Pierini, dal tiki taka al Sassuolo con Cannavaro e Frattesi. “Ora voglio solo godermi il Cesena”
Doti tecniche da fantasista, velocità e inserimenti: Nicholas Pierini è diventato una risorsa importante per Viali e il suo Cesena. Se è stato un po’ difficile tornare in forma dopo un periodo difficile, ora l’attaccante classe ’98 sta trascinando la squadra con i suoi gol. Si è sudato il posto con prestazioni convincenti, segnando 6 gol in 8 partite e ritrovando in campo un nuovo ruolo: “Ho sempre giocato come esterno alto sia a destra sia a sinistra nel 433, ma l’ultimo anno e mezzo ho fatto seconda punta o trequartista. In quel ruolo si ha la scelta libera di muoversi e di usare la fantasia. A dirla tutta, mi sto trovando meglio così“.
Pierini, Cesena: “Ora ho ritrovato la fiducia in me stesso”
“Mi sono sempre impegnato sin dal primo momento qui a Cesena, ma non facevo gol e faticavo a trovare la titolarità. Questo l’ho sofferto parecchio“. Per Nicholas Pierini, arrivato in bianconero nell’agosto del 2021, non è stato facile inserirsi in una squadra ben collaudata dopo prestiti ed esperienze dalla doppia faccia. William Viali ha rappresentato una svolta per l’attaccante con il numero 10. “Ero fuori allenamento, non riuscivo a dare il meglio. Parlando con l’allenatore ho poi ritrovato quello stimolo e quella fiducia in me stesso per riuscire a sbloccarmi e ritrovare i gol. Mi ha aiutato tanto, mi ha parlato spesso“.
Dopo la Serie B con Spezia, Cosenza e Ascoli, arrivare in Serie C e non giocare è stato un duro colpo da digerire. “Già di mio se sto in panchina rosico parecchio, non sto bene con me stesso. Dopo la partita con la Reggiana dove non sono nemmeno sceso in campo c’è stata la svolta, dovuta appunto anche dalla chiacchierata con Viali, ma poi deve partire da dentro quello stimolo e quello forza di reagire“. Dalla partita con la Fermana in poi, abbiamo quindi assistito alla svolta: ruolo da titolare e tanti gol.
La Spagna e il tiki taka
La sua storia calcistica, ma anche di vita, inizia a Cordoba. In quegli anni suo papà Alessandro, ex Udinese e Fiorentina, giocava proprio nel club spagnolo, nel quale poi avrebbe anche allenato. “Ero ancora molto piccolo, ma là ho potuto conoscere un calcio molto diverso. Negli allenamenti non c’era quasi mai corsa senza palla, tutto molto tecnico, il classico tiki taka. In Italia è un lavoro molto più fisico e tattico. Con il senno di poi forse sarei rimasto in Spagna, mi piace palleggiare, creare un calcio propositivo e bello da vedere. Sono cresciuto lì e mi sono trovato molto bene. Un giorno mi piacerebbe tornare“.
Tornato in Italia è arrivato il Parma, la prima società a credere in lui inserendolo in Under 17. Dopo il fallimento, Nicholas Pierini si trova a dover decidere della sua carriera: “Tutti i miei ex compagni del Parma andarono al Sassuolo con il direttore Francesco Palmieri. Io dovevo firmare con l’Empoli ma sono andato via da lì lo stesso giorno in cui sono arrivato, anche per raggiungere i miei vecchi compagni e ritrovare Palmieri, che già conoscevo e che mi ha voluto fortemente: era stato lui a portarmi dalla Spagna a Parma“.
Pierini e il Sassuolo: “Cannavaro e Magnanelli mi aiutarono tantissimo”
A Sassuolo la musica cambia, e Pierini esplode in poco tempo. Al suo primo anno, in Under 19, colleziona 25 presenze su 26 condite da 19 gol (4 doppiette, una tripletta e un poker) e 5 assist. La sua qualità viene presto notata anche in prima squadra: “Venendo da Cordoba non pensavo che sarei riuscito a fare quello che ho fatto in Primavera in così poco tempo, guadagnandomi anche la prima squadra con Di Francesco, senza però esordire. I primi allenamenti ero un po’ timido, avevo paura di sbagliare, magari se lo fossi stato meno, chissà…”. Con Cristian Bucchi in panchina, nella stagione 2017/2018, troverà l’esordio in Serie A accumulando 3 presenze con Napoli, Milan e Bologna.
La timidezza però passa quando ti ritrovi in mezzo a certi campioni, abituati a prendersi sotto l’ala protettiva i giocatori più piccoli: “Mi hanno aiutato molto Paolo Cannavaro e Francesco Magnanelli. Con la loro esperienza avevano aiutato anche altri giovani a crescere, a fargli fare le scelte giuste e tranquillizzarli. L’anno scorso mi sono sentito con Cannavaro, mi ha scritto lui dicendomi che mi sta seguendo, e che non devo mollare”. In quel periodo ottiene anche 4 presenze in Nazionale, conoscendo tanti altri campioni come Locatelli, Cutrone e soprattutto Frattesi, che poi ritroverà a Sassuolo: “Sono davvero contento per lui, perché finalmente è riuscito a trovare il posto che merita. Un bravissimo ragazzo, molto forte, che meritava di arrivare anche prima. Nel calcio, serve anche un po’ di fortuna“.
“Sono qui con umiltà, non mi pongo limiti”
Già passato il giro di boa in campionato, in questa seconda parte di stagione si tireranno le somme. Mire future? “Non le dico perché queste cose mi hanno sempre portato sfortuna, però come calciatore la cosa migliore sarebbe risalire di categoria prima possibile, come lo vorrebbero tutti. Vado avanti giorno dopo giorno, ora mi godo il Cesena, questo momento, e l’opportunità di giocare in una grande società che merita di più. Sono arrivato con umiltà, senza pormi alcun limite o obiettivi da raggiungere. Voglio godermi la piazza, senza pressioni. Per me è importante rimanere sereno“.
A cura di Lucia Arduini