Il saluto di Pogba, il Genoa ed il primo gol decisivo con il Novara: la storia di Patrizio Masini
“Ciao, come stai?”. Quando Paul Pogba rivolse queste tre semplici parole a Patrizio Masini, il ragazzo rimase a bocca aperta. Lui, nato a Genova che vestiva la maglia del Grifone dall’età dei dieci anni, in quella domenica in cui era raccattapalle mai avrebbe immaginato di scambiare qualche parola con un futuro campione del mondo. Il desiderio però era quello di risolvere le partite. Proprio come Pogba, magari con un tiro dal limite che avrebbe fatto gridare tutto lo stadio. In quel momento, Masini non sapeva che quel desiderio si sarebbe avverato. Non a Genova, ma con la maglia del Novara.
Da Genova a San Benedetto del Tronto
Prima di arrivare al gol decisivo in Novara-SanGiuliano City, da quel saluto di Pogba Patrizio Masini ne ha fatta di strada. Destino o coincidenza, le parole dell’allora numero dieci bianconero il ragazzo non riusciva a togliersele dalla testa. Era come se qualcuno avesse portato improvvisamente sulla sua strada un’altra motivazione per crescere nel mondo del calcio. Ed il suo sentiero era sempre abbracciato da tre colori. Il rosso ed il blu del Genoa, maglia che Masini riuscì a vestire fino alla Primavera, e l’azzurro acceso, quello che si staglia sotto le scogliere a picco che da La Spezia arrivano sino alle Cinque Terre. Proprio a pochi passi dal mare ligure Patrizio si allenò con la prima squadra rossoblù. Il convitto, i segreti rubati a Thiago Motta ed i consigli di Andreazzoli. C’era tutto per lasciare il segno. Con la consapevolezza che sì, quella era la strada giusta. Infatti la Sambenedettese bussò alla sua porta. Forse quelle tre parole non erano soltanto un segno.
Dal mare al lago: l’esperienza a Lecco
Da quella che era stata sempre casa sua Patrizio Masini si trovò dalla parte opposta dell’Italia. Dal Mar Ligure al Mar Adriatico. Certo, cambiavano le correnti ma quello specchio blu rimaneva sempre la cornice del suo sentiero. Il primo passo nel calcio dei grandi non spaventò il ragazzo. La Serie C era la vetrina perfetta per lui. Adesso il campo lo chiamava. L’occasione che aveva sempre aspettato era arrivata. Così, bastarono 14 presenze al centrocampista per convincere il Lecco a tesserarlo nel mese di gennaio. Il copione rimase lo stesso: presenze e qualità, in campionato e nei playoff, segnando anche il primo gol. Poi la seconda stagione, dove il ragazzo prese definitivamente in mano il timone del centrocampo collezionando 37 presenze e 4 reti. Certo, Lecco non aveva il mare, ma il lago durante quell’esperienza vestiva i panni di casa.
Poi, ancora una nuova avventura. Altro capitolo, chiamato Novara. Ed è sul campo del Silvio Piola che il desiderio nato dopo quelle tre parole di Pogba nella domenica del Marassi sono diventate realtà.
Il gol decisivo con la maglia del Novara
Partita difficile. Il SanGiuliano ha sbagliato un rigore ed il Novara è chiamato alla risposta per seguire la vetta della classifica. Ma ecco il momento. Il suo momento. Arriva un lancio. La palla viaggia sulla destra. A raccoglierla è Bortolussi che supera il difensore ed appoggia nel mezzo. A colpirla davanti al portiere dopo un inserimento è proprio Patrizio Masini. Sapeva che quella traiettoria sarebbe finita in quel preciso punto. Rete. Il Novara la sblocca a dieci minuti dalla fine. Masini comincia a correre verso i suoi tifosi. Si fa tutto il campo, come un centometrista. Poco importa se è stanco e manca poco alla fine del match. Non è stato un tiro dal limite dell’area, ma lo stadio il ragazzo lo ha fatto gridare lo stesso. Seconda vittoria consecutiva per il Novara, con la vetta che è lontana soltanto due punti. La strada che stanno percorrendo le scarpette di Masini è quella giusta. Come se tutto si fosse disegnato da quel momento. “Ciao, come stai?”.
A cura di Jacopo Morelli