Simone Rabbi, tra volontariato e Mihajlovic: “L’obiettivo a Piacenza è di migliorarsi”
L’immagine del calciatore nello scenario pubblico non è sempre vista sotto una buona luce. Sicuramente non si può dire lo stesso dell’attitudine di Simone Rabbi, la giovane promessa atipica del Piacenza. Però fuori dall’immaginario comune non per le qualità in campo, anzi. Ma per la sua vita fuori dal rettangolo da gioco. La punta scuola Bologna sta facendo uscire da una brutta situazione i biancorossi a suon di gol . Ed ora che il club si trova nel limbo tra i playoff e i playout, la testa sarà più scarica e ne vedremo delle belle.
Dai Pulcini alla Serie A: l’ascesa rossoblù di Rabbi
I primi passi della sua carriera con la squadra della sua cittadina, il Castenaso. Poi arriva la grande chiamata. “A 9 anni mi hanno preso al Bologna. Crescere in questo ambiente mi ha aiutato moltissimo. Mi ha dato la possibilità di confrontarmi ogni anno sempre con i migliori, come compagni, allenatori e avversari”.
La leggenda narra che il Bologna si è assicurato un giocatore del suo calibro solamente per una sacca di palloni. “[Ride] Purtroppo ero ancora troppo piccolo per capire e ricordare quindi sinceramente non saprei“. Il mistero resta dunque irrisolto.
Simone ha fatto tutta la trafila delle giovanili sempre con la maglia rossoblù. Un percorso importante sia a livello calcistico, ma soprattutto a livello umano. La stagione più entusiasmante è stata quella del 2018/2019, anno in cui vinse la Primavera 2 ed il trofeo di Viareggio. “E’ stato fantastico, sia a livello sportivo che a livello umano. Di quell’annata mi sento ancora con tutti, ho trovato dei veri amici e sono quelli che ti porti dietro per tutta la vita. La squadra era veramente forte e soprattutto eravamo un gruppo unito, e quando c’è l’unità si è a metà dell’opera”.
In quella stagione e nello stesso campionato c’era Lorenzo Lucca con la maglia del Brescia. Simone vinse il campionato e Lorenzo fu il capocannoniere. “Già a quei tempi si vedeva che era un giocatore di tutto rispetto. Sono veramente contento per lui per quello che sta facendo. Ha un potenziale enorme e lo sta mettendo in campo. Spero faccia molta strada”.
Il Bologna ha dato al classe 2001 anche la possibilità di debuttare con la prima squadra. “È stata e sarà un qualcosa di indimenticabile, il classico sogno che si realizza. Bologna è la mia città ed esordire in Serie A con quella maglietta è stata un’emozione fortissima”. Nella sua seconda partita in assoluto nella massima serie, c’è in ballo anche un presunto assist per Barrow (gol decisivo del gambiano che agguantò il pareggio nei minuti finali). “Non so se quello contro lo Spezia può essere considerato un assist, però ce lo teniamo [ride]”.
Lo svezzamento con Mihajlovic e la malattia dell’allenatore
Debutto in Serie A che è avvenuto sotto la sapiente guida di Sinisa Mihajlovic. “Lavorare con lui è stato un privilegio. Con Mihajlovic ho avuto quel salto di qualità e quello scatto mentale che mi ha fatto arrivare dove sono oggi. Quando sei a contatto con un allenatore del suo calibro è inevitabile dare tutto fino all’ultima goccia di sudore. Mi ha insegnato moltissime cose ed io provavo a “rubare” il più possibile, sia da lui che da tutti gli altri componenti della prima squadra”.
Purtroppo, proprio nel periodo in cui Simone era stabilmente in prima squadra, Sinisa ha dovuto fare i conti con una brutta malattia. “Quando è venuta fuori la notizia, l’ambiente rossoblù è stato scosso pesantemente. Ovviamente quando vieni a sapere una cosa del genere reagisci male. Per tutta la società, oltre che un allenatore, è soprattutto una guida a livello umano, e saperlo alle prese con quella battaglia è stata dura da affrontare per noi. Il mister però non ha mai mollato, e chi è stato veramente vicino a lui può confermarlo. Sono contento che ora le cose sembrano andare per il verso giusto”.
Rabbi e Piacenza: tra passato recente e futuro prossimo
Un’esperienza che ha rafforzato psicologicamente tutto l’organico di quel Bologna e che ha dato la spinta a tutti di dare sempre tutto. Come Rabbi sta facendo con il suo Piacenza. “Abbiamo avuto un inizio poco brillante soltanto per quanto riguarda i risultati. Vuoi per sfortuna, vuoi per qualche distrazione, i risultati positivi hanno faticato ad arrivare. I dettagli fanno la differenza in questo campionato. Le prestazioni ci sono sempre state perché questa squadra è forte. Ora con le ultime vittorie tra campionato e Coppa Italia abbiamo iniziato a ingranare anche da questo punto di vista. Adesso dobbiamo trovare continuità, dare sempre il massimo e rimanere concentrati fino alla fine”.
L’avvio stagionale altalenante non ha minato le ambizioni del club. “L’obiettivo è sempre quello di migliorarsi. Vogliamo arrivare più in alto in classifica rispetto allo scorso anno, tutto quello che viene in più è sempre ben accetto”. Traguardi che ora possono contare anche su un rinforzo in più. “L’arrivo di Raicevic rappresenta sicuramente un valore aggiunto. Filip potrà portare tanta personalità e lavorare con un giocatore del suo calibro sarà un piacere. Il nostro gruppo è comunque già molto unito ed un rinforzo del genere fa sempre comodo”.
Il volontariato per i ragazzi disabili e le amicizie mantenute
Un percorso eccellente quello di Rabbi che a soli 20 anni è uno dei talenti più cristallini del campionato e sta cercando di trascinare il Piacenza. Ma il talento non viene forgiato da solo: la personalità ed il carattere di Simone hanno fatto una grande parte. Ed anche la sua famiglia; infatti il padre, Massimiliano, insieme alla mamma sono fortemente impegnati nel sociale. “Mio padre è il presidente della Don Mario Campidori, una fondazione dedicata all’aiuto dei ragazzi disabili. Fin da quando sono piccolo passo le vacanze al Villaggio Senza Barriere (struttura della fondazione) e continuo a farlo. Sono un volontario in questo complesso ed aiuto i miei genitori in tutte le iniziative che propongono. Crescere lì mi ha fatto capire molte cose e mi ha consapevolizzato sotto diversi aspetti a livello umano. Mi ha dato tanto ed ho trovato moltissimi amici tra i ragazzi”.
Per confermare e chiudere il quadro completo del “giocatore atipico”, Simone chiude con un colpo al cuore per tutti coloro che hanno l’immagine più sbagliata che si possa avere di un giovane calciatore. “Nel tempo libero che mi rimane cerco sempre di mantenere costanti le mie relazioni, avendo iniziato questo percorso calcistico fin da piccolo è un aspetto che mi sono portato sempre dietro. Appena ho un po’ di tempo torno dai miei amici per restare in contatto con loro nonostante la distanza. Poi mi piace molto leggere e guardare le serie tv“.
A cura di Filippo Rocchi
Credit Photo: Ufficio Stampa Piacenza