Dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia il passaggio può essere difficile. La saudade siciliana spesso fa effetto, specialmente se la destinazione è l’estremo nord. Ma a Roberto Pirrello non spaventa la nuova avventura al Pordenone, anzi. Il difensore centrale classe ‘96 ha fame di ripartire dopo le ultime stagioni non al meglio. Chi meglio di Di Carlo e l’ambiente neroverde per rimettersi in gioco.
Eppure non è stato sempre così. Da giovane in Sicilia sembra un predestinato. Un’etichetta inevitabile se ti fai tutte le giovanili con la maglia del Palermo e anche qualche comparsata in nazionale: prima nell’Under 16, poi nell’U17 con Bonazzoli al fianco. Esordisce con la primavera rosanero a 16 anni e già alla prima stagione sfiora la vittoria del Torneo di Viareggio. L’unica squadra a fermare quel Palermo è stata l’Anderlecht di Dendoncker (ora al Wolverhampton). Stessa cosa due anni dopo, però questa volta, i siciliani perdono in finale contro la Juventus allenata da Fabio Grosso.
In quella stagione ha racimolato anche qualche panchina in Serie A chiamato da Ballardini. La prima contro l’Atalanta di Denis e del Papu Gomez con Gilardino punta del Palermo. Dopo la breve esperienza in prima squadra, nella stagione 2016/2017 va in prestito al Livorno dove gioca appena una partita in Coppa Italia e viene nuovamente girato, questa volta al Siracusa. Sotto la guida di Andrea Sottil, il difensore cresce visibilmente e diventa un pilastro di quella squadra che poi raggiungerà i playoff.
Con sicurezza e sacrificio si conquista un posto tra i fedelissimi dell’attuale allenatore dell’Udinese che se lo porta con sé anche la stagione successiva ancora al Livorno. Una stagione magica per Pirrello che vince il suo primo campionato di Serie C. Indimenticabile il gol nel derby contro la Carrarese di Tavano e Baldini. Un rendimento sensazionale che gli regala il ritorno a Palermo, nella sua prima stagione in Serie B. Tedino lo fa esordire in cadetteria contro il Foggia e segna anche il suo primo gol nella categoria, ma lo spazio che riesce a ritagliarsi è poco. Come nella prima parte dell’anno successivo a Empoli, prima di passare al Trapani. Nella stagione 2020/2021 torna in Toscana ed è uno dei “protagonisti silenziosi” della promozione in A della squadra di Dionisi insieme ai vari Bajrami, Cambiaso e Viti. L’ultima esperienza è stata al Cosenza: 7 presenze in stagione e una retrocessione scongiurata solamente ai playout.
Ora la ripartenza porta il nome del Pordenone. Un ritorno in Serie C che può ridare quel qualcosa in più a Pirrello. 3
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