Ci ha provato e riprovato. Prima su una punizione, la specialità della casa. Poi di testa, non proprio il suo marchio di fabbrica. Due tentativi ma entrambi finiti a lato. Jacopo Petriccione però non si è arreso, come mai ha fatto nella sua carriera. Voleva lasciare il suo segno in una partita così importante per il Crotone. Alla fine così è stato. E il gol lo riassume perfettamente. Inserimento e tiro di sinistro (non il suo piede). Punti deboli che diventano forti. Il riassunto di una carriera vissuta sempre con il piede sull’acceleratore.
I primi passi nel mondo di calcio Jacopo Petriccione li fa vicino casa, a Gorizia. È lì che inizia a farsi notare e ad attirare l’attenzione dei grandi club italiani. Il primo a muoversi è il Cagliari che lo tessera e lo tiene per tre anni. Poi il Siena e infine la Fiorentina. La Primavera è l’ultimo passo prima del calcio dei grandi. E con lui in maglia ci sono giocatori che poi grandi lo sono diventati. Una squadra di stelle: Gianluca Mancini, Federico Chiesa, Federico Bernardeschi e ovviamente lui, Jacopo Petriccione. Fascia al braccio a guidare i suoi compagni con Semplici in panchina. Ed è proprio alla Fiorentina che incontra il suo mentore, Guido Pizarro: “Mi diceva: “Gioca con personalità che sei forte”. Lui e Pirlo sono stati i miei modelli.” dichiarò a gianlucadimarzio.com. Prestazioni importanti con cui si guadagna il salto in Lega Pro. Veste la maglia della Pistoiese per due stagioni e segna i suoi primi 4 gol tra i professionisti. Le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti. E la prima ad approfittarne è la Ternana. Una chiamata che gli vale il salto in Serie B.
Alla Ternana diventa uno dei pilastri della squadra. Come cantava Ligabue “sempre lì, lì nel mezzo”. Centrocampista instancabile sempre a disposizione dei compagni. Una squadra, guidata da Liverani, data per retrocessa all’inizio ma che è riuscita a salvarsi, ribaltando i pronostici. Una grande stagione che però non gli vale la riconferma. Torna alla Fiorentina ma nell’ultimo giorni di mercato ci pensa il Bari ad acquistarlo per 1 milione di euro. Un investimento importante per la società che Jacopo cerca sempre di ricambiare con grandi prestazioni. A fine stagione però arriva il fallimento della società e lui rimane svincolato.
Dalla Puglia alla Puglia. Da Bari a Lecce. La distanza da percorrere è poca per due squadre che però sono divise da una rivalità profonda. Ma è proprio in giallorosso che Petriccione mostra tutte le sue qualità. Da neopromossa a vincitrice della Serie B. E uno dei due gol decisivi per la promozione in Serie A lo segna proprio lui. Il sogno diventa realtà. O forse, anche qualcosa in più. Perchè le emozioni non finiscono mai. L’esordio in A, il suo sogno da bambino, arriva alla Scala del Calcio. Contro l’Inter a San Siro. Da avversario, ma la scenografia è da togliere il fiato. La retrocessione non cancella i ricordi che per Jacopo Petriccione saranno sempre indelebili. Prestazioni importanti che gli sono valse il soprannome di “Modric del Salento”.
Dopo presenze in Serie A con il Crotone e una stagione in prestito tra Benevento e Pordenone, Petriccione è tornato in rossoblu. Lui, cresciuto al Nord ma diventato grande al Sud. E ora questa è casa sua. La decisione di tornare in Lega Pro, dove tutto è iniziato. Pronto per ricominciare la sua scalata. A 27 anni, “sempre lì, lì nel mezzo”. Corsa, tecnica e cuore a disposizione dei compagni. Jacopo è uno di quelli che non molla mai. Ed è per questo che i tifosi lo amano. Lo ha dimostrato anche nell’ultima partita, quella del ritorno al gol. Due occasioni fallite di fronte alle quali non si è arreso. Un gol fondamentale in una partita importante contro l’Avellino. Il Crotone sogna la Serie B e, ancora una volta, potrà contare su Jacopo Petriccione.
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