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Pucino,controreplica all’Avellino: “Le pecorelle? Non riuscivo a prendere sonno e ho iniziato a contare”

Non c’è ancora la parola fine sulle polemiche post Avellino-Bari, posticipo della 17^ giornata del girone C di Serie C giocato lunedì 6 dicembre. Nemmeno il successivo turno di campionato le ha spazzate via del tutto. A renderle nuovamente di attualità sono le parole di Raffaele Pucino, difensore del Bari, dopo il 3-1 nel derby contro il Taranto, partita nella quale il 30enne ex Ascoli è andato a segno con un calcio di punizione valso l’1-0 e il primo gol in biancorosso. “Ci tengo a fare chiarezza, io di nomi non ne ho fatti – le parole di Pucino – quella sera non riuscivo a prendere sonno e mi sono messo a contare le pecorelle. Mi spiace che l’ad dell’Avellino D’Agostino abbia addirittura detto che serve una patente per i social”.

Pucino e la storia Instagram: la risposta arrivata da Avellino

Il riferimento di Pucino è alla storia Instagram postata martedì sera dal difensore: nell’immagine apparivano nove pecore, tante quante i punti di distanza degli irpini dalla prima della classe.

Immagine che aveva assunto le sembianze di uno sfottò social, che dalle parti di Avellino non è per nulla andato giù, tanto da portare l’amministratore delegato biancoverde Giovanni D’Agostino a chiedere una sanzione per il giocatore del Bari: “Per utilizzare i social per me ci vorrebbe una ‘patente’ – erano state le parole dell’ad a Prima Tivvù – me lo sarei aspettato da un 18enne non da un 30enne. Abbiamo preso una multa per cori di scherno verso gli avversari, per incitamento all’odio, allora bisogna sanzionare anche questi atteggiamenti da parte dei calciatori mentre non c’è un regolamento per l’utilizzo dei social. Si dovrebbe multare la società di appartenenza anche in questo caso“.

Le dichiarazioni di Pucino sono destinate a far proseguire la coda polemica della sfida del Partenio-Lombardi e della rivalità, mai sopita, tra le due piazze. Sarà finita qui o c’è da attendersi un altro atto di questa querelle a distanza?