Dalle difficoltà del suo ruolo, allo scontro con Baldini sino alla decisione di cedere il Perugia. In un’intervista al Quotidiano Sportivo, Massimiliano Santopadre, attuale presidente degli umbri, ha raccontato e spiegato tutta la situazione attuale e ciò che è successo in estate, dopo la retrocessione dalla B alla C.
Proprio il nuovo ritorno in Serie C è stato il primo tema toccato dal presidente: “Non è stato semplice. Siamo retrocessi per la seconda volta. Da un lato provo vergogna nel parlarvi. Da un’altra sono però orgoglioso e determinato“. Poi sulla sua squadra e sull’opinione dei tifosi: “Non bisogna attaccare il Perugia perché si odia Santopadre. Questa è la cosa più sbagliata che possa fare un sostenitore. Il momento non è facile – ha aggiunto sulla sua situazione personale – ma sono ancora vivo. Tutto quello che è accaduto quest’estate mi ha segnato. Non è semplice ripartire in queste condizioni. Dai tifosi ho ricevuto ed ho dato tanto. Ora però sono stanco“. Quando gli viene posta la domanda: “Cosa le da più fastidio?”, risponde così: “Il fatto che si dica che io sia qui per guadagnare e di non essere creduto. Si creano delle voragini e delle spaccature che fanno solo male al Perugia. Oggi ci sono maggiori difficoltà rispetto a 4-5 anni fa. Io sono lo stesso di allora ma prima venivo creduto. Oggi sono qui solo perché non ci sono persone serie, pronte ad acquisire il club“.
All’interrogativo se il Perugia sia in vendita o meno, risponde, quindi, senza indugi: “Sì, la squadra è in vendita e continua ad esserlo. Il mio tempo a Perugia è finito però devo trovare un sostituto serio e che abbia la forza economica e la volontà di prendere in mano questa situazione. Ad oggi i contatti sono stati solo negativi, che neppure mi hanno fatto iniziare la trattativa. Bisogna avere calma e pazienza e nel frattempo mandare avanti il club“. Su quanto successo quest’estate si è invece così espresso: “Mi ha contattato un importante ufficio di Roma e mi ha detto che c’era una società estera, comandata da italiani, interessata a rilevare il Perugia. La trattativa, quindi, è andata avanti e siamo arrivati a firmare una lettera d’intenti ma, al momento di chiudere, non è stata formulata alcuna garanzia per il pagamento della squadra. Non ne ho voluto parlare – ha proseguito – perché nessuno mi avrebbe creduto. Chi doveva dirlo era lo studio Benigni, al quale, a fine settembre, ho fatto una richiesta per realizzare un comunicato chiarificatore. Mi è stato detto che lo studio non poteva sopportare una simile debacle“. Sulla questione ha poi concluso, dicendo: “Non c’è mai stata un’offerta umbra nè in estate, nè di recente. Se c’è davvero qualcuno interessato, si palesasse, dicesse chi è, dicesse che offre 3 milioni e firmo davanti a tutti“.
Infine Santopadre ha parlato di Baldini e del futuro del suo Perugia. Queste le parole sull’allenatore: “Con lui ho avuto uno scontro duro. Non si può dire che va tutto bene. Siamo a 12 punti dalla prima. Non si vince accontentandosi ma superando i propri limiti e questa situazione sicuramente ha creato questo distacco. Poi però ci siamo chiariti e ci siamo abbracciati. Io non lo voglio esonerare. Tendo a mandar via un allenatore quando getta la spugna. Per Baldini non è così e sarà qui fino a maggio“. Su ciò che attende il Perugia nelle prossime settimane e mesi si è invece pronunciato in questa maniera: “Penso solo all’Arezzo. Senza risultati nel calcio non c’è futuro. E io voglio crederci ancora. Per questo soffermiamoci su questa gara fondamentale perché poi ci sarà il Cesena. Mercato? Dobbiamo centellinare le risorse che abbiamo. Sto facendo l’impossibile da 13 anni e ho chiaro quello che ci manca. Combatterò fino all’ultima partita in cui avremo la possibilità di giocarci la B. Spero di trasmettere questo anche alla squadra“.
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