Quagliarella, lacrime di un campione partito dalla Serie C che saluta la Serie A
“C’è solo un capitano”. Un coro conosciuto e cantato spesso dai tifosi di tutta Italia. Un coro semplice, utilizzato per supportare il giocatore che indossa la fascia da Capitano. Ieri sera, venerdì 26 maggio, questo coro ha assunto un altro significato. Quello di gratitudine e amore incondizionato di una intera tifoseria verso il proprio Capitano. Hanno voluto omaggiare così Fabio Quagliarella i tifosi della Sampdoria al momento della sostituzione in quella che è stata l’ultima partita al Ferraris (in Serie A) dell’attaccante blucerchiato.
Per un momento tutti i tifosi della Sampdoria hanno messo da parte il rammarico e la tristezza della retrocessione in Serie B, frutto di una stagione poco fortunata, e dello spettro del fallimento per rendere omaggio ad uno dei più grandi giocatori degli ultimi anni di storia blucerchiata. Nell’aria si percepiva l’emozione di un’intero stadio quando a tre minuti dal fischio finale Fabio Quagliarella chiede il cambio alla panchina. Tutto il Luigi Ferraris si alza in piedi ed applaude in lacrime il Capitano che esce dal campo, anche lui piangendo. Nel post partita è Quagliarella ad andare a salutare la curva con un inchino.
La prima esperienza in Serie C di Quagliarella: la Florentia Viola
Fabio Quagliarella ha salutato la Serie A con indosso la maglia della sua amata Sampdoria che il prossimo anno giocherà in Serie B. Nonostante non sia più un “giovincello”, il capitano blucerchiato ha espresso la propria volontà di rispettare l’ultimo anno di contratto scendendo i B con il resto della squadra per aiutare la Samp a ritornare in A. Per Fabio questo sarebbe un ritorno nelle categorie minori. L’attaccante campano ha mosso i primi passi della sua carriera in Lega Pro, e più precisamente con la maglia della rinata Fiorentina che, all’epoca, si chiamava Florentia Viola.
Dopo aver svolto tutta la trafila delle giovanili con il Torino, Quagliarella viene ceduto in prestito alla neonata Florentia Viola. All’epoca il club toscano aveva non pochi grattacapi economici, essendo stato rifondato da poco. In una recente intervista a TMW, Quagliarella ha ricordato gli anni duri con la maglia della Fiorentina in C2. “Arrivai in una Florentia Viola appena risorta dalle ceneri. Ricordo ancora benissimo quei giorni, giorni in cui non avevamo neanche la roba per vestirci. Quelli sono momenti che ti restano dentro, ogni giorno c’era una scoperta nuova“.
I mesi passati alla Fiorentina segnano nel profondo Quagliarella che, nonostante le difficoltà, riesce a trovare la sua prima rete tra i professionisti mettendo in risalto già allora le sue superbe doti al tiro. Come ricorda Martino Traversa, suo ex compagno a Firenze, in un’intervista a Il Secolo XIX. “Già allora Fabio tirava da qualsiasi distanza, senza paura. All’epoca era più istintivo, oggi è più smaliziato. Il mister non lo vedeva ma la qualità c’era, come poi ha dimostrato. Il senso del gol non si compra mica al supermercato“.
L’esplosione con il Chieti
È il 2003 e dopo aver fatto rientro al Torino, un giovane Fabio Quagliarella, si appresta a vestire i colori nero e verde del Chieti, dove rimarrà per un anno e mezzo. I primi sei mesi sono di ambientamento: Quagliarella non incide e l’allora allenatore, Piero Braglia, lo fa giocare appena 10 gare in cui segna due volte. Nonostante l’inizio complicato l’attaccante non si arrende e decide di restare a Chieti un altro anno. Mai scelta fu più azzeccata. Nella stagione 2004-2005 gioca 32 partite condite da ben 17 gol. Quagliarella esplode definitivamente. Con il club abruzzese sfiora i playoff e contribuisce ad abbattere il record di punti in campionato di C1, chiudendo la stagione con 48 punti.
In un anno e mezzo Quagliarella diventa idolo di un’intera città e riesce a dare la giusta svolta alla propria carriera che di li a poco gli consentirà di togliersi molte soddisfazioni. “Il Chieti è stato il primo club che mi ha dato la possibilità di giocare con continuità“. In neroverde Quagliarella scrive la storia del club e costruisce un rapporto speciale che lo legherà per sempre alla squadra e alla città, nello stesso modo in cui per sempre porterà nel cuore la città di Genova ed i tifosi della Sampdoria. Dopotutto il calcio non è solo soldi ma anche e soprattutto sentimento.
A cura di Luca Salera