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Pro Patria, Castelli: “Possiamo fare lo stesso percorso del Lecco, sognare non è proibito”

Nel girone A di Serie C la capolista Padova quest’anno si è fermata solamente tre volte, vincendo in ben 5 occasioni su 8 match sin qui disputati. A frenare la corsa della squadra veneta lo scorso 7 ottobre dopo una striscia di 6 vittorie consecutive tra Coppa e campionato, è stato Davide Castelli con la sua Pro Patria. L’attaccante classe ’99 all’Euganeo ha segnato il gol del definitivo 1-1 all’82’, battendo dagli undici metri Antonio Donnarumma. Sicuramente una gran soddisfazione a livello personale, che ha allungato tra l’altro a 4 la striscia di risultati utili stagionali della formazione biancoblù. La prima, tra l’altro, a fermare in casa propria gli uomini di Torrente. È Riccardo Colombo, allenatore della Pro Patria, a godersi invece il suo gioiellino Castelli. Lo stesso attaccante, con un passato anche al Villarreal, si è raccontato ai nostri microfoni svelando varie curiosità e aneddoti della sua carriera.

Pro Patria, Castelli: “Abbiamo messo in difficoltà il Padova, le sensazioni erano quelle di poter strappare anche i tre punti”

L’attaccante della Pro Patria ha esordito subito parlando dell’emozione per il gol al Padova: “Sono rimasto contentissimo di aver segnato al Padova. Una squadra top, una delle migliori del nostro girone. Poco prima avevo sbagliato una importante occasione ed ero rimasto deluso, però i miei compagni mi hanno aiutato a stare sul pezzo. Mi hanno dato fiducia dicendomi che un attimo dopo avrei segnato. Quando ho visto la palla entrare è stata un’emozione unica, segnare per un attaccante è sempre bello. Così come è stato bello esultare sotto la curva dei nostri tifosi che ci seguono sempre. Io e Stanzani siamo i prescelti come rigoristi, di volta in volta scegliamo. Io ho dato la mia disponibilità per calciare questo rigore“.

Castelli ha svelato il suo pensiero prima del rigore e la carica dei suoi compagni: Quando mi son trovato di fronte Donnarumma ho pensato tra me e me: “Una volta ho segnato mettendola a sinistra, durante la partita lui invece mi aveva parato un tiro sulla destra. Mi son detto, provo ad ingannarlo, lo metto alto sperando non ci arrivi. A fine partita siamo rimasti contenti. Siamo in striscia positiva da 3 gare e per noi contano i risultati. Le sensazioni della squadra erano quelle di poter strappare anche i 3 punti. Li abbiamo messi in difficoltà. Siamo rientrati dagli spogliatoi con l’idea di poterli anche fare. Tra il gol al Padova e quello a Novara non saprei quale scegliere. Un gol vale l’altro, tutti hanno la stessa importanza, il secondo sicuramente è stato molto importante, ma penso che tra i due non ci sia uno più emozionante”.

Pro Patria, Castelli: “Lecco? Possiamo fare lo stesso percorso, abbiamo le caratteristiche per arrivare tra le prime cinque”

Nove gol la scorsa stagione, quota tre in questo avvio di campionato. Castelli non si pone limiti e punta alla doppia cifra: “Son rimasto contento quest’estate dell’arrivo di Colombo, per qualche anno ci ho giocato anche insieme. Mi è dispiaciuto però dell’addio di Vargas, tuttavia io cerco sempre di esser disponibile. Per quanto riguarda il mio obiettivo personale di questa stagione, punto alla doppia cifra. Le possibilità per far bene ce l’ho e penso di poter segnare anche più di 10 gol, anzi almeno 15 gol. Penso che potrei tranquillamente fare tutto ciò. Riguardo l’obiettivo della Pro Patria invece, penso che ogni anno squadra possa arrivare ai playoff, ed è questo in generale proprio il nostro obiettivo. Penso che abbiamo tutte le caratteristiche per arrivare tra le prime 10, se non tra le prime 5.

