Dopo la vittoria contro il Latina per 0-1, il Bari ha potuto finalmente festeggiare la matematica vittoria del girone C. Durante le celebrazioni del Francioni e del San Nicola, uno degli uomini più acclamati del club pugliese è stato Ciro Polito. Il Direttore Sportivo biancorosso ha avuto un ruolo chiave nel successo stagionale del Bari, scegliendo ad inizio stagione l’allenatore Michele Mignani e costruendo una squadra ad hoc per lui. Le scelte si sono rivelate vincenti e Polito ha potuto raccogliere i meritati elogi.
Intervenuto in conferenza stampa a due giorni dal successo di Latina, Polito ha esordito dando qualche suo pensiero sulla vittoria del campionato: “Finalmente siamo arrivati all’obiettivo che tutti desideravamo e ci eravamo prefissati. Avevamo un solo risultato e l’abbiamo conseguito nel migliore die modi, con grande merito, forza e grandi valori, sia tecnici che umani. Partendo dal presidente, che è un signor presidente; dall’allenatore, che è un signor allenatore per risorse umane e valori tecnici e tattici; e dalla squadra, che ha dimostrato di essere sopra la media”.
Proseguendo, il DS biancorosso ha ripercorso le sue tappe a Bari, incluso il suo arrivo in Puglia: “L’avevo detto: non volevo lasciare la Serie B, l’avevo conquistata con grande merito e sudore. In Serie C avevo tutto da perdere, ma la chiamata del Bari ti lascia sempre qualcosa. Mio figlio mi ha detto ‘papà perché torni in Serie C? E’ un campionato infame, è difficile vincere’. Allora lì ho detto ‘torno e vinco il campionato’. Alla prima conferenza stampa dicemmo che Mignani non avesse mai vinto, ma c’è sempre una prima volta. E si è avverato”.
Una panoramica generale sul cammino del Bari: “Sembra retorico parlare sempre delle stesse cose, ma questo è stato un percorso molto tortuoso. Il DS non si distingue dal mercato, però il nostro è stato un mercato difficilissimo. La società per anni ha investito tantissimi soldi, avevamo una rosa e un budget saturo, mi sono dovuto inventare dal primo momento cosa potessi fare, per cercare di riempire determinati tasselli. Alcuni giocatori come Botta e D’Errico li volevo prendere da subito. Mi sono dovuto inventare come fare. Ho pensato che Scavone, Antenucci e Frattali dovessero spalmare. Scavone magari doveva andare sul mercato, ma ho raccolto informazioni su di lui ed erano tutte positive. Ho pensato che senza allungare il mercato potevo renderlo partecipe dal primo giorno di un gruppo che doveva vincere. Grazie a loro tre ho potuto investire e ho preso D’Errico e Botta. Scavone è stato un valore aggiunto e ha segnato gol decisivi. I successi partono da lontano. E’ semplice prendere un giocatore forte, ma in una squadra del genere è stata una tortura scegliere su 24 giocatori che possono tutti fare la Serie C e metà Serie B”.
Parlando del futuro, Polito ha espresso la sua idea su un’eventuale rivoluzione in caso di Serie B: “Si dice sempre ‘questo è il campionato più difficile’, ma ogni campionato ha i suoi punti deboli e di forza. In Serie B tante società investono milioni di euro, ma non sono sempre sinonimo di vittoria. Io penso che ti puoi organizzare bene investendo su giocatori di categoria. Il Bari li ha i giocatori che hanno fatto la Serie B. E’ normale che bisognerà cambiare. Cambieremo, ma l’ossatura di questa squadra deve rimanere. Bisognerà andare per gradi, per step, costruendo volta per volta, non è che ora arriva il Bari e deve strappare il campionato“.
Dopo gli errori contro Foggia e Virtus Francavilla, Frattali è rimasto fuori dal campo per via di un infortunio. Al suo posto, Polverino, che ha giocato al suo posto, ha saputo sostituirlo adeguatamente. Come è stato gestito Frattali? “Non c’è stata una gestione. Apro una parentesi. Sono andato a prendere un ragazzo che non aveva un nome, era mister X, ed è Emanuele Polverino. Io mi emoziono a pensare a queste storie: quando l’ho chiamato neanche lui ci credeva per dove doveva venire. Sono sempre stato convinto che quando sarebbe venuto a mancare Frattali lo avrebbe sostituito al meglio. E’ andato oltre le aspettative. Frattali è un indiscusso titolare nel Bari, ma quando ha fatto quell’errore, che possono capitare, è capitato a Polverino di entrare e fare il suo. E’ stato grandioso. Quando poi Frattali è tornato a pieno regime, è tornato a prendersi il suo posto. Gigi per tre anni ha vissuto e sofferto per questa maglia, non vedevamo il motivo per cui non farlo rientrare”.
