Inside Picerno, Albertazzi: “Portiere? Da piccolo neanche volevo giocare. Il mio idolo è Buffon” | VIDEO
Continua a volare e stupire il Picerno, che grazie al successo per 0-2 contro l’Avellino nell’ultimo turno, si è portato al quarto posto nel girone C di Serie C con ben 53 punti in 33 partite. Idee, ambizione, organizzazione e una solidità difensiva importante, con appena 30 gol subiti, la squadra di Longo è la terza miglior difesa del girone dietro solo a Catanzaro e Crotone.
“Abbiamo dimostrato di volere e soprattutto di poter stare tra i grandi… Siamo una piccola realtà, ma abbiamo grandi sogni”. Pensieri e parole di Mirko Albertazzi, portiere classe ‘97 del Picerno, grande protagonista nella stagione spettacolare della squadra allestita dal dg Vincenzo Greco. “Vogliamo tutti che la nostra favola continui… Lottiamo per qualcosa di bello, che sentiamo nostro. È questa la forza del Picerno…”. Una favola bella e speciale, un po’ come la sua…
Picerno, Albertazzi: “Non volevo giocare a calcio”
Già, perché Albertazzi il portiere non voleva neppure farlo… “Non volevo proprio giocare a calcio a dire la verità (ride)! Ricordo che mamma mi portava al campo dietro casa ed io mi fermavo alla recinzione… poi vedendo tuffi, salti ecc, un giorno le dissi… ‘Mamma ma queste cose posso farle anche io?’… Lei sorridendo mi rispose… ‘Beh, però bisogna superare la recinzione del campo prima…‘. Da lì è iniziato tutto… Mi sono ancor più innamorato del mio ruolo grazie a Buffon… Di quelli di oggi mi piace Maignan, portiere spettacolare… è forte in tutto!”.
Ricordi e aneddoti non mancano. Dieci anni nel settore giovanile del Bologna, dagli 8 ai 18 anni, una fetta importante della tua carriera… “Un’esperienza incredibile! Li mi hanno insegnato i valori veri: umiltà, sacrifico, lavoro, tutto… E poi dai, allenarsi con gente come Diamanti e Gilardino… Alino è un mostro, ha un piede pazzesco, faceva 100 tiri, di grazia se riuscivi a parargliene tre…”. Dal passato al presente, con uno sguardo verso il futuro, perché le favole sono fatte per intrecciarsi, così come tra Albertazzi e il Picerno…
Si ringrazia Giovanni Caporale per la collaborazione