Scommesse e premonizioni, l’arte mentale dei portieri: da Szczesny, Noppert e Bounou al caso Rossi in C
Voli, miracoli e tanto gioco psicologico: la forza dei portieri è come quella di un’analista, che però non risolve i problemi, ma cerca di complicarli. Studiano gli attaccanti, i rigoristi e cercano di annientarli prima ancora di affrontarli. Di storie ce ne sono tante e questo Mondiale in Qatar ce ne ha raccontate diverse. Il protagonista, anzi antagonista in questo caso, è Messi, che ha avuto un bel siparietto con Szczesny (qui storia) e poi stuzzicato anche da Noppert. Anche nei quarti di finale, i portieri si sono confermati protagonisti. Entrambe le prime due partite sono arrivate fino ai calci di rigore, con Livakovic ed Emiliano Martinez decisivi nelle vittorie di Croazia e Argentina. O ancora Ochoa, istituzione del calcio messicano. Un Mondiale giocato ad alti livelli, il rigore parato a Lewandowski e, poi, il trasferimento alla Salernitana. “Avevo studiato il suo modo di batterli, ho visto più di 50 rigori a video“, aveva poi svelato dopo la parata sul polacco. Merito dello studio e della preparazione e non della leggende delle 6 dita, che i tifosi gli attribuirono per le sue parate. Ora la nuova avventura.
“Messi? Anche lui è umano e posso parargli un rigore”
Di personalità Noppert ne ha da vendere, come dimostra il suo percorso da Foggia (qui storia). “Usa sempre lo stesso piede per calciare. Posso anche parargli un rigore. Ne ha già sbagliato uno” – ha detto in conferenza riferendosi a Messi. E a pararglielo fu Szczesny. Anche in quel caso tra il polacco e l’argentino ci fu un gioco di parole: “Scommetto 100 euro che va al Var e non ti dà il rigore” – pronostico sbagliato, ma rigore parato. In un Mondiale pieno di sorprese e di “miracoli”, non potevano certo sfigurare i portieri. E sempre Messi è stato tra i protagonisti nella partita contro l’Olanda. Due calci di rigore realizzati, le polemiche con gli avversari e la vittoria. Vittoria arrivata anche grazie alle parate decisive di Emiliano Martinez.
L’incubo Bounou e il faccia a faccia con Haaland
E se parliamo di sorprese non possiamo certo non menzionare il Marocco. Organizzazione, tecnica da vendere e tanta sicurezza. Proprio come quella di Bounou, l’eroe che ha parato due rigori contro la Spagna e non ha subito neanche un gol nella sfida dagli undici metri. Sicuramente non è la prima volta che si prende la scena, ne sa qualcosa anche l’Inter, fermata proprio dal portiere del Siviglia nella finale di Europa League del 2020.
Tante parate, ma soprattutto tanto gioco mentale e qui ritorniamo all’inizio della storia. Ma alcune volte trovi lungo la tua strada qualcuno con una personalità spiccata, come il caso di Haaland. Ottavi di Champions League, Borussia Dortmund contro Siviglia. “Bono” – lo chiamano così – devia il rigore di Haaland sul palo e gli esulta in faccia. Reazione esagerata e questa volta il portiere ne paga le conseguenze. Interviene il Var: i piedi del marocchino sono entrambi oltre la riga prima del tiro. Penalty da ripetere. Questa volta il norvegese non sbaglia e ricambia il favore, urlando in faccia a Bounou.
Non solo il Mondiale: Rossi e la “stregoneria” su Kaio Jorge
La storia la conosciamo, risale allo scorso campionato. AlbinoLeffe contro Juventus U23 (Ora Next Gen). I bianconeri convocano anche Kaio Jorge per fargli mettere minuti nelle gambe, ma quel pomeriggio diventa infernale per il brasiliano: prima sbaglia il calcio di rigore, parato da Rossi, e poi subisce un brutto infortunio. Ma parliamo del rigore. Il portiere rivale aveva pronosticato la sera prima di pararglielo ed abbiamo le prove.
Questa volta però senza un confronto diretto con l’attaccante, una vera e propria premonizione. Il potere dei portieri, non solo miracoli, o forse sì.
A cura di Antonio Salomone