Quella volta che Pelè giocò nello stadio della Triestina
A 82 anni è morto Pelè, icona del calcio mondiale che da più di un anno stava combattendo contro un tumore al colon. Sono stati oltre 1200 i gol che O ‘Rei ha segnato in carriera ma anche dopo il ritiro dal calcio giocato la stella brasiliana ha continuato a dare spettacolo e a catalizzare l’interesse di centinaia di milioni di tifosi in tutto il mondo. Un esempio tra i tanti? Riavvolgiamo il nastro al 4 aprile 1993. Quel giorno, a 52 anni, Pelè si era ritrovato a palleggiare sul prato dello stadio Nereo Rocco di Trieste davanti a migliaia di tifosi in delirio per lui.
Quel pomeriggio era in programma la partita di Serie C tra Triestina e Leffe ma le maestrie del brasiliano nel prepartita rubarono la scena alla gara di campionato. Dribbling, palleggi e poi, una volta superata la metà campo, palloni spediti direttamente in curva, alimentando così la gioia dei tifosi lì presenti. Ormai più nessuno si ricordava della gara di campionato: tutti erano in ammirazione per il brasiliano.
Cosa ci faceva lì Pelè?
Ma ora sorge una domanda: cosa ci faceva Pelè a Trieste quel giorno? O ‘Rei si era recato nella recato nella città friulana per presentare il quarto Mundialito over 35 che portava il suo nome: La coppa Pelè, una competizione calcistica riservata a squadre nazionali composte da calciatori che avessero terminato l’attività agonistica e che avessero compiuto i 35 anni d’età. In quell’occasione per la prima volta la manifestazione approdò in Europa e si allargò – come mai avvenuto prima – a otto squadre: alle sei campioni del mondo si aggiunsero i Paesi Bassi (alla seconda partecipazione) e l’Austria che insieme all’Italia ospitava il torneo. I gironi passarono così da tre a quattro squadre l’uno. Nella partita decisiva del gruppo A, giocata a Trieste, il Brasile dovrebbe battere l’Italia con almeno due reti di scarto per accedere alla finalissima ma i verdeoro vinsero solo per 1-0 con contestazioni rivolte all’arbitraggio. Per protesta la nazionale brasiliana si rifiutò anche di giocare la finale per il terzo e quarto posto contro la Germania.
Dopo quell’esperienza lo stesso calciatore si disse innamorato di quello stadio e, forse, anche per questo motivo diede spettacolo stringendo poi la mano a dirigenti e tifosi lì presenti. Sul campo terminò 2-0 per la Triestina con reti di Cerone e Milanese e le due squadre chiusero a pari punti in quarta posizione la stagione, ma gli applausi furono tutti per O ‘Rei.