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Picerno, la cura Colucci funziona: ora i playoff sono un traguardo possibile

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Vola e si diverte sulle ali della spensieratezza il Picerno di Leonardo Colucci. L’ultima roboante vittoria contro il Monopoli si aggiunge alla lista delle big del Girone C di Serie C, cadute nella ragnatela del club lucano. Da quelle parti, infatti, sono state fermate Palermo, Foggia ma anche Avellino e Catanzaro (nel girone di andata). Risultati e punti accumulati che stanno permettendo al Picerno di sognare sempre più in grande, con l’attuale decimo posto in classifica che significherebbe qualificazione ai playoff. 

Picerno, entusiasmo e spensieratezza

La formazione guidata da Leonardo Colucci può contare e fare leva su due ingredienti fondamentali, che stanno spesso alla base del successo di ogni progetto: entusiasmo e spensieratezza. Il Picerno ha infatti iniziato la stagione con l’obiettivo salvezza. Mantenere la categoria per poi costruire man mano una squadra che potesse aspirare a qualcosa in più. Effettivamente il campionato non è partito nel migliore dei modi con la guida di Antonio Palo. La sconfitta interna contro la Virtus Francavilla di metà novembre ha segnato un crocevia nella stagione dei lucani. Esonero per l’allenatore e cambio in panchina, con l’arrivo di Leonardo Colucci. L’ex calciatore di Bologna e Cagliari, tra le altre, ha trasformato letteralmente la squadra, sia a livello di gioco che a livello di risultati. Media di poco più che 1 punto e mezzo a partita e prestazioni via via sempre più convincenti. L’ultima proprio nel 25esimo turno, quando il Picerno, per 3-0, ha letteralmente sovrastato il Monopoli, vera e propria sorpresa del Girone C, nonché seconda forza del campionato – fino a quel momento – alle spalle della capolista Bari.

Un risultato quindi notevole, dopo un inizio di 2022 un po’ a singhiozzo. Tre punti che permettono ai lucani di posizionarsi attualmente al decimo posto in classifica, l’ultimo valevole per una clamorosa qualificazione ai playoff a fine stagione. Qualcosa che, fino a pochi mesi fa, sarebbe stato quasi utopico pensare. Ora, abbiamo invece la conferma che il Picerno visto fino ad oggi sta letteralmente bruciando le tappe, facendo sognare un piccolo paese di poco più di 5 mila anime.

Fattore Giacomo Parigi

Tra gli artefici della spettacolare vittoria contro il Monopoli, c’è sicuramente Giacomo Parigi, attaccante appena approdato in Basilicata dal Campobasso. Nato ad Arezzo nel 1996, Giacomo ha diviso la sua gioventù calcistica tra l‘Arezzo e l’Atalanta. Con la primavera dei bergamaschi arriva a giocare una sessantina di partite, segnando circa 20 gol. Divide lo spogliatoio e il campo anche con Filippo Melegoni e Franck Kessiè, all’epoca giovani talenti in rampa di lancio. Non riesce ad arrivare a debuttare in prima squadra, anzi, l’Atalanta decide di mandarlo in prestito per farlo maturare. Prima Cosenza, poi Forlì, Akragas e Virtus Francavilla. Stagioni di crescita, ma sul piano calcistico non indimenticabili. I gol sono pochi e cresce la necessità di trovare nuove esperienze in cui mettersi in discussione.

Nella stagione 2018/19 approda alla Paganese, dove è perno del reparto offensivo e riesce a mettere a segno 6 gol e 6 assist. L’anno ancora successivo passa all’Olbia e poi alla Vibonese. 56 presenze e 7 reti totali. Sì, non numeri particolarmente eccezionali a livello realizzativo, ma la sua presenza in campo si dimostra sempre più importante. Smista palloni, pulisce il gioco ed è il riferimento offensivo là davanti. Nella stagione in corso arriva al Campobasso: gioca con regolarità, ma fatica a segnare. A fine gennaio, quando gli si presenta l’occasione Picerno, Giacomo non ci pensa due volte. Firma e inizia la sua avventura in Basilicata. Avventura che comincia nel migliore dei modi: esordio con la nuova maglia e gol contro il Monopoli dopo appena 4′.

Debutto da sogno per il centravanti toscano che ora spera di essersi definitivamente sbloccato e di aver trovato a Picerno il suo posto nel mondo, in cui esprimersi al massimo per riprendere slancio in vista del prossimo futuro.

A cura di Tommaso Ferrarello