Cambiare un portiere durante una partita non capita ogni weekend. La sostituzione dell’estremo difensore può nascere a causa di un infortunio rimediato sul campo o durante la lotteria dei rigori, per provare a neutralizzare i tiri dal dischetto. Nel febbraio del 2016, in un match tra Palermo e Torino, fu proprio un infortunio a fermare il portiere rosanero Stefano Sorrentino. Così, un giovane Fabrizio Alastra, oggi al Potenza, esordì in Serie A. Cogliere l’attimo.
Erice, nominata in passato Monte San Giuliano, è famosa per il suo borgo sulla punta più alta della collina. Un paesaggio che sembra tratto da una fiaba ma che in realtà si trova in Sicilia. Ed è proprio ad Erice che nasce Fabrizio Alastra. Riflessi e voglia di camminare sospeso qualche metro da terra. Il ragazzo dimostra subito le sue qualità. A dargli la prima possibilità di difendere la porta è il Trapani Junior Club. E, partita dopo partita, gli osservatori non ci hanno messo troppo per comprendere il potenziale del ragazzo. Anche per il Palermo non è stato difficile puntare sul numero uno. Entra negli Allievi e qualche mese dopo è già il portiere della Primavera rosanero. Personalità da vendere. Come se non bastasse, riceve il premio di migliore portiere nel Torneo di Viareggio, perso in finale contro il Milan di Filippo Inzaghi. La prima squadra comincia a notare i suoi voli tra i palI e da quel momento la pista di atterraggio cambia. Nascono gli allenamenti con Sorrentino, i tiri di Gilardino e i colpi di testa di Belotti. Fabrizio vuole seguire le orme del suo idolo, Casillas, e adesso ha l’opportunità di rubare ogni segreto a chi nel calcio che conta ci naviga da anni.
È proprio quando meno te lo aspetti che le cose migliori prendono una forma. Chiedete a Fabrizio Alastra per credere. Nel 2016, dopo numerosi allenamenti al fianco di Stefano Sorrentino, il giovane portiere viene convocato da Giovanni Bosi in prima squadra. La fiducia che la squadra ripone su Fabrizio è ormai consolidata. Già essere su quella panchina, al Renzo Barbera contro il Torino, non gli sembra vero. Dopo trentasei minuti di gioco però, Sorrentino non ce la fa. E allora tutto succede rapidamente.
Viene chiesto il cambio. Bosi che si gira verso di lui, la casacca gettata sulla panchina e i guanti messi di fretta. Non c’è tempo per pensare. Fabrizio Alastra è un giocatore di Serie A. Davanti a lui, Ciro Immobile ed Andrea Belotti, quest’ultimo trasferitosi al Torino in estate. Il Palermo perde quel match ma la mente di Fabrizio si colora di momenti che resteranno per sempre. “Cosa mi ha detto oggi Sorrentino? Di stare tranquillo, perché è consapevole delle mie qualità. Sono sincero, al primo rinvio mi tremavano le gambe, poi sono riuscito a sbloccarmi grazie alla prima parata. Contro la Roma non sarà facile” racconta dopo quella partita. Esatto, contro la Roma. Perché Alastra scende in campo anche all’Olimpico, contro i giallorossi di Luciano Spalletti. Salah, Pjanic, Dzeko, sono solo alcuni nomi di quella Roma. Il Palermo perde anche questa partita, ed Alastra subisce gol da un giocatore che entro tre anni avrebbe vinto la Uefa Champions League con il Liverpool: Momo Salah. Niente male.
Dopo Palermo, per Fabrizio Alastra è il momento di farsi le ossa. Quando si tratta di raccogliere esperienza e maturare dentro e fuori dal campo, ecco che la Serie C entra in gioco. Prima a Matera poi in Toscana con la maglia del Prato, il portiere ha l’occasione di giocare definitivamente nel calcio dei grandi affermandosi sempre di più. Dalla C arriva un’altra chiamata, di nuovo dalla Serie A. Parma vuole il ragazzo che, tuttavia, non scenderà mai in campo. Gli anni passano ed Alastra non riesce a trovare lo spazio del quale avrebbe bisogno per maturare al meglio. Nell’ultima stagione, Fabrizio ha indossato i guanti per difendere la porta del Foggia di Zeman, mentre oggi è pronto ad una nuova esperienza con il Potenza, ancora in Serie C. Ambizione e voglia di crescere. Fabrizio Alastra è pronto al decollo. Volare. Nel blu dipinto di blu.
A cura di Jacopo Morelli
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