25 punti in 13 partite. Sono quelli ottenuti dal Picerno da quando Leonardo Colucci siede sulla panchina del club lucano. Marcia da piena zona playoff, quella che il club rossoblù occupa con 39 punti, gli stessi di Turris e Foggia. Ritratto di una neopromossa che in tre mesi è passata dalla lotta salvezza alla concreta possibilità di partecipare agli spareggi promozione. L’1-0 sulla Juve Stabia ha rappresentato la terza vittoria sulle ultime quattro partite giocate nel gruppo C di Serie C: tutte ottenute tenendo la porta inviolata, come il blitz di Catania e il 3-0 al Monopoli dimostrano.
La firma maiuscola è proprio quella di Colucci: subentrato a Palo a metà novembre, è entrato nella testa dei calciatori e ha dato nuova linfa al Picerno. Senza alcun cambio di modulo o stravolgimento tattico. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. E pensare che il 5 agosto il Picerno non sapeva neanche in che categoria avrebbe giocato e che al primo turno di campionato, a Palermo, mancavano “i giocatori da mettere in campo” come ha spiegato il direttore generale Vincenzo Greco. La zona playout è distante 13 punti. Tanti, un’infinità per chi puntava a quota 40 come assoluta priorità. E la firma su questa cavalcata la sta mettendo Colucci. Merito anche di un legame sincero che l’allenatore ribadisce più volte. “Quando parlo del sud mi emoziono”. Un pensiero trasmesso al gruppo, una frase virtualmente scolpita sulla lavagnetta degli spogliatoi.
In campo il totem è Reginaldo. Classe 1983, nessuna voglia di fermarsi dopo una vita in A e i passaggi per Monza, Reggio Calabria e Catania. L’attaccante brasiliano è già a quota 6 gol e 2 assist con il Picerno in stagione: un bottino unito a prove da leader. “Dobbiamo raggiungere prima di tutto la salvezza – raccontava qualche settimana fa a Fanpage – una volta centrato l’obiettivo cercheremo di porci altri traguardi ma prima di tutto viene la salvezza. Avevo altre richieste, anche interessanti, ma non mi hanno dimostrato la voglia di avere Reginaldo in squadra come il Picerno”. Parola di chi ai tempi del Siena era stato sondato anche da Mou per portarlo all’Inter. “Non rimpiango nulla di quello che ho fatto in Italia e che ancora farò, visto che ho ancora voglia di giocare” il suo slogan. Evidentemente arrivato nel cuore e nella testa di un gruppo che ha tanti elementi al primo anno in C.
E martedì per il Picerno sarà tempo di andare a Bari. In quel San Nicola dove i lucani hanno giocato due volte, senza mai far gol: 0-0 nella Poule Scudetto della Serie D 2018/19, ko per 3-0 l’anno dopo in C. “Stiamo facendo qualcosa di straordinario e ora ci manca l’ultimo sforzo per raggiungere e superare quota 40 – ricorda il dg Greco – anche se ci riteniamo tranquilli non dobbiamo fermarci”. E quella di Bari sarà una sfida speciale anche per Colucci, una carriera vissuta lontano da casa e radici a Cerignola, in provincia di Foggia. “Ho sempre giocato e allenato al nord – il mantra dell’allenatore – qui mi sento a casa, parlo anche in dialetto”. E a giudicare dai risultati, si fa capire molto bene.
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