Su Citro, che stava per essere venduto nel mercato di gennaio: “Alla fine la perseveranza paga. Veniva da una rottura al crociato. Io ho cercato di darlo via, non posso nasconderlo. Ma alla fine l’ho tenuto in lista perchè per i valori umani lo meritava. Poi per quelli tecnici anche, ma mi serviva qualcuno per gli ultimi tre mesi. Con la perseveranza ha fatto il gol più importante dell’anno. Avrà altri momenti di gloria. Futuro di Mallamo? E’ un giocatore dell’Atalanta. Se posso lo riprenderei domattina“.
Parlando del suo percorso personale, Polito ha detto i traguardi che gli piacerebbe raggiungere in carriera: “E’ normale che senza mezzi termini voglio arrivare in Serie A, così come ho fatto da giocatore. Ma voglio fare anche meglio”.
Futuro di Mignani? Polito non ha dubbi: “Sarebbe un’apoteosi non confermare mister Mignani. Qualche collega vostro ha messo in dubbio in un motivo così delicato. Nei miei principi mi ha offeso. Fabio Caserta è un mio amico prima che allenatore, così come Sottil. E allora si allena per amicizia? Mignani non lo conoscevo, ma è diventato allenatore del Bari. Se lo metto sul mercato mi mangiano. Mi hanno già chiamato per chiedere di Mignani. Nella gestione è stato impeccabile, abbiamo avuto poche difficoltà ma non si può non confermarlo. A meno che non mandino via Polito”.
Sul rapporto con Mignani: “Mi ricordo benissimo dell’anno di Siena. SI giocava il campionato con Sottil, un mio amico. L’ha perso all’ultima giornata, poi è andato a fare i playoff ed è arrivato in finale. Lì gli mancavano otto titolari. L’anno scorso in un campionato difficilissimo ha alzato il livello, mettendo la sua forza a disposizione della squadra, facendo più di 70 punti. E’ uno che ha sempre subito poco, e questo in una squadra è sinonimo di risultati”.
Polito è poi tornato al momento della scelta di Mignani: “L’ho incontrato alla stazione di Roma. Ci ho parlato mezz’ora. Avevo le idee chiare, volevo vederlo da vicino. Avevo delle informazioni, dopo che l’ho incontrato ho detto alla società ‘questo è il tecnico che fa per noi. Non ha mai vinto niente? Non fa niente'”.
Il DS biancorosso ha voluto anche rievocare l’episodio dell’incontro con Luigi De Laurentiis:“Quando è uscita la notizia di Ascoli mi ha contattato. Non gli avevo risposto, pensavo fosse un giornalista, ma poi dopo qualche giorno ho visto fosse De Laurentiis. L’ho incontrato a Roma. Gli ho detto che avevo ancora un contratto con l’Ascoli, ma che se si fosse chiuso tutto sarei stato disponibile per il Bari. Gli dissi ‘ho bisogno di 7 giorni per risolvere la situazione con l’Ascoli. Se avete altre idee proseguite per le vostre strade’. Lui mi ha detto che dopo aver incontrato tanti direttori ma ha pensato fossi io la persona giusta. De Laurentiis? E’ il presidente che tutti quelli che fanno il mio mestiere sognano. Lo stesso vale per i tifosi”.
Non sono mancate le bordate a Catanzaro e Avellino, ma Polito guarda già alle prossime gare dove non si faranno sconti: “Abbiamo tre partite da giocare e dato che non siamo stati trattati bene da nessuno, non tratteremo bene nessuno. Giocheranno anche i giocatori che hanno giocato meno. Poi avremo la Supercoppa, che giocheremo per vincere perché avere quello scudettino sulla maglia fa sempre piacere”. Il DS ha poi chiuso ringraziando tutti i tifosi per il caloroso sostegno: “Il Bari è dei baresi. C’è gente che non ha dormito la notte per fare l’accoglienza. Questo momento fa parte della storia. Io li ringrazio tanto”.
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