 il giro dei due è stato abbastanza lungo e interessante. Mignani chiuderà la sua carriera da giocatoe nella Triestina. Da quel momento, capisce che dal campo non può stare troppo lontano e comincia ad allenare le giovanili del Siena. Casa dolce casa. Un percorso che passerà dal Latina fino all’Olbia, per tornare a Siena, in prima squadra e fare tappa a Modena, in Serie C. Ma sarà con il Bari che Michele Mignani riuscirà a consacrarsi, riportando i biancorossi in Serie B dopo quattro anni.

Il giro di Fabio Pecchia invece, come sostenuto dall’allenatore del Bari, è stato un vero e proprio rollercoaster al fianco di uno degli interpreti più importanti di questo sport. Partito da Foggia, passa poi al Napoli come vice di Benitez .L’ex Liverpool lo porta anche in Premier League con il Newcastle e nella Liga sulla panchina del Santiago Bernabeu, come vice-allenatore del Real Madrid. Niente male come gavetta. Poi, da primo allenatore, ha portato il Verona in Serie A e vinto la Coppa Italia di Serie C con la Juventus U23. Nel mezzo, una parentesi in Giappone e un capitolo a Cremona conclusosi con la promozione in Serie A. Percorsi diversi, idee che si confrontano, la Serie C nella storia dei due. Le filosofie di Mignani e Pecchia sono pronte ad incrociarsi in Parma-Bari, prima giornata di Serie B. 18 anni dopo, il campo sarà ancora una volta presente nella storia di questa amicizia tra i due allenatori.

A cura di Jacopo Morelli

Redazione

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