Home » Braglia: “A Gubbio per provare un altro miracolo. Mbakogu è qui con me perché vuole rilanciarsi” | VIDEO

Braglia: “A Gubbio per provare un altro miracolo. Mbakogu è qui con me perché vuole rilanciarsi” | VIDEO

Piero Braglia Gubbio

Piero Braglia ha scelto di ripartire dal Gubbio. La ventesima squadra in una carriera da record: più di mille panchine, 6 promozioni di cui 4 dalla Serie C alla Serie B passando dai playoff. L’allenatore di Grosseto e il Gubbio hanno aperto le porte del centro sportivo ‘Beniamino Ubaldi’ a La Casa di C per un’intervista esclusiva a tutto campo.

Piero Braglia Gubbio

Braglia: “Il presidente Notari vuole vincere il campionato nel giro di 3 anni. Le motivazioni sono la chiave per non smettere di allenare”

Il Gubbio. Il lavoro sinergico con il direttore sportivo Davide Mignemi e il suo fedelissimo vice Domenico De Simone. Un nuovo inizio dopo un brusco stop per Braglia, che non vede l’ora di rimettersi gioco. Con il solito entusiasmo e senza porsi limiti. Tant’è che ha firmato un biennale rispetto al classico contratto annuale che ha da sempre prediletto: Non mi è piaciuto con cui ho finito l’anno scorso. Il Gubbio mi ha offerto la possibilità di lavorare con i giovani su cui la società punta, ha molti classe 2001. Mi è piaciuto il progetto e ho capito che c’erano i presupposti per ripartire. A Gubbio c’è la base per poter lavorare. Il presidente Sauro Notari nel giro di 2, 3 anni vuole cercare di vincere il campionato. La priorità è darci da fare e far crescere i giovani che ci sono in questa squadra. Sono tanti e sono anche bravi”.

Da allenatore sono arrivato dalla Serie D alla Serie B da solo. Continuerò a essere solo. Quello che mi permette di continuare ad allenare sono le motivazioni, il divertimento, stare con i ragazzi. Poi vediamo se riusciamo a fare un altro miracolo. Il calcio fa sì che tu possa sognare di fare qualcosa di importante anche sei un piccolo club di una piccola città. Ripeto, vediamo alla fine”.

Gubbio Mbakogu

Braglia: “Mbakogu mi ha chiamato per chiedermi una mano e ha fatto sacrifici economici per essere qui. Può fare la differenza”

Sta nascendo il Gubbio di Braglia, ma anche di Mbakogu. Un colpo da novanta per i rossoblù umbri. Nato così: “Jerry negli ultime 3 anni non è mai voluto venire con me perché non stava bene. Quest’anno mi ha chiamato lui. Mi ha detto: ho bisogno di una mano, di rilanciarmi, sto passando l’estate a lavorare. Gli ho detto: Jerry, parliamo con la società e vediamo che si può fare. Lui è venuto molto incontro rispetto alle sue abitudini e abbiamo deciso di fare questo campionato insieme. Se torna quello che conosciamo farà la differenza in tutte le partite, in casa e fuori.

Braglia Avellino

Braglia: “L’esonero ad Avellino? Non hanno funzionato parecchie cose, ma abbiamo perso solo 3 partite in un anno…”

La mete è proiettata al futuro, ma è inevitabile fare un passo indietro e parlare per la prima volta dall’esonero deciso dall’Avellino lo scorso febbraio dopo la sconfitta a Francavilla Fontana:Non hanno funzionato un sacco di cose, ma quando viene esonerato l’allenatore vuol dire che ci sono parecchi problemi. Eravamo quarti quando sono stato esonerato. Abbiamo perso 3 partite in un anno. Non ho mai detto che l’Avellino era una squadra da primo posto, ma da terzo in avanti. Basta riascoltare le mie dichiarazioni. Le considerazioni le ha fatte e le decisioni le ha prese la società. Io ho fatto il mio lavoro al meglio di quello che potevo fare in quel momento”.

Braglia Gubbio

Braglia: “Nel girone C Catanzaro, Crotone e Avellino in prima fila ma è sempre il campo e non il mercato il vero giudice”

Piero Braglia, un veterano del girone C. Così esperto da sapere che c’è un solo giudice in grado di stabilire chi sarà a spuntarla alla fine: Il mercato lo vincono in tanti, ma poi c’è la prova del campo. La squadra che vince è quella lavora meglio, che ha più possibilità e motivazioni. Le motivazioni fanno parte anche di gruppi già costruiti come il Catanzaro e il Crotone, che sta allestendo una rosa forte perché è appena retrocesso. Catanzaro, Crotone e Avellino se la giocheranno per il primo posto, ma insieme a tante altre possibili club. Ripeto, è sempre e solo il campo a stabilire chi è la squadra da battere”.

Braglia: “Non mi aspettavo l’esonero di D’Angelo a Pisa, felice di vedere il Cosenza ancora in Serie B”

Catanzaro, Juve Stabia, Cosenza e Pisa hanno brindato alla Cadetteria B con Braglia, che all’Arena Garibaldi ci è tornato, da spettatore, pure quest’anno: “Sono andato a vedere due, tre partite a Pisa. Lo stadio sempre pieno, un tifo incredibile. Non mi aspettavo che D’Angelo sarebbe stato mandato via dopo quello che ha fatto. Un lavoro incredibile. Evidentemente contano sempre e solo i risultati e la proprietà voleva vincere il campionato”.

Da chi ha sfiorato la A a chi ha difeso la B: “A Cosenza finì male, ma in quel caso era normale che fosse così. Quando perdi 5 partite di fila ci sta che la proprietà possa esonerarti. Anche oggi ho parlato con un amico di Cosenza. A Cosenza ci sono stato 3 anni, sono stato bene e sono felice che continuino a fare la Serie B.

Gubbio Calcio

Braglia e l’amico Tesser: “Se proprio devo perdere lo scettro dell’allenatore più vincente in C spero che sia per merito suo”

Braglia è stato agganciato da Tesser nella speciale classifica degli allenatori con più promozioni dalla C alla B. La rivalità sportiva cede il passo all’amicizia e alla stima reciproca: “Ho mandato un messaggio oggi a Tesser, per un giocatore. Attilio è un amico. Se proprio devo essere perdere del tutto il primato mi auguro che sia Attilio a staccarmi”.

Braglia Gubbio

Braglia e il calcio contemporaneo: “Troppi intrallazzi, ma sono solo una pedina in un mare grosso”

Piero Braglia, 68 anni il prossimo 10 gennaio. Non solo allenatore, ma anche centrocampista con le maglie di Montevarchi, Cremonese, Fiorentina, Catanzaro, Triestina, Catania e Rondinella. In un calcio di altri tempi: “La Serie A l’ho fatta da giocatore e per diversi anni. Il calcio di adesso? Sono cambiate le persone, i giocatori e i dirigenti. C’è molta meno pazienza e umanità. Ci sono troppi intrallazzi, i procuratori. Ci sono tante cose che andrebbero registrare meglio. Ma io sono solo una pedina e questo è un mare grosso… sorride, sornione, e conclude Braglia.

A cura di Marco Festa