Il destino ci vede meglio di chiunque altro. Anche nel caso degli allenatori la sostanza non cambia e i risultati delle gare del secondo turno della fase nazionale dei playoff lo dimostrano. Pescara-Foggia. Zdenek Zeman contro Delio Rossi. Il maestro contro l’allievo. Storie di calcio, di vita, di esperienze di crescita e di ricordi. Piazze vive, panchine importanti, trionfi e sconfitte. Una sottile linea rossa(nera) che guida la carriera di questi due allenatori. L’uno istruisce, l’altro prende appunti e sogna di raggiungere il primo. Sarà questo lo sfondo della semifinale dei playoff tra gli abruzzesi e i pugliesi. Un arcobaleno di colori che partono dal rosso e il nero, passando per il granata, fino al rosa di Palermo. Con le sfumature di giallo e rosso dello stadio “Via del Mare” per avvolgere tutto nel candore del bianco e dell’azzurro del capoluogo abruzzese.
Che il calcio non sia solo una questione di gesti tecnici e risultati sportivi è cosa nota. Ed è in partite come quella che giocheranno Pescara e Foggia che questo aspetto viene in risalto. Le due squadre si affronteranno il prossimo 4 giungo per l’andata della semifinale dei playoff. Le vittorie contro Virtus Entella e Crotone qualificano abruzzesi e pugliesi che possono continuare a credere nella promozione in Serie B. Una partita che vedrà due squadre solide affrontarsi a viso aperto.
Entrambe sono propense a spingere e fanno delle ripartenze il loro punto di forza. Somiglianze tattiche, giocatori interscambiabili; Pescara Foggia sarà così. E non potrebbe essere altrimenti. Perché quando sulle panchine di due squadre siedono due allenatori come Zeman e Delio Rossi i legami non possono non vedersi.
L’incrocio tra Zeman e Rossi non è solo una partita di calcio. E’ l’occasione per rievocare ricordi di anni trascorsi a spiare, studiare, a rubare dettagli e nozioni. Già, perché Delio Rossi, oggi allenatore di lunga data come il suo omologo, si appassiona a questo mestiere proprio osservando il boemo. Dove? A Foggia. Un caso? Chissà. La prima esperienza a bordo campo dell’ex allenatore della Lazio lo vede alla guida della Primavera rossonera. In quel periodo in prima squadra c’è proprio Zdenek Zeman. Sono gli anni di Zemanlandia. Il Foggia dei record. La squadra che a suon di gradoni in allenamento, sedute tecniche, scatti e contropiedi riesce a guadagnarsi l’appellativo de “Il Foggia dei miracoli”. Il fautore di un calcio spumeggiante e spiccatamente offensivo è solo Zeman.
Il risultato? Ormai è storia. E Delio Rossi è lì, sul campo, con i suoi ragazzi che come lui ammirano le gesta di quel Foggia. E intanto prende appunti. Studia, guarda, ascolta e ruba ogni singolo dettaglio che scappa al boemo. Zeman e Rossi. La storia del maestro e dell’allievo. Un periodo che fa nascere un legame intenso, vero e ricco di spunti per entrambi. E quante sigarette. “Abbiamo fumato molto insieme“- dirà Rossi in occasione della sua presentazione a Foggia lo scorso marzo. Una sigaretta, che come quella di Zeno, è il filo conduttore di due carriere che si intersecano a più riprese. E che non sembrano voler finire. Quella di oggi è solo l’ultima delle tante occasioni in cui i cammini dei due allenatori si sono incrociati sulle panchine italiane.
Pescara? Anche in Abruzzo i nomi di Zeman e Rossi viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. E’ il 1996 quando l’allenatore romagnolo arriva sulla panchina biancazzurra. La squadra milita in Serie B. I pronostici la vedono tra le favorite per la promozione. E le prime 12 gare da imbattuta legittimano la previsione. Il giudice supremo, però, è sempre il campo. La squadra cala nella seconda parte del campionato e non riesce a raggiungere la massima serie.
Quanto a Zeman e Pescara i racconti si sprecano. Gli anni del boemo nel capoluogo sono capitoli di un romanzo in continua produzione che sembra non voler trovare epilogo. La stagione 2011-2012 rimarrà negli annuari della società come una delle parentesi più prolifiche e ricche di soddisfazioni nella sua storia. Immobile, Insigne e Verratti come Rambaudi, Signori e Baiano. 83 punti in classifica e una Serie A che nessuno dimenticherà.
Ma è ancora una volta la Puglia la terra dove professore e allievo si alternano. Tra il luccichio del mare e la sfarzosità del barocco di Lecce Zeman e Rossi fanno esaltare il tifo giallorosso. Il primo a calpestare il prato del “Via Del Mare” è il riminese. E’ il 2002 e il Lecce lotta per mantenere la Serie A. Non ci riuscirà, ma nulla da temere. La permanenza in Serie B durerà solo un anno. Delio Rossi guiderà la squadra anche nella stagione successiva che culminerà con il ritorno in massima serie.
L’anno seguente, il Lecce chiuderà il campionato al decimo posto con una bella vittoria al “Delle Alpi” contro la Juve come cimelio di una stagione memorabile. A succedere a Rossi sulla panchina salentina è proprio quello Zeman che dispensa nozioni da allenatore. Anche in quest’avventura l’ex allenatore della Roma non si smentisce. Vucinic, Bojinov e Cassetti i nomi nuovi firmati Zeman. Secondo miglior attacco del campionato? Sì. Provinciale? Zeman non ne vuol sentir parlare.
Sempre in meridione un’altra tappa condivisa è Salerno. Due volte Delio Rossi, una Zeman. Nel 1993 in Serie C1 Rossi vincendo i playoff si guadagna la Serie B con i campani. Tornerà nel 1997. Anno indimenticabile per i tifosi. La Serie A è realtà. Scavalca la capolista Venezia e festeggia una promozione inaspettata guadagnandosi quel soprannome che, oggi, forse, ha ancora più ragion d’essere. “Il profeta”. Portatore di un credo calcistico ben definito. Un 4-3-3 che spinge sugli esterni, si restringe al centro dell’area di rigore negli ultimi 16 metri e arriva in porta con la velocità di un treno in corsa. Il vangelo secondo Zeman.
Anche la Sicilia è teatro di avvicendamenti in panchina tra i due. Lo stadio “Barbera” di Palermo il palcoscenico. Zeman allena le giovanili per 10 anni. Rossi…beh…le vicende dell’ex Sampdoria in Trinacria sono sceneggiature calcistiche sulle quali mai si sarebbe voluto tirare il sipario. L’ Europa League e le Coppe Italia sono le rappresentazioni più travolgenti. Avier Pastore, l’opera maxima.
Oggi le strade dei due si incoceranno di nuovo. La posta in palio è alta. Nessuno dei due cerca fama o notorietà, solo la gioia di un altro trionfo. L’allievo contro il maestro. Un film visto e rivisto, ma che regala sempre scene da cardiopalma. Zeman contro Rossi. L’ultima sigaretta.
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