Davide Possanzini, l’ex vice di De Zerbi diventato grande a Mantova
«Innamorarsi a Mantova». Altro che Manhattan. E no: non è il 2005. Ma il 2024 e il Mantova di Possanzini corre. Direzione? Quella Serie B che mancava da troppo tempo. C’è chi è rimasto incantato dalla squadra dell’allenatore di Loreto e chi mente. Idee, progetti e pensieri. Guardare le partite della capolista del girone A equivale a leggere uno di quei libri che sono pronti ad aprirti la mente. Questo e tanto – tantissimo! – altro. E se poi i successi – pardon, le promozioni – non arrivano per caso tutto diventa più bello. Dalla figura di De Zerbi al calcio propositivo in Serie C: Possanzini sogna in grande. E pensare che non voleva saperne nulla di fare l’allenatore.
La proposta di gioco è una delle più interessanti in Italia. Gioca come le grandi d’Europa. E i risultati non fanno altro che dargli ragione. L’ultima volta in Serie B? 2006/07. Non esisteva modo migliore per ritornare. Questione di spazi e movimenti. Mosse e contromosse. Chi va in campo? Robot già settati pronti a tutto quello che accadrà sul terreno di gioco. E quando pensi di aver chiuso loro tutte le linee di passaggio. Ecco che ti sbagli. Ma di questo ne parleremo tra poco.
Come gioca il Mantova di Possanzini?
No: non è un azzardo. Il Mantova ricorda una di quelle squadre che poi lasceranno il segno. Non parlano solo i numeri, ma è proprio la proposta di gioco che determina. Non esistono top player. Il Mantova di Possanzini si muove come un unico corpo. Un corpo che poggia le sue certezze sui piedi e l’esperienza di Burrai. L’ago della bilancia di una squadra a dir poco perfetta. Dopo Latina, Pordenone e Perugia il centrocampista del Mantova può festeggiare la quarta promozione in Serie B. E siamo certi non si tratti di un caso.
Si parte dal 4-3-3, ma i numeri non ci fanno impazzire. Ecco: si parte con questo sistema.. Poi diventa tutta una questione di spazio. È quest’ultimo che determina lo scacchiere degli uomini di Possanzini. E non solo. C’è una certezza: la difesa a tre in fase d’impostazione. Riescono ad adattarsi anche in base alle idee dell’avversario. Proprio come dicevamo in precedenza: «Robot già settati pronti a tutto quello che accadrà sul terreno di gioco». La ripetizione è obbligatoria.
Se l’oppositore decide di chiudere idee e proposte con aggressività – quindi andando uomo su uomo anche in mezzo al campo – il Mantova si affiderà ai piedi di Burrai e Muroni. Se dovesse accadere il contrario – squadra bassa e attendista – sarà solo il capitano della squadra lombarda a organizzare il gioco. I terzini sono due multitasking che permettono alla squadra di cambiare scheletro minuto dopo minuto. Radaelli diventa una vera e proprio ala. 24 partite in stagione: 5 gol e 5 assist.
Da Galuppini a Mensah: i protagonisti della promozione del Mantova
Si diverte Galuppini. E non solo per quanto segna: è lui il capocannoniere del Mantova. Ma anche per la libertà che vanta dalla trequarti in poi. Puoi vederlo fare la mezz’ala in fase di costruzione o il trequartista dietro Mensah. E sul foglio d’istruzioni ha una parola scritto in caratteri cubitali: inventare. E lui lo fa con una facilità immensa. Non è solo il numero quattordici di fianco la voce ‘gol’ a saltare nell’occhio, ma anche i sei assist. Qualità e quantità. La stessa che mette a disposizione della squadra in fase di costruzione.
Il gioco del Mantova è anche facilitato dalla profondità offertagli da Mensah. L’attaccante della squadra di Possanzini offre alla capolista del girone A un’ulteriore uscita. Non solo gioco nello stretto, ma anche regia lunga. Sì: quando le cose diventano difficili, l’idea è quella di appoggiarsi alle lunghe leve del classe ’91. Abile nel far salire la squadra, l’attaccante italiano rappresenta un vero e proprio jolly per Possanzini. Alto, fisico e veloce. Ricorda l’impatto devastante avuto da Osimhen sul Napoli di Spalletti. Il Napoli cercava sempre di arrivare ai piedi di Lobotka. Ma quando le linee di passaggio venivano ostacolate arrivava sempre la palla lunga verso il nigeriano. E non era un lancio senza cure né ordine, ma veniva studiato in allenamento.
Mantova, ecco la Serie B: capolavoro di Possanzini
Sei anni con Roberto De Zerbi: dal Sassuolo allo Shakhtar. Passando per Benevento e Palermo. Sei anni di studio e rivoluzioni. Una è extra: quella realizzata da lui in terra lombarda. Veder giocare il suo Mantova è intrigante. Avevamo parlato di libro. Il primo è giunto al termine. E se il secondo dovesse essere impreziosito di ulteriori dettagli e proposte potrebbe diventare indimenticabile. Spingere il tasto su «on», sedersi e godersi lo spettacolo. La Serie B è cosa certa. Possanzini è già al lavoro: non vuole farsi trovare impreparato.