La vita quando ci si mette è davvero strana ed imprevedibile. Proprio per questo, va avanti chi sa reinventarsi partendo da un ambito e finendo in quello che sulla carta non c’entra proprio niente. È il 13 dicembre scorso quando Simone Petricciuolo, ex promessa della Roma, viene assunto ufficialmente dall’azienda tranviaria di Milano. Un tempo sfrecciava sulle fasce dei campi d’Italia, mentre ora lascia viaggiare ad alta quota i tram milanesi.
La storia di Simone parte da Napoli, per antonomasia l’eterna città opposta della capitale economica dell’Italia. Più precisamente, Simone si innamora del pallone nella storica scuola calcio della Mariano Keller, struttura dell’hinterland napoletano. Nello stesso complesso, cresce anche Rolando Mandragora: l’attuale centrocampista del Torino lascerà Napoli un anno dopo Petricciuolo, lui per Genova, mentre Simone per Bari.
L’esperienza in biancorosso dura appena un anno perché poi vola nella capitale effettiva italiana, Roma. Nonostante i capitolini detengano il suo cartellino per tre anni, Simone giocherà con la maglia giallorossa una sola stagione con l’Under-17. Tanto basta per fargli guadagnare la prima chiamata nella Nazionale con i pari età. Trova poi terreno fertile nella sua Campania: prima le giovanili con la Juve Stabia, poi Savoia ed infine Avellino. Con i biancoverdi arriva la prima grande occasione in Serie B, dove esordirà nella vittoria esterna contro il Modena di Granoche e Luppi. Quel giorno in campo con lui ci saranno tutti giocatori che oggi sono protagonisti in C: da Comi ad Arini passando per Zito.
La seconda parte della stagione 2014/2015 la passa in Serie C con la maglia dell’Aversa Normanna. La retrocessione in D non abbatte Simone che riparte ancora una volta dall’Avellino dove raccoglie una manciata di presenze, per poi tornare in C al Melfi. Anche qui un’altra retrocessione ai playout, però con successivo ripescaggio. Petricciuolo andrà poi alla Juve Stabia andando poi però a scendere in D. Paradossalmente una delle sue migliori stagioni arriva sul finale di carriera nei dilettanti con la Sarnese, dove riesce a giocare con continuità e segna anche un gol.
Probabilmente però qui c’è il punto di rottura con il calcio. Malgrado la buona stagione, non arrivano chiamate dalla C e affida ai social uno sfogo pesante sulle conoscenze importanti che fanno scalare le gerarchie calcistiche. Rimane in D solamente per due partite e poi dice addio definitivamente al calcio a soli 23 anni.
Ora Simone ne ha 26 di anni e ha deciso di riprendere la sua vita in mano con la sua seconda passione, trasmessa dal nonno, autista d’autobus; quella dei trasporti. Trasferitosi nei pressi di Milano, l’ATM ha deciso di assumerlo dopo un lungo corso che lo porterà a breve a guidare i tram per la città. Il classico desiderio del bambino con il trenino giocattolo che diventa realtà. Perché d’altronde i sogni sono sempre sogni, e quindi perché precluderseli.
A cura di Filippo Rocchi
All'Alfredo Viviani i lucani affrontano la squadra di Colombo nel match valevole per la sedicesima…
All'Alberto Pinto il derby campano tra Casertana e Giugliano, valevole per la sedicesima giornata di…
Tutti gli aggiornamenti nel turno di C di questo weekend. Torna il campionato di Serie…
Allo Iacovone i pugliesi sfidano la squadra di Auteri nel match valevole per la sedicesima…
Stagione che sembrava già finita lo scorso ottobre, poi il recupero lampo. Ha quasi dell'incredibile…
Altri problemi in vista in casa giallorossi. Cancellata la partita di campionato, ecco quando si…