Premio Stracca, i giornalisti vincitori
Nona edizione del Premio Stracca, dedicato a Roberto, giornalista del Corriere della Sera scomparso giovanissimo nel 2010 e che si è svolta ieri, 17 marzo, nella sede del quotidiano a Milano.
Ghirelli: “Stracca aveva passione infinita per il suo lavoro”
Diversi i personaggi presenti alla premiazione, tra cui il numero uno della Lega Pro Francesco Ghirelli: “Roberto Stracca era un giovane giornalista innamorato della vita e dello sport, era attento e aveva una passione infinita per il suo lavoro. Era un talento che univa professionalità e studio. Il premio Stracca è nato per unire il profilo di un grande giornale e la mission dei giovani della serie C”. Il concorso, rivolto agli studenti della scuola Walter Tobagi di Milano, è stato vinto ex aequo da Francesco Betrò per il pezzo sui «Giovani e lo sport ai tempi della pandemia» e da Samuele Damilano con l’articolo su «Donne afghane e lo sport, il dramma delle calciatrici afghane». I due ragazzi sono stati premiati da Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, che ha così commentato: “C’è bisogno di ragazzi preparati che capiscono meglio le situazioni attuali. Sono felice di aver premiato giovani giornalisti che si sono distinti con degli articoli veramente interessanti”.
Gravina: “I giovani prendano esempio da Stracca”
Virginia Gigliotti si è aggiudicata invece il Premio Lega Pro, legato al Premio Stracca, riconoscimento a chi si è distinto su tematiche che riguardano la Serie C. La traccia era sui «Cento anni dalla nascita di Artemio Franchi». Presente anche il Presidente della Figc Gabriele Gravina: “Negli anni ho capito cosa rappresentava Roberto Stracca per i colleghi. Competente ed umano, i giovani devono prendere esempio da lui”. Urbano Cairo, presidente del gruppo Rcs, ha ricordato Roberto: “Tutti mi hanno sempre parlato di Roberto Stracca come di un ragazzo speciale. Questo premio dà una possibilità ai giovani: dobbiamo puntare su di loro questa è la scelta giusta”. Maria Pia Stracca, mamma di Roberto, ha concluso: “Ogni volta che veniva a lavorare al Corriere si sentiva a casa sua. E’ una gioia vedere tanti ragazzi, come lui, appassionati di giornalismo”.