Il presidente del Potenza Donato Macchia torna a parlare. Dopo l’esonero di Lerda e l’arrivo sfumato di Giuseppe Raffaele, il patron ha deciso di fare chiarezza alla stampa e alla piazza rossoblù. “Abbiamo un milione in più nel conto ma non basta per fare il salto di categoria, perché non siamo maturi”, ha detto il numero del club. “Se andremo in B sarà per restarci”, ha poi continuato. Tanti i temi toccati, tra cui anche la decisione sul nuovo allenatore: “Non so se sarà un Colombo bis, vorrei l’allenatore migliore del mondo”.
Il presidente del Potenza ha spiegato come sono andate le cose con Raffaele prima dell’inizio del campionato: “Su Raffaele dobbiamo fare un piccolo passo indietro. Giuseppe arriva da noi nella scorsa stagione, facciamo un contratto per l’anno scorso con il rinnovo automatico per quest’anno. Chiudiamo il campionato scorso e programmiamo subito la stagione in corso. La società in forza da contratto stipulato aveva iniziato già a dialogare con Raffaele per programmare la stagione. Giuseppe ritenne necessario però mettere all’attenzione della società delle esigenze aggiuntive. Ovvero un nuovo anno contrattuale. Ovviamente la società disse: ‘Iniziamo il campionato e perché no, rinnoviamo il contratto’. Lì si interruppe tutto. Immaginare di avere un mister in quel momento con mancata motivazione dettata dalle sue esigenze non era il massimo e la società ha cambiato i suoi piani”.
Sull’esonero di Lerda e il dietrofront con Raffaele (che era stato richiamato dal club) ha poi fatto chiarezza: “Adesso facciamo un salto in avanti, andiamo ad oggi. Comprendo la piazza, tutti quanti ma i fatti ve li racconto in modo chiaro. Il nostro direttore sportivo aveva messo tre allenatori a disposizione , io e mio figlio abbiamo scelto Lerda. Quindi non diamo addosso sempre a Natino. Dopo la sconfitta con il Taranto, però, abbiamo deciso di cambiare. E visto che il ricordo di Raffaele a Potenza è ottimo, e a questo si aggiunge che lo pagavamo a prescindere, lo ricontattammo.
Ho comunicato a Nicola e a Natino Varrà: ‘dobbiamo chiamare Giuseppe’, lo abbiamo fatto lunedì notte. Ho chiamato Giuseppe che ha accettato l’invito a venire per discutere. Essendo tesserato aveva due opzioni continuare con noi o rescindere, la nostra intenzione era la prima. Ci sediamo e parliamo. Raffaele aveva chiesto il reintegro di Catalano nel ruolo di preparatore dei portieri. Per il resto andava tutto okay, altre richieste tecniche non ne abbiamo ricevute.
Poi ha svelato un retroscena che coinvolge anche il direttore sportivo del club: “Natino Varrà che ha le sue responsabilità come tutti noi, è crocifissato ogni momento. Raffaele su di lui mi ha detto: ‘Natino deve restare con noi’. Giuseppe quindi gradiva la presenza di Natino (Varrà, ndr). Stabiliti gli accordi tecnici anche con la campagna acquisti di gennaio, abbiamo poi messo a posto gli aspetti economici. Abbiamo soddisfatto le sue richieste e mancavano solo gli adempimenti del caso. Il giorno dopo apprendo la mattina che la sottoscrizione del contratto non è avvenuta (siamo a giovedì). Nel pomeriggio mi viene detto che c’era un problema e non capivo perché. Mi dice Raffaele: ‘Presidente io ho dei problemi familiari che mi portano a dire che non sono in condizione. Non voglio fare del male a questa piazza, che ha bisogno mai come ora di risolvere le questioni.‘ Davanti a questa cosa dico che non si poteva andare avanti. Questo è quello che è successo, non quello che viene detto in giro o sui social”.
Macchia ha parlato anche dei problemi della squadra: “La classifica è quella che è, abbiamo 18 punti. Il discorso è diverso rispetto all’anno scorso alla luce degli investimenti che abbiamo fatto. Al termine del mercato 9 persone su 10 apprezzavano Varrà, adesso no. Anche il ds Lovisa della Juve Stabia ha detto che il Potenza è da terzo, quarto, quinto posto. Ma noi non siamo ancora pronti per il salto di categoria. Soprattutto non siamo maturi. Ma noi ci andremo in quella categoria superiore e dobbiamo restarci. L’asticella noi l’abbiamo alzata. Il nostro conto economico è cresciuto di un milione di euro. Caturano è il nostro idolo, non si muove da qui. Non c’è ombra di dubbio“.
A Macchia è stato chiesto un parere nel caso in cui arrivasse la retrocessione e, inoltre, di far chiarezza sulla posizione dell’allenatore: “De Giorgio sarà l’allenatore a Foggia. Ieri poi ho incontrato tutta la squadra e ho detto: ‘Oggi dovete parlare voi, ditemi le cose come stanno se no non vado via’. E su Caturano: “Ho compreso una cosa da Caturano e gli ho dato credito, quando lui mi dice: ‘Pres ero talmente incazzato perché non riuscivamo a fare quello che dovevamo fare, il primo a soffrire sono io.’ Dobbiamo andare avanti, il Potenza Calcio è parte di me“.
“Il Potenza calcio non è solo una questione della città, se fosse cosi potremmo fare solo la D. Noi dobbiamo andare avanti e a mio avviso Potenza deve essere il nome attorno al quale la regione deve ruotare“, ha poi continuato. Sulla scelta del nuovo allenatore ha poi chiarito: “Adesso dobbiamo sbagliare il meno possibile, non rispondo se sarà un Colombo-bis. Mancano tre partite al giro di boa, i ragazzi vogliono fare una grande prestazione domani a Foggia. Mi piacerebbe avere il migliore allenatore del mondo. Ringrazio chi c’è stato finora ma non possiamo sbagliare di nuovo la scelta dell’allenatore, ci vuole pazienza“.
Il presidente ha poi concluso parlando della prossima gara contro il Foggia: “Possiamo anche perdere ma dobbiamo dare il massimo, se non lo faremo sarò deluso davvero. Devo fidarmi di questa squadra e mi aspetto il massimo da tutti i tesserati”. Su Natino Varrà infine: “Posso riprendere le parole di Giuseppe (Raffaele): ‘Mai come ora Natino è necessario per la squadra e per la società’. Questo è il mio pensiero quindi. Come si può pensare: ‘Non viene cacciato perché viene dalla Calabria’, preferisco non esprimermi. Io ho il rispetto del pensiero di ognuno ma mi auguro che si ritorni alla serenità.
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