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A tutto Pucciarelli, da Empoli a Pesaro: “Ora sogno la salvezza con la Vis”

“Oggi è giorno di doppio, ora è mezzogiorno e stiamo riposando, nel pomeriggio torniamo sul campo”: inizia così la nostra chiacchierata con Manuel Pucciarelli. 31 anni ed esperienza da vendere. Dall’Empoli di Sarri e Giampaolo passando per il fallimento del Chievo, la salvezza in B col Pescara, gli Emirati Arabi e l’Australia. Ma alla fine il cuore lo ha riportato in Italia. In Serie C, per la prima volta in carriera, con la maglia della Vis Pesaro – diciannovesima nel Girone B.

Vis Pesaro, Pucciarelli suona la carica: “Squadra forte, possiamo dire la nostra”

Pucciarelli ha sposato la causa del club marchigiano a novembre, da svincolato: “Sapevo sin da subito che la situazione di classifica non era bellissima, ma ho deciso comunque di tornare in campo e rimettermi in gioco qui. Penso sia soluzione migliore per me”. Nessun rimpianto, anzi. Il trequartista classe ’91 è contento e parla già da leader: “I risultati non sono a nostro favore, ma l’ambiente è positivo, la città è bellissima e la squadra è forte e unita. Possiamo dire la nostra, non meritiamo questa classifica. Dobbiamo trovare un punto di svolta, una vittoria che ci consenta di fare quel “click” mentale per cambiare rotta. Serve quel momento lì”. E Pucciarelli sa bene cosa vuol dire: “Mi ricordo a Empoli, nel 2012, eravamo ultimi in B a fine ottobre… ma alla fine siamo arrivati quarti e abbiamo fatto i play off. Quindi qui a Pesaro possiamo fare una buona salvezza”.

Credit Vis Pesaro

Pucciarelli, Valdifiori e gli anni a Empoli: “Vogliamo portare quella mentalità”

Pucciarelli porterà la sua esperienza. E non sarà il solo a farlo: con lui c’è anche Mirko Valdifiori, centrocampista ex Napoli e compagno di Manuel ai tempi dell’Empoli. “Abbiamo giocato insieme per cinque anni. Conosco tutte le sue caratteristiche in campo e fuori, so per filo e per segno come riceve palla e come la passa. È un bravo ragazzo, sempre positivo, un personaggio incredibile. Mi ha fatto piacere ritrovarlo”. Proprio in questo momento, alla voce di Pucciarelli, al telefono, se ne sovrappone un’altra. Lupus in fabula, è Valdifiori. Vuoi rispondere tu Mirko? Stiamo parlando di te”, scherzano i due. Poi Valdifiori saluta e il pensiero torna subito agli anni di Empoli.

“Purtroppo nel calcio si tende a dimenticare presto, ma quello che abbiamo fatto in quegli anni resta scritto. È stato bellissimo. Abbiamo vinto la Serie B in due anni con Sarri, poi siamo diventati specialisti in salvezze in A. E con Giampaolo abbiamo scritto un record, il decimo posto”. Voce emozionata, ma sempre con equilibrio: “Io e Valdifiori vogliamo portare alla Vis Pesaro quella mentalità lì”.

“Zielinski fuoriclasse, Sarri un grande. E Giampaolo non è stato capito.

A leggerla oggi la rosa di quell’Empoli fa impressione. Talenti che si sono trasformati in campioni. Uno su tutti, a proposito di campioni, Leandro Paredes, che ha vinto il Mondiale da titolare: “Era giovane, ma già fortissimo e non aveva paura di niente. Ma chi mi lasciava a bocca aperta era Zielinski. Colpi incredibili, tecnica stratosferica. Però era timido. Infatti temevo che a Napoli potesse non reggere la pressione, invece è stato forte e ora è primo in Serie A”. Con lui ora c’è anche Mario Rui, altro giocatore di quell’Empoli: “Probabilmente, allora, nemmeno lui si sarebbe potuto immaginare di raggiungere la vetta della classifica con la fascia di capitano e la maglia del Napoli. Merito di quegli anni a Empoli, ci hanno reso consapevoli”.

“Si era creato un ambiente fantastico. Sarri ha saputo tirare fuori il meglio da ognuno di noi e Giampaolo è stato bravo a dare continuità al progetto. Sono due veri intenditori, basta parlarci dieci minuti per capire tante cose. A entrambi piace giocare a calcio: tatticamente ci sono poche differenze. Sarri poi ha fatto una grande carriera, Giampaolo invece non è stato capito: è una persona particolare, ha il suo modo di comunicare. Dice le cose giuste al momento giusto… sembra parli poco. Se non sente fiducia non riesce a portare il suo messaggio. Noi l’avevamo capito e stavamo benissimo, anche chi non giocava era contento”. Sospira, sorride.

Situazione diversa, invece, al Chievo, dove “l’instabilità extra-campo influiva molto sulle prestazioni. Invece, sono stato veramente bene al Pescara. Il gol decisivo ai play-out contro il Perugia, che ci ha permesso di restare in B, è stato un momento bellissimo. Tra i più belli della mia carriera assieme alla promozione in A con l’Empoli”.

I ‘giri immensi’ di Pucciarelli: gli Emirati e l’Australia

Poi Manuel è partito, zaino in spalla e scarpini ai piedi. Prima alla volta degli Emirati, per giocare con il Dibba Al-Fujairah, poi a Melbourne, in Australia: “Sono molto contento di avere fatto queste esperienze all’estero. Era giusto farle ed è giusto essere tornato qui. Negli Emirati è stato particolare. Hanno le loro regole, anche calcisticamente: vedono lo sport come un divertimento più che un lavoro. Si fanno pochi carichi fisici e non c’è tattica”, senza dubbio insolito, per un allievo di Sarri e Giampaolo. “Però è stata un’esperienza carina, mi son trovato molto bene lì”.

“In Australia, invece, il calcio è l’esatto opposto. Lo sforzo fisico è assurdo, davvero duro, probabilmente per il retaggio di altri sport come il football. Il livello del campionato è cresciuto tantissimo, parlando con qualche italiano che ci giocava anni fa. La mia squadra, il Melbourne City (parte del City Football Group, ndr) era veramente forte, e infatti ha portato qualche giocatore al Mondiale in Qatar”.

Il sogno di Manuel

Prima di chiudere, un’ultima domanda. “Manuel, qual è il tuo sogno?”. Ci riflette bene: “Non mi piace pensare troppo al futuro. Ho sempre ragionato al presente. Quindi, il sogno è far bene qui: per questo anno nuovo spero che la squadra ritorni quella di inizio campionato. Punto”. Salvarsi a Pesaro per coronare un titolo da curriculum. Da Empoli al gol di Pescara: Manuel Pucciarelli, esperto in salvezze.

A cura di Luca Bendoni

Redazione

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