Dalla ‘contrada’ al rapporto con papà Michele, Mignani: “Ho già realizzato il mio sogno”
L’attaccante della Pianese è intervenuto a LaCasadiC.com per parlare di presente e futuro, tra idoli e nuovi obiettivi.
Famiglia. Partiamo da qui, da un concetto così semplice ma -allo stesso tempo- così profondo. Per Guglielmo Mignani significa tutto, è papà Michele o il fratello Carlo, è Siena o più semplicemente la propria contrada: quella del Bruco. Affetti immersi in un presente che, adesso, lo vede protagonista con la maglia della Pianese: “Con papà (ora allenatore del Cesena, ndr) ho un bel rapporto, sono il suo primo tifoso ed è la stessa cosa per lui nei miei confronti. Ci sentiamo quotidianamente, mi dà consigli e mi chiede sempre degli allenamenti. Quando può guarda le mie partite”.
Un lungo viaggio tra i ricordi sbiaditi di un Michele Mignani calciatore e le prime emozioni provate nell’ammirarlo in panchina: “Quando lui giocava io ero piccolo e ricordo ben poco, diciamo che ho avuto modo di osservarlo più da vicino in qualità di allenatore”. Momenti felici e, altri, decisamente più difficili: “Ho ancora impresse le immagini del giorno in cui il Bari ha vinto il campionato di Serie C e, purtroppo, della finale playoff persa con il Cagliari“. Sensazioni bilanciate che hanno, però, un inizio: “Il primo vero ricordo che ho di lui risale alla parentesi vissuta, in Serie D, con l’Olbia. Vinse la finale playoff, ottenendo poi il ripescaggio in Serie C. Una bella emozione”.
E poi Siena, il Siena e la contrada: “È la mia città, la squadra dove mio papà ha fatto la storia e che ho tifato fin da piccolo. Ho sempre detto che un giorno tornerò a indossare quei colori”. E il Palio? “Lo vivo con grande intensità, sono un contradaiolo del Bruco, a causa della distanza sono meno presente ma il sentimento è sempre forte. Per me la contrada significa famiglia, lì ho tutti i miei amici. Un mondo bellissimo che ci sarà sempre per me”.
Semplicità e famiglia, appunto. Cresciuto da sempre a pane e calcio, già a partire dalle infinite sfide “casalinghe” con Carlo, suo fratello: “Ero sempre quello più scarso (ride, ndr). Nonostante lui sia più piccolo di tre anni mi ha sempre battuto in tutto, gli auguro di trovare presto il percorso giusto. Se lo merita”. Origini, mentre il tempo continua a scorrere e la vita di Guglielmo sembra aver imboccato finalmente la strada giusta.
La rinascita e il rapporto con Prosperi: “Per me è un punto di riferimento”
Ripartire, e poi rinascere. Dal settore giovanile della Fiorentina fino ai dilettanti, prima di una nuova vita: “Piancastagnaio è una realtà perfetta per il calcio, c’è una società presente che non ci fa mai mancare nulla. Si può lavorare tranquillamente e lo scorso anno mi ha permesso di realizzare una grande stagione in Serie D. Ho un grande rapporto con Prosperi, gli sarò grato a vita per tutto quello che ha fatto per me. Ha rappresentato un punto di svolta per la mia carriera, è un vero riferimento”.
3898 buoni motivi per darsi un’altra opportunità, esattamente come il numero di abitanti che popola il comune più piccolo dell’intera Serie C. Una comunità che vuole continuare a sognare affidandosi, perché no, anche ai goal di Mignani: “Venivo da stagioni in cui non ero riuscito a fare la differenza, qui sono migliorato tanto a livello caratteriale. Adesso ho la consapevolezza di poter stare in un campionato professionistico, fino a qualche anno fa pensavo fosse qualcosa di irraggiungibile”. Umiltà, fiducia e lavoro, basi importanti per costruire un futuro diverso.
Sogni, idoli e prime volte
Tra ricordi e presente è poi il tempo di dedicarsi anche agli idoli. Nel caso di Guglielmo la scelta non è banale, ma porta a un calciatore dal talento immenso e dal carattere dirompente: “Dico assolutamente Mario Balotelli, ero un suo grande fan. Aveva un talento incredibile, una novità importante per tutta l’Italia fino a quel momento. Due ricordi mi legano in particolar modo a lui: la doppietta contro la Germania e il titolo vinto con il Manchester City“. E oggi? “Guardo con grande ammirazione sia a Immobile che Belotti, per caratteristiche mi ispiro a loro due“. In mezzo, ovviamente, anche il pensiero ai primi goal importanti: “Sicuramente, in questa classifica, devo inserire la prima tripletta della mia carriera con la Pianese e il primo goal tra i professionisti contro il Campobasso. Poi, ovviamente, anche la prima volta con il Siena”.
Sui sogni invece: “Il mio l’ho già realizzato ed era arrivare nei professionisti, a me piace pensare solo al presente e a fare bene durante questa stagione. Nel calcio per poter ambire a qualcosa di importante bisogna saper lavorare duro e perseverare“. Una vita semplice, dentro e fuori dal campo. Magari accompagnata anche da un buon bicchiere di vino rosso: “Diciamo che ogni tanto, quando vado fuori a cena con gli amici, mi piace concedermi questo piccolo piacere”. Normalità. Ma alla fine, cosa sceglierebbe tra una vittoria al Palio della contrada del Bruco e la doppia cifra in Serie C? “Vado sul sicuro e scelgo entrambe le cose” (ride,ndr). Testa ai ricordi, sguardo al presente. Voglia di emergere, sulle orme di papà Michele, con Siena nel cuore.