Poi, il paragone con un’altra lombarda, ovvero il Lecco: “Fare lo stesso percorso del Lecco? Per me sì. Sognare non è mai proibito, non sarà facile seguire il percorso che ha fatto un’altra lombarda come il Lecco. Ma se l’ha fatto il Lecco, noi non siamo da meno. Perché no? Perché non potremmo arrivarci? Anche l’Albinoleffe riuscì ad arrivare in finale playoff qualche anno fa. In caso di promozione in Serie B prometto ai tifosi di restare qui”.

L’esperienza al Villarreal e quella con Chukwueze: “Samuel non ha nulla da temere nel confronto con Leao”

Impossibile per Davide, non citare la parentesi Villarreal. Dalla chiamata del suo procuratore al rapporto con i vari Sansone, Soriano e Bonera: “A 17 anni ci fu la chiamata del Villarreal, ho avuto la possibilità di partire e non ci ho pensato due volte. Il mio procuratore mi ha detto di partire, ho pensato quindi di fare questo cammino. In seguito a quell’esperienza in Spagna sono cambiato tantissimo a livello calcistico e umano. Dopo ho deciso di prendere altre strade per stare con la mia famiglia. Sono finito alla Pro Patria dove sto crescendo sotto tanti aspetti, imparando il vero calcio. Penso che la C sia una tappa fondamentale e la Pro è sicuramente una squadra umile”.

Dopo la parentesi Villarreal inoltre, rimasi contentissimo dell’interesse del Genoa, anche perché capitò di restar fermo per qualche mese dopo l’estate. Arrivata questa possibilità non ci pensai due volte e, successivamente, decisi di venire alla Pro Patria. A Villarreal c’erano altri tre italiani, anche se con la prima squadra, ovvero Sansone, Soriano e Bonera. Con Sansone e Soriano non ho avuto la possibilità di parlare, ma solamente di incontrarmi e salutarmi ad esempio al campo sportivo. Con Bonera invece ci ho parlato un paio di volte. Lui è una grandissima persona, perchè mi ha aiutato in qualsiasi modo, in qualsiasi cosa e in qualsiasi problema. Mi ha dato molti consigli”.

Il classe ’99 spende poi parole importanti anche per il suo ex compagno di squadra Chukwueze: “Lì in Spagna ho fatto anche qualche allenamento con la prima squadra, senza avere però la possibilità di esordire. Ho cercato di imparare il più possibile. C’era anche Chukwueze, che tra l’altro è il giocatore più forte con cui io abbia mai giocato sin qui in carriera. E’ arrivato a Villarreal quando io ero in Primavera. Abbiamo iniziato insieme, poi lui nel giro di un anno ha scalato le categorie arrivando in prima squadra. Samuel è un ragazzo d’oro, sempre col sorriso sulle labbra. Al Milan non è facile, si trova in tutt’altro ambiente, però penso che appena si abituerà alla squadra e al calcio italiano, potrà arrivare in alto. Non ha nulla da temere nel confronto con Leao”.

L’idolo Lewandowski, la Juventus e Alex Del Piero

Dopo gli obiettivi stagionali e l’esperienza in Spagna, la nostra chiacchierata si sposta sull’extra-campo tra idoli e curiosità personali: “Nel periodo in Spagna ho assistito a qualche partita de LaLiga allo stadio, in particolar modo del Villarreal. Quella che mi è rimasta più impressa è sicuramente quella del Camp Nou tra Barcellona e Villarreal terminata 4-2, segnò Neymar. Il mio idolo è però Lewandowski. Oltre ad essere un bomber, penso sia un giocatore da prendere come esempio per la sua professionalità e per la persona che è. Se vuoi davvero diventare professionale e arrivare in alto, devi essere come lui. Un campione anche fuori dal campo”.

Da piccolo seguivo la Juventus e Del Piero soprattutto. Non ero tifoso sfegatato ma la seguivo perché la mia famiglia guardava le partite. Vidi la finale di Champions League contro il Barcellona. Il mio sogno nel cassetto è arrivare nelle top categorie, in qualsiasi nazione, ad esempio in Spagna o in Italia. E ovviamente vestire la maglia della Nazionale e arrivare in Champions League. Questo penso sia alla fine il sogno di tutti. Il difensore più forte che ho affrontato è Bombardoni in allenamento, lui è un mio compagno di squadra ed è uno dei difensori più completi”.

Antonio Palladino

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