Le mani sul Bari: Polverino, il protagonista che non ti aspetti
Minuto 91 di Catanzaro-Bari, punteggio di 2-1 per i biancorossi di Michele Mignani, squadra di casa tutta nella metà campo avversaria. Su un pallone crossato in area ospite Riccardo Gatti, difensore prestato per l’occasione all’attacco, calcia di prima intenzione. Il pallone è diretto all’incrocio dei pali ma a evitare che si trasformi in gol c’è una mano: è quella di Emanuele Polverino, portiere 25enne arrivato a Bari da carneade e diventato uno degli eroi del pomeriggio del Ceravolo, complice l’infortunio del titolare Frattali alla vigilia. Quello che ha consegnato ad Antenucci e compagni, oggi primi nel girone C di Serie C a +10 sul secondo posto, un pezzo di promozione in B.
Polverino e le mani sul Bari: la sua dedica
Niente male per chi era alla terza presenza con il Bari, la seconda da titolare dopo quella di Viterbo contro il Monterosi e quella da subentrante nell’intervallo del derby pareggiato per 2-2 a Foggia. Nelle precedenti due occasioni Polverino era rimasto imbattuto, a Catanzaro invece è stato colpito dalla zuccata di Fazio al 22′ del primo tempo. Nella sua parata su Gatti e su una grande respinta su un destro radente di Vandeputte all’ora di gioco c’è però la prestazione più importante dal suo arrivo in Puglia, completata da alcune uscite alte in cui Emanuele è andato ben oltre i suoi 182 centimetri. “La parata più difficile? Su Vandeputte, l’ho vista all’ultimo e sono riuscito a tirarla fuori in prossimità della linea di porta” ammette lui. Parola di chi ha le idee chiare: “Dedico questa prova a mio padre, che mi segue negli allenamenti da quando ho 5 anni, e al direttore Polito che mi ha portato a Bari” è stata l’epigrafe sul pomeriggio di Catanzaro.
Il rapporto con Polito
E se la gloria è una lunga rincorsa, quella di Polverino merita di essere raccontata. Partendo però da una tappa relativamente vicina: agosto 2021. Davide Marfella, vice di Frattali a Bari, saluta per aggiungersi al reparto portieri di Luciano Spalletti a Napoli. A quel punto il ds biancorosso Ciro Polito, ex portiere con anni di carriera tra A e B, non ha dubbi: chiama a Bari Polverino, classe 1997 e un’ultima stagione vissuta nel girone I di Serie D, con 17 presenze all’attivo. Al Santa Maria Cilento, club arrivato ottavo. Polverino arriva a Bari da perfetto sconosciuto, o quasi. Può capitare, quando alle spalle hai una quindicina di presenza tra i pro, quasi tutte con la Sicula Leonzio nella stagione 2018/19. La stima di Polito però nasce a Castellammare di Stabia, dove il direttore sportivo segue con attenzione questo ragazzo molto reattivo tra i pali ma del quale qualcuno dubitava per l’altezza, cresciuto nella Juve Stabia e poi spedito a farsi le ossa ad Agropoli, in Serie D. Basta una telefonata: dall’altro capo del telefono ci sono Polverino e il suo agente Francesco Iovino. Si parte per Bari.
La fiducia di Mignani e la sfida al passato
“Emanuele è un grande, si merita questa vetrina e ha dimostrato di avere la personalità per giocare a questi livelli“. L’investitura post Catanzaro di Mignani vale per Polverino un altro step nella crescita personale e di gruppo. Come l’abbraccio della squadra, che al fischio finale lo ha coccolato. Come spesso accade anche in allenamento: il rapporto con alcuni compagni (per Simeri è “O cines”, complici gli occhi a mandorla”) è manifesto anche sui social. “Si fa volere bene da tutti” assicura chi lo conosce e lo sente quotidianamente. La testa di questo ragazzo che ha vissuto una lunga gavetta e ora inizia a raccogliere soddisfazioni. E siccome il calcio è una giostra, a volte si torna alla tappa di partenza: mercoledì al San Nicola c’è la Juve Stabia, quel passato che lega Polverino a Polito. La rincorsa è appena iniziata. Emanuele è pronto a indossare i guantoni e volare più in alto di quei 182 centimetri.