L’Argentina nel sangue, la Toscana nel cuore: Peralta, un rigore per il Foggia
L’Argentina per le origini. La Toscana per la crescita. Il Foggia per affermarsi nel presente. Tre tappe che scandiscono la vita e la carriera di Diego Peralta, numero 10 dei rossoneri allenati da Somma. La tecnica e il sangue hanno radici ben precisi: il Sud America. L’Italia la terra in cui è cresciuto. La costante? Il pallone. La Fiorentina il settore giovanile in cui si è formato, Gennaro Gattuso uno dei maestri e riferimenti più importanti. Pisa e Ternana le esperienze più significative in prima squadra. E adesso? Adesso c’è il Foggia. Una piazza che vale tanto per il classe ’96. Una possibilità che significa molto. Un talento in cerca della definitiva affermazione. Un inizio di stagione non semplice da riscattare. Il futuro va in quella direzione. Terzo posto in classifica, il gol che ha deciso la partita contro il Monopoli, dei playoff da vivere da protagonisti. Diego Peralta e un rigore rossonero per segnare il futuro.
La 30 di Messi e la maglia viola: il viaggio di Peralta
Uno spirito sudamericano cresciuto in Italia. Diego Peralta nasce a Livorno, ma le origini si legano indissolubilmente all’Argentina, terra del nonno. Qualità e purezza tecnica, il sangue non mente. Diego inizia a Livorno, a notarlo poi è la Fiorentina. Il settore giovanile è tutto con la maglia viola. Bernardeschi, Chiesa e Mancini come talenti conosciuti nel corso delle stagioni. Salah come riferimento in prima squadra da cui imparare. Anche se l’idolo è sempre rimasto l’argentino, Lionel Messi. Una maglia numero 30, come la prima indossata da Leo al Barcellona. In Diego un talento particolare per le punizioni e la passione per i dribbiling, sangue sudamericano. Il suo sogno più grande? Il Pallone d’Oro.
Gattuso, la Ternana e il Foggia
“Lui mi ha formato dal punto di vista difensivo, nel carattere e nella grinta. Con lui ho avuto un bellissimo rapporto: mi ha dato tanto in termini di professionismo, approccio all’allenamento e alla gara. Mi ha fatto capire che cosa significa fare il calciatore”, spiegò Peralta in passato. Di chi parlava? Gennaro Gattuso. Diego grande lo diventa con il salto in prima squadra. Un salto fatto con una maglia diversa. Dal viola al nerazzurro di Pisa, il fantasista incontra come allenatore l’ex centrocampista del Milan. Esperienza che lo cambia profondamente, e di gioco e di personalità. Poi l’addio alla Toscana: Peralta gira tra Extremadura (in Spagna), il Novara e l’Olbia. Il passaggio alla Ternana, dove trova un altro livornese, Cristiano Lucarelli. Un campionato di Serie C vinto da protagonista e il sogno Serie B da vivere. La vittoria in Coppa Italia per 4-5 contro il Bologna con una sua doppietta resta uno dei ricordi più belli. Dopo una stagione difficile in B, la firma in estate con il Foggia.
Un inizio non semplice, la ripresa e il gol decisivo contro il Monopoli. Vittoria e terzo posto con vista playoff. Un rigore per segnare un futuro da protagonisti. Un talento da affermare in modo definitivo. Un divenire da colorare di rossonero. Il numero 10 è pronto. Talento e qualità per il Foggia, Diego Peralta.