Pescara, papà Edmondo e la nuova sfida con la Pianese, Prosperi: “Sono nel posto giusto”
L’allenatore della Pianese è intervenuto a LaCasadiC.com per parlare dell’inizio di stagione e degli obiettivi.
La carriera di Fabio Prosperi, da giocatore prima e allenatore dopo, è stata sempre caratterizzata da legami intensi e spesso indissolubili. La partenza da casa, Pescara, e l’arrivo finale a Taranto, scelta di vita definitiva. Tra successi e sconfitte, decisioni sbagliate e scommesse vincenti, fino alla nuova vita con la Pianese.
“La promozione in Serie C della scorsa stagione resterà sempre qualcosa di indimenticabile, competere con squadre come Livorno o Grosseto è stato difficile ma anche entusiasmante“. Coraggio, ma soprattutto voglia di riconquistare quella categoria assaporata soltanto due anni anni prima con il Campobasso.
“Mi è dispiaciuto perché per me sarebbe stata una grande occasione, quella mancata iscrizione arrivò quasi a sorpresa“. Nessun rimpianto, ma solo tanta fiducia nei propri mezzi e nel lavoro quotidiano. Rimboccarsi le maniche e ripartire.
Il calcio, però, sa anche costruire trame perfette, incroci che sembrano quasi uno strano scherzo del destino. Già, perché la prima vittoria tra i professionisti al “Comunale” di Piancastagnaio è arrivata proprio contro la squadra molisana: “Rivincita personale? Assolutamente no, sia io che il Campobasso siamo stati ripagati con la vittoria di due campionati difficili”.
Prosperi: “Sambenedettese? Situazione difficile”
Spesso, per ritrovare equilibro e nuovi obiettivi di vita, bisogna anche passare da scelte sbagliate: “Dopo la mancata iscrizione in Serie C del Campobasso accettai l’offerta della Sambenedettese, una decisione dettata dal grande blasone di una piazza come San Benedetto. Mi sono ritrovato invece in una situazione ridicola, dove non ho mai potuto fare calcio“. Ecco quindi il bivio, la scelta vincente che fa ripartire tutto.
“La chiamata della Pianese arriva grazie al rapporto con il Ds Cangi. Avevamo già lavorato insieme con il Vastogirardi in Serie D, ha voluto fortemente la mia presenza”. Una squadra e un allenatore con un unico grande obiettivo in testa, provare a stupire e -magari- riconquistare la Serie C.
“Pianese realtà solida con una società presente”
Lavoro, sacrificio ma anche una certa ambizione. Fabio Prosperi, però, è anche un allenatore sincero, senza filtri, che sa fissare gli obiettivi guardando in faccia la realtà: “Ripetere il posizionamento della scorsa stagione è ovviamente difficile, la Serie C è un campionato dove non puoi mai dare nulla per scontato“. Umiltà ma anche idee chiare: “Si è detto che il Perugia con noi ha sofferto solo 18 minuti, al 47′ aveva subito invece sei/sette occasioni clamorose. Abbiamo giocato una grande partita per ben 70 minuti. Così come successo nell’ultima gara con il Campobasso”.
E poi la realtà Pianese, una comunità piccola ma organizzata: “Ho trovato una realtà solida dove si può lavorare serenamente, non manca nulla. Ci sono ottime strutture e una società presente dal punto di vista economico, abbiamo sempre avuto lo status di professionisti anche in Serie D. Chi viene qui si trova bene. Il nostro obiettivo sarà la salvezza e ci vogliamo provare in tutti i modi”.
“Sulle orme di papà Edmondo”
La quarta giornata di campionato vedrà la sua Pianese sfidare il Pescara all’Adriatico, un confronto tra passato e presente: “Per me sarà una grande emozione tornare a casa, soprattutto perché forse riuscirò a riportare mio papà allo stadio dopo tanti anni. Io sono nato e cresciuto guardando il Pescara”. Anni in cui il piccolo Fabio si approcciava al calcio seguendo da vicino papà Edmondo, vice di Giovanni Galeone negli anni d’oro della squadra abruzzese: “Durante quelle stagioni l’Adriatico era un delirio, le squadre entravano dall’ingresso Maratona e io aspettavo il segnale di mio papà per entrare in campo. Ricordo che in un Pescara-Milan mi ritrovai davanti Gullit, Rijkaard e Van Basten, fu un’emozione incredibile nonostante il risultato finale” (ride, ndr).
Immagini indelebili di quelle stagioni e di papà Edmondo, che lo ha ispirato anche nella sua carriera da allenatore: “Mio padre è stato quasi determinante per le sorti di Galeone a Pescara, aveva delle idee particolarmente innovative. Forse io sono più lavoratore (ride, ndr) però è una persona che aveva progetti davvero interessanti. Mi ispiro a lui“. Concetti semplici e chiari, anche fuori dal campo: “Sono una persona tranquilla, lascio ampiamente liberi i miei calciatori anche nel pre-partita. Non ho cambiato nulla rispetto a quando ero un calciatore”. Emozioni, origini e nuovi percorsi di vita, un costante richiamo tra passato e presente. Dal Milan degli olandesi alla prima da allenatore all”Adriatico“, un ingresso in campo che stavolta avrà un sapore diverso.