La corsa sotto la curva, occhi spiritati alla Tardelli. Così Antonino Ragusa ha esultato dopo aver portato in vantaggio il Messina nel ritorno playoff contro la Gelbison. “E’ un po’ Sculli e un po’ “Ronzinante”; Gasperini lo aveva definito così dopo averlo allenato al Genoa. La sua capacità di corsa e di progressione le ha dimostrate ancora una volta. Prima, nel perfetto inserimento in area di rigore con il quale ha trovato la zampata vincente, poi nello scatto per festeggiare insieme ai suoi tifosi. Staff e compagni hanno provato a fermarlo. Spoiler: nessuno ci è riuscito.
All’età di 10 anni, Ragusa comincia a tirare i primi calci nel settore giovanile del Giardini Naxos. Nella sua terra, la Sicilia. I primi ad accorgersi dell’esterno nato a Messina furono, gli osservatori del Treviso, maglia con cui si registrò a diciott’anni l’esordio in Serie B. Il tecnico Gotti lo lanciò nella sfida contro il Rimini. Tutti di lui parlavano un gran bene. A fine anno cambia casacca e dopo il fallimento dei biancocelesti approda nella sponda rossoblù di Genova. Inserito nel settore giovanile, Ragusa diede il suo contributo per la vittoria di Campionato e Supercoppa Primavera al fianco di un certo Stephan El Shaarawy. Nel 2014 arriva l’esordio in Serie A in Genoa-Napoli; ma si può dire che i liguri non abbiano mai creduto fino in fondo in Ragusa.
Ha affrontato una importante gavetta che lo ha portato più volte sui campi di Serie B. Due anni dopo il suo esordio in A, è il Sassuolo a dargli una nuova possibilità nella massima categoria. È entrato nell’orbita dei neroverdi dopo il grande campionato disputato con la maglia del Cesena. Gli emiliani sono appena approdati in Europa League e hanno bisogno di rinforzi, per affrontare il doppio impegno con più sicurezza. Mai operazione fu stata più giusta. Il giocatore ebbe finalmente l’opportunità di mettersi in mostra in Serie A e riesce addirittura a diventare titolare inamovibile insieme a Berardi.
In due anni in Emilia, Ragusa disputò 64 gare fra Campionato di A, Coppa Italia ed Europa League, realizzando 5 reti, fra cui una nella prestigiosa competizione europea, nella gara contro l’Athletic Club di Bilbao.
Dopo le ultime stagioni passate in Serie B, tra cui l’ultima con il Lecce con cui ha vinto il campionato, a trentadue anni Ragusa è tornato a casa dopo un lungo girovagare. Garantisce tanta qualità ed esperienza Antonino, caratteristiche che non hanno fatto esitare il presidente Pietro Sciotto nel mercato di gennaio ad assicurarsi le sue prestazioni. Era certo del suo contributo alla lotta salvezza del Messina: “Gli ho detto che è il Maradona della Serie C”. La condizione non era delle migliori, veniva da sei mesi di stop. Ma c’è il cuore, l’impegno e l’esperienza. Antonino Ragusa non segna per tutto il girone di ritorno, poi la mette dentro per la prima volta nel momento più importante. Per il suo Messina è salvezza. Una corsa, degli occhi emozionati. La gioia di chi ha salvato il proprio popolo.
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