Per iniziare a raccontare la storia di Andrea Moretti, oggi difensore della Pro Patria, bisogna partire da due colori. Sono il nero e l’azzurro, quelli dell’Inter. Ci sono da sempre, da quando il classe 2002 inizia a giocare fino a oggi: “A 5 anni e mezzo sono entrato nel settore giovanile dell’Inter. Ho fatto tutta la trafila e sono ancora di loro proprietà”. Nel percorso con la scuola nerazzurra Andrea stringe amicizia con Cesare Casadei, vince il campionato Primavera nel 2022 e ha l’occasione di marcare Lautaro Martinez in allenamento. Un viaggio vissuto per alcuni anni al fianco di un compagno speciale: “Lorenzo, mio fratello gemello, ha giocato con me all’Inter per diverso tempo. Adesso è alla Triestina”. Sogni e ambizioni sì, ma prima bisogna misurarsi con il presente. Il classe 2002 è uno dei punti fermi della difesa della Pro Patria in serie C: “Ma non voglio fermarmi. Sono all’inizio”. Segni particolari? Quattro gol in 22 partite da difensore centrale: “In Primavera non segnavo molto, ma una volta con il Novara Under 17 feci 9 gol in un anno”, racconta ai microfoni de LacasadiC.com
Prima di compiere sei anni Moretti è già un giocatore delle giovanili dell’Inter: “A quell’età non lo realizzi. Poi col tempo capisci in che società sei”. Giovanili, Under e poi Primavera con i nerazzurri: una seconda famiglia. Ad enfatizzare questo concetto un compagno speciale. Anzi, di famiglia: “Io e mio fratello gemello siamo entrambi difensori centrali. Abbiamo fatto anche un percorso molto simile. Per qualche anno siamo stati nello stessi spogliatoio all’Inter. A pensarci è davvero incredibile”. E nell’Under 14 c’è un siparietto divertente tra i due fratelli e l’allenatore: “Il mister ci fece uno scherzo nel giorno del compleanno. Come regalo portò un paio di scarpette nuove ad entrambi. O meglio, così sembrava dalla scatola. Dentro c’erano due mattoni. A quell’età rosichi – racconta Andrea ridendo – e pure tanto”. Poi c’è quel campionato Primavera vinto nel 2022: “Per me è stata come la chiusura di un cerchio. Un regalo per il percorso che ho fatto”. In quella squadra, secondo Andrea, c’era un ragazzo che aveva qualcosa in più rispetto a tutti gli altri. Si tratta dell’attuale centrocampista del Chelsea: “Si vedeva subito che Casadei era diverso. Con lui in campo partivamo sempre avanti 1-0: segnava sempre. Lo sento ancora oggi, è un grande amico”. Arrivano anche gli allenamenti con la prima squadra dell’Inter. Gli attaccanti da marcare, i difensori da cui imparare: “Tutti gli attaccanti dell’Inter sono di un livello altissimo. Ma marcare Lautaro è veramente difficile: è un fenomeno. Usa il corpo in maniera eccezionale, quando si pianta la palla non gliela togli mai. Con Kolarov, poi, ho legato molto. Mi ha preso sotto la sua ala protettrice e mi ha dato tanti consigli. Lo stimo molto, è una persona vera”. Il capitolo Inter si chiude con un proposito, a cuore aperto: “Non posso nasconderlo: il mio obiettivo è quello di arrivare in prima squadra. Darò tutto me stesso per raggiungerlo”.
Andrea adesso è concentrato sul presente. Lo dice il suo tono di voce, determinato e sicuro, quando inizia a parlare della Pro Patria: “Vogliamo avere prima la sicurezza di salvarci. Poi se continuiamo a giocare come nelle ultime partite possiamo pensare anche ad altro. Siamo un gruppo compatto e unito, possiamo superare tutte le difficoltà”. Di mestiere Andrea fa il difensore centrale, ma in questa stagione si sta scoprendo anche goleador: “Onestamente in Primavera non ho mai segnato così tanto. Con il Novara under 17 in un anno feci 9 gol. Ma tra i professionisti è diverso. Però questo dev’essere un punto di partenza: non mi voglio fermare”. Le caratteristiche che rendono Andrea un giocatore indispensabile per la Pro Patria sono diverse. Tra il difensore moderno e quello vecchia scuola, l’obiettivo è provare a non farsi mancare nulla: “Mi piace essere aggressivo sull’uomo, ma sono anche molto attento in fase difensiva, nella marcatura. Sicuramente ho un grande spirito di sacrifico che mi contraddistingue”. Andrea Moretti alla Pro Patria sembra aver trovato la dimensione giusta in cui poter crescere. Senza bruciare le tappe: con lo sguardo determinato al presente e sognante verso il futuro.
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