Sarri, Giampolo e la maglia di Icardi. Piu: “Segno con la Pro Patria per tornare in A”
Ice in my veins, “ghiaccio nelle vene”. Così esulta il Tucu Correa, ispirato da D’Angelo Russell. Cinque anni fa l’ex guardia dei Lakers, ora a Minnesota, mostrò così la propria gioia per una partita da 39 punti con tanto di tiro decisivo: “Mio padre mi consigliava di avere sangue freddo nei momenti più importanti”, spiegò poi al popolo Nba. Nell’ultima settimana ce l’ha avuto eccome Alessandro Piu, attaccante 25enne della Pro Patria. Due gol consecutivi in campionato, decisivi. Prima per la vittoria sul Legnago (3-2 il finale), poi per il pareggio con la Pro Vercelli nell’ultimo turno (1-1): “Dovevo sbloccarmi, adesso non voglio fermarmi”, ci racconta. Lui che nelle prime nove giornate non aveva segnato: “In estate mi sono ritrovato per la prima volta senza squadra. Sono arrivato in ritiro e i compagni erano molto più avanti di me”.
Niente drammi. Calma e sangue freddo, appunto. Anche perché la Pro Patria, che è in zona playoff con 13 punti in 11 partite, lo ha accolto benissimo: “Il primo giorno, quando sono arrivato al campo per la firma del contratto, Colombo (il capitano) è venuto subito da me: “Stasera vieni a cena con noi?”, mi chiese. E’ un gruppo davvero unito”. A guidarlo è Luca Prina, tornato ad allenare dopo due anni di pausa: “Mi ha detto che si rivede in me. Raggiunse la B con l’Entella, poi si è trovato senza squadra”. Toccare il cielo con un dito e ricominciare da zero: Alessandro Piu sa cosa vuol dire: “Dico sempre che è meglio partire dal basso per arrivare in alto piuttosto che il contrario. Sono arrivato a farmi delle domande, certo. Mi chiedevo dove stessi sbagliando”.
L’Empoli di Alessandro Piu: “Sarri, quante sigarette…”
Passo indietro per capirlo. Gonars, piccolo comune friulano. Alessandro eredita la passione per il calcio dal padre, Luciano, e dal nonno, entrambi ex giocatori. Mamma Laura, disperata per tutti i danni in casa del figlio, lo iscrive a sei anni nella scuola calcio del paese. Alessandro ci sa fare e a 13 anni, dopo aver fatto anche un provino col Milan, lascia casa destinazione Empoli. Da lì molti gol e un grande torneo di Viareggio: “Tanto che si interessano a me pure Juve e Atletico”. Nella stagione 2014/15 gioca sempre in Primavera ma si allena con la prima squadra. In panchina c’è Sarri: “Maniacale con la linea difensiva. Gli allenamenti con lui però erano divertenti. Duravano poco, massima intensità. Ricordo che in ritiro usava sempre la stessa tuta. E quante sigarette in campo…”.
L’esordio in A: “E quella maglia di Icardi…”
L’anno dopo Sarri va al Napoli, al suo posto ecco Giampaolo: “L’esatto opposto, molto taciturno ma quanto ne sapeva…”. 24 settembre 2015, con l’Atalanta l’esordio in Serie A a 19 anni: “Alla vigilia avevo capito tutto. C’ero anche io negli esercizi sulle palle inattive”. Da lì un’emozione dietro l’altra: “Ero teso, avevo i crampi già a fine primo tempo – sorride – se oggi ci ripenso mi dico: ‘c…o, ho giocato in A”. Non lo fa solo per un pomeriggio, ma per 10 partite. Dalla Roma di Salah alla Juve vicecampione d’Europa. Dalla Lazio di Klose all’Inter di Icardi: “Stravedevo per lui, anche se giocavo con la numero 22 per Milito, il mio idolo. A fine partita vado da Mauro: ‘mi dai la maglia?’, gli chiedo. La mia neanche l’avevo tolta: ‘cosa gliene fregherà mai’, pensai. E invece l’ha voluta in cambio della sua”. Nel mezzo anche il diploma in elettrotecnica e la prima convocazione con l’Italia U21: “Che coincide con la prima anche di Donnarumma. C’erano Bernardeschi, Berardi, Romagnoli… io avevo fatto solo qualche partita in A: ‘cavolo, qui faranno tutti i fenomeni’, mi dico. Invece che accoglienza ragazzi. Da lì ho capito che per arrivare serve soprattutto la testa”
Nel 2018, dopo un anno allo Spezia, torna a Empoli e vince la B insieme a Caputo, Krunic e Di Lorenzo. Poi Carpi, Pistoiese e Arezzo prima della Pro Patria: “Ma ho 25 anni, sono giovane. Con una stagione fatta bene può cambiare tutto”, sorride Alessandro, che in A ci vuole tornare. Fra una puntata e l’altra di Breaking Bad, la sua serie preferita, e i piatti di mamma Laura: “Ora è in pensione e ogni tanto viene a trovarmi. Le piace cucinare cose strane, ma per sua sfortuna le chiedo sempre pasta col pomodoro, bresaola e pollo… sennò è un casino!”.
A cura di Simone Golia