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Terzini di gamba, esterni rapidi e mezzali che segnano: la Pro Vercelli “divertente” di Dossena

Divertimento. Nulla di più banale e più efficacie per descrivere il gioco del calcio. Un fattore determinante a ogni livello. A ogni età. Dal campo dell’oratorio fino allo stadio più prestigioso. Questo è ciò che porta Andrea Dossena all’interno del Silvio Piola di Vercelli. L’idea che scendere in campo debba essere sempre una gioia. Una soddisfazione. L’unico atteggiamento che permetterà di non abbassare mai la guardia. Di rimanere concentrati. E il motivo è presto detto: entusiasmo. L’ingrediente indispensabile di chi vuole raggiungere degli obiettivi: la Pro Vercelli di Dossena. Una squadra capace di liberarsi dalla gabbia dei dubbi e delle incognite ereditate dalla stagione scorsa per tornare a “ruggire” in una Serie C che la vede protagonista.

Credit: F.C. Pro Vercelli 1982

Entusiasmo, orgoglio e punti: i fattori vincenti della Pro Vercelli

Semplicità. È questa l’arma del successo. L’umiltà di mostrarsi per quello che si è. Sul posto di lavoro come in famiglia. È così che Andrea Dossena, allenatore della Pro Vercelli, si presenta ai suoi giocatori. Con lo stesso atteggiamento di quando è lui a scender sui campi della Serie A. Umile, dedito alla causa e sempre sé stesso. Il tutto riassunto in un unico concetto: entusiasmo. La naturalezza di un gioco che diventa vita. L’allenatore ci tiene fin da subito a spiegarlo ai suoi ragazzi e ai tifosi della Pro. “Voglio far divertire tutti” – afferma durante la sua presentazione ufficiale. Tutto ruota attorno all’atteggiamento. Essere sempre propositivi e guardare sempre avanti. Solo così si raggiungono risultati. Perché quando si vince ci si diverte. La squadra gira quando i calciatori sono felici di scendere in campo. La banalità che si trasforma in dogma. La ricetta del successo della Pro Vercelli.

Credit: F.C. Pro Vercelli 1982

Quell’euforia conclamata da Dossena, oggi, riguarda una piazza intera. In fondo i calciatori giocano per i tifosi. Che oggi hanno ancora più fisso e chiaro il loro ruolo: esaltare e sostenere una squadra galvanizzata e ambiziosa. La matematica non mente mai. È scienza perfetta e contraddirla non è cosa facile. 31 punti in classifica che significano quarto posto, al momento a sole due lunghezze dalla terza Triestina che, al termine della regular season vorrebbe dire fase finale dei playoff. Il calcio non è fatto di numeri, ma se ci sono avranno il loro perché. Nove vittorie in stagione, quattro pareggi e altrettante sconfitte per le bianche casacche. Solo cifre? Forse. Ma se valgono un campionato da protagonisti è opportuno aggiornare il pallottoliere.

Credit: F.C. Pro Vercelli 1982

Gol ed euforia: Pro Vercelli, quando l’atteggiamento fa la differenza

Divertirsi e divertire. L’unica direzione percorribile se la guida del viaggio è Andrea Dossena. I suoi giocatori sembrano aver appreso alla lettera. Questione di schemi? Di tattica? Solo in parte. L’arma vincente resta la mentalità della squadra. Che deve collimare con quella dell’allenatore. Deve nascere sintonia fra atleti e staff tecnico. Solo così si crea un’alchimia solida come quella dello spogliatoio dei piemontesi. E il risultato è quello che regala il campo. Una Pro Vercelli propositiva, affamata e mai sazia. L’esatta rappresentazione di ciò che chiede l’allenatore. La voracità di risultato. Di vittorie. Di punti.

Credit: F.C. Pro Vercelli 1982

Quelli che sul campo del Silvio Piola arrivano con grande facilità: ben 23. Ma che faticano in trasferta, dove si registrano solo due vittorie, due pareggi e quattro sconfitte. Gli avversari sin qui sono, spesso, di quelli prestigiosi. Triestina, Mantova e Padova. Squadre che lottano per obiettivi ben definiti e che fanno dei match casalinghi la base dei loro progetti di gloria. Il Renate la forza del passato. L’Atalanta Under 23 l’incognita che riserva sorprese. Le sconfitte diventeranno stimoli. L’ultimo match con l’Albinoleffe la dimostrazione. Molle che spingeranno la Pro a segnare 27 gol consacrandola come quarto miglior attacco del girone A. Dietro? 18 reti al passivo forse sono troppe, ma c’è tutto il margine per migliorare.

Credit: Pro Vercelli

Dossena e il 4-3-3: nasce formula diventa legge

Le ragione dell’exploit è presto detta: gli attaccanti. Segnano tutti. Maggio (7 gol), Nepi, Petrella, Condello, Comi e un esagerato Mustacchio che preso dall’euforia di questa prima parte di stagione decide di metterne tre con la Giana Erminio portandosi a casa il pallone della gara e due col Novara. Dalla matematica dei gol alla fisica del movimento. La formula di Dossena: il 4-3-3. I fattori? Esterni di attacco veloci e abili nell’uno contro uno, mezzali forti brave nell’inserimento e terzini di gamba. Quindi, spazio a giocatori come Rodio, Iezzi e Sarzi Puttini per i quali correre è l’essenza del loro stare in campo. Gambe e polmoni la loro costituzione. E perché no un Santoro al centro che metta ordine, e scruti l’orizzonte del fronte di attacco. Coadiuvato da un Haoudi sempre più presente e formato “assistman” come accade con l’Albinoleffe.

Credit: Pro Vercelli

Allegria e fantasia di scuola spagnola per Contaldo sempre trepidanti per dare il loro contributo. Qualità e sostanza: il centrocampo. In una Pro Vercelli che punta a vincere divertendo vuoi non inserire, quando necessario, anche un briciolo di estro e fantasia? La trequarti è il teatro perfetto. Parla il presente, garantisce il passato. Spavone e Rutigliano: largo ai giovani di talento. Due dei 20 giocatori nati dopo il 2000 che compongono la rosa. Fiore all’occhiello è, però, il reparto offensivo. Che fa della rapidità, del dribbling e del gol la propria ragion d’essere. Maggio a sinistra, Mustacchio a destra e l’imbarazzo della scelta tra Nepi e Comi in mezzo. Niang? Scalpita; è l’uomo degli ultimi minuti. Il risultato dell’equazione? La Pro Vercelli. Gli spettri della zona retrocessione della passata stagione lasciano spazio a nuove speranze. L’eccitazione del pubblico bianco la prova del nove. Il divertimento la leva indispensabile per spingersi verso l’alto. La legge Pro Vercelli secondo Andrea Dossena.

Alvise Gualtieri

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