Pecchia abbraccia Troianiello, lo specialista delle promozioni: una strana coppia al Parma
“L’amore è una comprensione profonda“ e può sbocciare anche in un campo da calcio: Pecchia e Troianiello, due caratteri diversi, ma in simbiosi. Le coppie perfette sono spesso quelle che non si pestano i piedi, ma che si completano come un puzzle, un pezzo ciascuno per formare la cornice. Entrambi ricominceranno da Parma, una piazza che vuole rilanciarsi. C’è chi ha appena appeso le scarpe al chiodo e chi ha già iniziato la carriera da allenatore da diversi anni. Ma facciamo un tuffo nel passato e alle loro esperienze in Serie C.
Un inizio “galattico”: dal Real alla Juve, la storia di Pecchia
La vita in panchina di Fabio Pecchia è iniziata in quinta. Dopo le prime esperienze al Foggia, al Gubbio e al Latina, via con il salto in Serie A, al Napoli, con Benitez. Da vice allenatore apprende molto dal campione d’Europa e lo segue anche al Real Madrid dopo l’esperienza partenopea. Completa poi il cerchio con il passaggio al Newcastle, l’ultimo suo ruolo da vice per poi passare da controfigura ad attore protagonista. E lo fa in grande stile, portando subito l’Hellas Verona in Serie A, grazie al secondo posto conquistato durante la stagione in B. Miracolo che non gli riesce la stagione successiva, quando viene anche esonerato.
Decide di cambiare aria e vola in Giappone al Avispa Fukuoka in J2 League, per poi dimettersi per motivo personale. Dopo l'”Erasmus” orientale decide di rimettersi in gioco in Italia e lo fa accettando la corte della Juventus U23, il primo progetto di seconda squadra composta solo da giovani. Con i bianconeri vince la Coppa Italia di categoria e lancia alcuni giovani come Nicolussi Caviglia. Dopo l’addio alla Juve è la Cremonese a puntare su di lui e fa bene. Prende il posto di Bisoli, traghetta i grigiorossi fino a metà classifica, per poi conquistare la Serie A l’anno seguente. Oltre a raggiungere risultati forma anche alcuni campioncini come Fagioli e Gaetano, italiani e con molte qualità. Ora lo attende il Parma dove con Troianiello è chiamato ad un nuovo miracolo.
Troianiello, il Re dello show e delle promozioni in A
“Ma quanto è bello Gennaro Troianiello”, un coro che spesso si è sentito sulle tribune. Un giocatore estroverso, che si è voluto far bene dalla tifoseria. Ha fatto la gavetta e ha girato tante piazze. Un umile e pazzo sognatore. Dall’Eccellenza alla Serie C, al Foggia. Il suo primo salto nel calcio professionistico. Fa bene, si mette in mostra e la sua ascesa continua con il Frosinone in Serie B, segnando 11 gol in 39 presenze. Nel corso degli anni cambia sempre aria, non riesce a pensare al calcio come “bandiera”. Lo preleva il Siena ed il suo primo gol non può che essere contro la sua ex squadra. Segni del destino. A fine campionato contribuisce alla promozione in A, la prima di tante. L’anno dopo non trovando spazio nella massima serie, passa al Sassuolo e si ripete, vincendo i play-off di B. Anche questo un miracolo, figlio però di una grande progettazione della famiglia Squinzi, proseguita poi anche nella massima serie con l’accesso anche in Europa League.
Resta in A? No, vola a Palermo dove vince ancora, per la terza volta consecutiva. Il suo esordio lo fa entrando al posto di Dybala, che in quegli anni era soltanto un ragazzo in rampa di lancio. L’anno dopo fa il poker con il Bologna, diventando così un vero e proprio specialista dei salti di categoria. La sua carriera termina da dove è iniziata, in Eccellenza. Perché come detto è un ragazzo umile che ama il calcio. Adesso con Pecchia è pronto a fare l’ennesimo miracolo, ma questa volta non in campo, ma dalla panchina.
A cura di Antonio Salomone