Pescara, parla Sasanelli: “Qui per Zeman, voglio dare una mano per raggiungere l’obiettivo”
20 presenze e 7 gol con la Fidelis Andria in Serie D prima di trasferirsi nel mercato di gennaio al Pescara. Luca Sasanelli, attaccante classe 2004, era il classico profilo del giocatore offensivo ideale per Zeman. Giovane, duttile e di talento, il rinforzo che serviva ai biancazzurri per rafforzare il reparto d’attacco. Le condizioni di salute dell’allenatore boemo non hanno consentito a Luca di lavorare tanto fianco a fianco con un vero e proprio maestro. L’ex Sassuolo aveva voluto una grande piazza come Pescara anche per la presenza di Zeman, una possibilità in più per crescere. Dalla scelta fatta, alla riconoscenza verso l’Andria e il Sassuolo, fino agli obiettivi da raggiungere con la squadra e la posizione in campo. L’attaccante, che ha già collezionato 4 presenze in Serie C, ha parlato di tutto questo al canale ufficiale del club.
Pescara, Sasanelli: “Sono un centravanti ma posso giocare anche sull’esterno, solo con il gruppo si può uscire da questa situazione”
Ai microfoni del club, l’attaccante si lascia andare alle sue considerazioni: “Sono molto contento di essere arrivato in questa grande piazza. Sono molto motivato e voglio dare una mano alla squadra per cercare di raggiungere l’obiettivo prefissato a inizio stagione. Non c’ho pensato due volte, perchè la squadra era allenata da un maestro come Zeman e quindi pensavo fosse una grande possibilità per me. L’ho ammirato tanto, ho cercato di ascoltare tutti i suoi consigli e di metterli in atto in campo. Ringrazio l’Andria per avermi dato questa possibilità, non è da tutti perchè comunque la società è ambiziosa e voleva anche lei cercare di fare una grande figura in quel campionato e in quel girone. Sono un centravanti ma posso giocare pure sull’esterno, io comunque mi metto sempre a disposizione dell’allenatore e della squadra. Qualsiasi cosa voglia il mister io cerco di darla in campo. Ho passato due anni a Sassuolo, è stata un’esperienza molto formativa. Penso che sono cresciuto tanto a livello caratteriale, lì si sta bene perché è un ambiente sano. Dobbiamo guardare a noi, al gruppo, perché solo così si può uscire da questa situazione ricompattandoci e dando il massimo in campo.”