Dalle promozioni in C con il Chievo al record con il Catania degli argentini: Maran vicino al rilancio con il Pisa
“Non serve strappare le pagine della vita, basta saper voltar pagina e ricominciare”. Rialzarsi, ricominciare e rilanciarsi. E’ questo quello che sicuramente sta pensando Rolando Maran. Non servono le presentazioni, ma per l’allenatore parla la sua carriera. Dopo l’esonero di Genoa nel 2020 sente il bisogno di dover ripartire. L’occasione sta per arrivare. Il percorso di Maran è vicino a ripartire da Pisa, è quasi fatta per il suo arrivo, mancano solo le firme e l’annuncio. I toscani vogliono affidarsi alla sua esperienza per provare a superare la delusione della sconfitta con il Monza. Il Pisa deve rialzarsi e Maran rilanciarsi, insieme possono ricominciare per provare a raggiungere l’obiettivo della promozione.
Promozione che in carriera per Maran è avvenuta due volte da calciatore con il Chievo e sfiorata da allenatore con il Varese, proprio in B. Nel mezzo tante salvezze e un percorso fatto solo di salite. Partito dalla C e arrivato in Serie A: l’apice con il record di punti a Catania.
Tango argentino e prodezze di Lodi: Maran sfiora l’impresa con il Catania
Era il 2012-13, quello dove il Catania parlava per lo più argentino. Le giocate del Papu, le melodie di Spolli, la grinta di Almiron e Izco, il finalizzatore Bergessio e chi più ne ha e più ne metta. Una stagione formidabile resa possibile anche dalla gestione del gruppo di Maran. L’allenatore il direttore di un’orchestra perfetta, capace di muoversi a memoria e risultare una spina nel fianco anche per i top club.
A rendere l’annata ancor più positiva ci hanno pensato le prodezze di Lodi. Regista e finalizzatore degli Etnei, che con le sue prodezze ha regalato perle memorabili ai tanti tifosi d’Italia. Il Catania sfiora l’Europa e chiude all’ottavo posto in campionato riuscendo a registrare il record di punti, 56 per la precisione, in Serie A per i siciliani. L’apice di una carriera che lo ha visto protagonista di tanti obiettivi raggiunti, partendo sempre dalla C.
Maran e Verona nel destino
Rolando Maran e la storia d’amore con Verona. Un po’ come l’affascinante storia di Romeo e Giulietta. Da giocatore fino al ritorno da allenatore, lasciando un segno indelebile nella storia del club. In campo ci ha dedicato quasi un’intera carriera al Chievo. Nove stagioni riuscendo a diventare capitano e trascinatore con due campionati vinti da protagonista. Il primo dalla C2 alla C1 e poi nel ’93-’94 con l’ascesa in B dei gialloblù.
Dal campo alla panchina. Qualche anno più tardi Maran decide di intraprendere il nuovo percorso. La prima esperienza? Facile rispondere. A Verona, come vice di Silvio Baldini. Poi un lungo girovagare tra Brescia, Cittadella, Triestina, Varese, Bari e poi il ritorno. Perché certi amori fanno giri immensi e poi ritornano. E’ così anche per Maran che nel 2014 firma per il Chievo, raggiungendo due salvezze (al primo e al terzo anno) e un formidabile nono posto con l’esonero nella stagione seguente.
Il sogno sfiorato con il Varese e la voglia di riscattarsi con il Pisa
Varese e Pisa potrebbero non aver nulla in comune se non la sconfitta in finale playoff di Serie B. Per i lombardi arrivata contro la Sampdoria, per i toscani contro il Monza. Un filo rosso nella carriera di Maran, o biancorosso, visto che con il Varese ha cullato fino all’ultimo il sogno di portare la società in Serie A.
Un sogno spezzato dalla Sampdoria di Iachini, e che ora potrebbe trovare la sua chiusura con il Pisa. L’obiettivo è quello della promozione e la voglia di raggiungere un importante traguardo (promozione dalla B alla A che manca a Maran in carriera) possono fare la differenza. Da Varese a Pisa, Maran sceglie di rilanciarsi con i nerazzurri. Una spinta positiva per ripartire e rialzarsi. “Il vero lieto fine è non smettere mai di ricominciare”.
A cura di Simone Brianti