Il 2022 del Pescara è iniziato al meglio. La vittoria contro il Montevarchi ha dato consapevolezza alla squadra. Partire con il piede giusto è importante, soprattutto se l’obiettivo è quello di lottare fino alla fine per i playoff. Gli abruzzesi sono partiti forte, grazie anche alle reti delle punte. A Franco Ferrari, sempre più leader tecnico e carismatico, si è affiancato Nicola Rauti. L’attaccante classe 2000 ha realizzato una doppietta ed è stato determinante con le sue giocate e i suoi gol. Cresciuto tra Inter e Torino, ora si sta guadagnando spazio in C: prima Palermo e ora in Abruzzo, sempre con un sogno in testa.
Nicola Rauti nasce a Legnano, paesino poco lontano da Milano. E’ proprio all’Inter dove inizia a muovere i primi passi in una squadra professionistica. Gli anni in nerazzurro sono importanti. L’ammirazione per Ronaldo, il fenomeno, e giocare per la squadra di cui fa il tifo. L’emozione più grande? Entrare sul prato di San Siro come raccattapalle e farlo al fianco di Zlatan Ibrahimovic. I sogni non mancano, anzi, si rafforzano in queste situazioni. Per i bambini è facile viaggiare con la fantasia e l’immaginazione. La parentesi nerazzurra, però, dura poco e viene ritenuto non all’altezza, troppo presto. Inizia un periodo non troppo semplice. Il Novara lo porta nel suo settore giovanile. La delusione Inter è cocente, tanto da far paventare l’idea di smettere di giocare a calcio. Per fortuna è rimasta tale e la voglia di giocare e sognare ha prevalso.
Il Torino gioca un ruolo determinante nella carriera e nel futuro di Nicola. Il direttore sportivo Bava lo inserisce nella rosa dei Giovanissimi granata dopo averlo visto giocare in un torneo con la maglia del Novara. Un’occasione importante per lui. Lontano dagli affetti deve crescere di più per mettersi in mostra. Al Torino si impegna e vuole ripagare la fiducia che la società ha riposto in lui. A suon di gol si guadagna la Primavera con un anno d’anticipo. Rauti senza timori reverenziali fa vedere subito le sue qualità. 8 gol da sotto età sono un bel biglietto da visita. La fame, il fiuto del gol e il lavoro: tre caratteristiche determinanti nella crescita di Nicola.
L’anno successivo arrivano anche i primi trofei. La firma? Manco a dirlo di Rauti, che con Millico forma una delle coppie più forti dell’intero panorama giovanile. 22 reti in stagione (15 in campionato) e determinante nelle vittorie della Coppa Italia (5 gol in sei partite) e della Supercoppa. La stagione della consacrazione e della rinascita per spazzare via le delusioni degli anni in nerazzurro. A San Siro torna, stavolta da giocatore, nella finale di Coppa contro il Milan, altra emozione lungo il tragitto di Rauti. Mazzarri lo tiene d’occhio e se lo porta in panchina nella stagione seguente in A. Non fa l’esordio, ma continua a mietere vittime con la Primavera. Da settembre a gennaio saranno 7 gol con l’U19 e arriva il salto tra i Pro.
Il Monza di Galliani lo vuole a tutti i costi ed è disposta a spendere anche un milione di euro. Bava e il Torino rifiutano, Rauti non si vende. Il classe 2000 andrà in Brianza, ma in prestito. All’esordio entra in campo nell’ultima azione e trova il gol. Vittima? Il Novara. Un segnale del destino. In C la stagione si chiude in anticipo per il Covid e lui riesce a giocare soltanto 5 partite, vincendo alla fine il campionato di C e rientra a Torino.
Il ritorno a Torino sarà solo di passaggio. Rauti viene mandato in prestito a Palermo. Una stagione intera in C dove Nicola ha l’opportunità di crescere sotto tanti punti di vista. Spesso e volentieri viene impiegato da titolare e chiude l’annata con 4 gol e tre assist. Un buon bottino, ma conoscendo Rauti non soddisfacente per la voglia di segnare che ha il classe 2000. Stavolta il rientro a Torino è in grande stile. Il 15 agosto è una data che Rauti difficilmente dimenticherà: arriva l’esordio. Juric lo manda in campo al posto di Belotti per gli ultimi dieci minuti. Emozione grandissima, un sogno che si realizza come lui stesso scriverà sui social. Andando a scorrere i commenti non si può non aver notato le parole di Ansaldi: “Il lavoro paga sempre, e tu lo hai dimostrato in ogni allenamento. Questo è solo l’inizio. Complimenti”.
Un messaggio, che fa capire quanto Nicola abbia lavorato per raggiungere il suo sogno. Un gradino importante, ma è soltanto un passo della sua carriera. Il presente si chiama Pescara. Gli serve trovare continuità per essere determinante, deve sentire la fiducia per continuare a ripagarla e al giro di boa i gol sono 4. Già eguagliato il suo record personale e ora tutto un campionato in discesa. La doppietta contro l’Aquila Montevarchi è quello che serviva per ripartire. Adesso sta a lui proseguire su questo cammino. Per arrivare in cima la strada è lunga, difficile e piena di insidie ma Rauti sa bene dove vuole arrivare. “Il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni” e allora caro Nicola non smettere di sognare. La scalata è appena iniziata.
A cura di Simone Brianti
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