Dalla Juventus alla Pro Vercelli, l’aria piemontese sembra far bene a Mattia Vitale. Dagli esordi in Serie A fino alla C, in mezzo un percorso a ostacoli, che ha brillantemente superato. Il classe ’97 ha avuto l’occasione di allenarsi al fianco di Pirlo e Marchisio con Allegri in panchina. La possibilità di studiare e rubacchiare i trucchi del mestiere del centrocampista da tre maestri dalle differenti caratteristiche.
Mancino paragonato a Miguel Veloso per la sua facilità di gestione del pallone e nella visione. Giocatore cresciuto tanto nel suo trascorso nelle giovanili bianconere e che ha saputo trasformarsi arretrando la sua posizione. A Bologna, all’età di 12 anni, veniva utilizzato come attaccante. Da Torino a Vercelli non c’è molta distanza. L’aria piemontese sembra far bene a Mattia Vitale e Lerda ha il suo veicolatore di palloni in mezzo al campo.
Allenarsi con Pirlo e Marchisio non è per tutti. Una fortuna, unita alla bravura, per Mattia Vitale. Nel suo percorso giovanile alla Juventus, il classe ’97 si è messo in mostra e Allegri non si è fatto scappare la possibilità di portarlo ad allenarsi con i grandi. Il ritiro e la Tourneè estiva in Indonesia dove ha la possibilità di giocare spezzoni di partita, oltre ad esser protagonista nella vittoria contro il Sassuolo nel Trofeo Tim. Suo, infatti, l’assist per il gol di Pereyra.
Aggregato con la prima squadra, resta a disposizione della Primavera di Grosso per la Youth League. Nella stagione successiva arriva l’emozione più grande, l’esordio in Serie A. Al Tardini contro il Parma, Allegri concede gli ultimi dieci minuti a Mattia, che poi si ripeterà anche nella sfida contro il Cagliari. Saranno gli unici scampoli per Vitale in massima serie con la maglia dei bianconeri, con cui ha avuto anche la possibilità di alzare tre trofei (scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana), prima dei tanti prestiti in B.
Parte da Lanciano la sua prima avventura a tempo pieno con i ‘grandi’. Sei mesi di Serie B e un totale di 21 presenze. Non male come inizio per il classe ’97, che ha saputo mettersi in mostra. La conferma arriva in un’altra piazza importante: Cesena. In Romagna trova continuità nel giocare e si consacra come uno dei prospetti più interessanti tra i giovani del calcio italiano. Si guadagna nel corso degli anni anche le varie chiamate della Nazionale B.
Sembra poter essere l’anno della consacrazione per Vitale, che invece dovrà fare i conti con anni difficili. Venezia prima e SPAL poi lo relegano in panchina. Gli estensi lo prelevano a titolo definitivo, salvo poi girarlo in prestito al Carpi. In Emilia, Vitale, ritrova il sorriso e un parziale ritorno in campo. Esperienza che ricorderà, in quanto contro il Benevento è arrivato anche il primo centro tra i professionisti. La cessione al Frosinone e le 19 presenze in due anni con i ciociari, un percorso ad ostacoli superato con la chiamata della Pro Vercelli in C.
Mattia Vitale scende di categoria per ritrovare stimoli e continuità. Alla Pro Vercelli trova un bel progetto e, soprattutto, la fiducia di società e allenatori. Prima Scienza e poi Lerda lo mettono al centro dello scacchiere. E’ lui la pedina incaricata di far girare la squadra. Sempre presente in campionato e due le reti in campionato.
La prima contro la Virtus Verona e la seconda nell’ultimo match contro il Fiorenzuola. Rete che ha permesso di trovare i tre punti ai bianconeri e di centrare con una giornata d’anticipo i playoff. La Pro Vercelli ha il suo metronomo, cresciuto sotto gli occhi del suo idolo Marchisio e pronto a trascinare la sua squadra nelle fasi finali del campionato.
A cura di Simone Brianti
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