È la Reggiana la terza squadra promossa dalla Lega Pro alla Serie B, aritmeticamente vincitrice del girone B con una giornata d’anticipo. È stata decisiva la vittoria di Olbia, insieme al contemporaneo pareggio dell’Entella con la Recanatese (QUI tutti i risultati). Al termine della partita è arrivato il momento dei festeggiamenti, sia a Olbia che a Reggio Emilia. C’è stato il tempo anche per le prime reazioni dei protagonisti, su tutti l’allenatore della Reggiana Aimo Diana, quasi senza parole appena dopo il triplice fischio. Fiume in piena invece dopo circa mezz’ora. Di seguito le sue parole a Telereggio, dove si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa.
È un Diana ancora troppo calato nella tensione della partita quello intervistato negli istanti successivi al triplice fischio. Quelle che arrivano inizialmente sono parole di ringraziamento per il gruppo, autore di una grande impresa. Oltre a una dedica. Per chi? Sé stesso. “È incredibile e ce lo siamo meritati, posso solo dire questo, basta. Festeggiamo adesso. Siamo molto felici, ho poche parole se non ringraziare i ragazzi e tutti quelli che sono con noi. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario nei due anni in cui ci sono stato io. Io il campionato l’ho già vinto l’anno scorso per quanto mi riguarda, solo per un niente non l’ho vinto. L’ho rivinto quest’anno ed è più complicato ancora. A chi lo dedico? A me, solo a me“.
In seguito, di dedica ne arriva un’altra: “Senza i miei collaboratori più stretti quest’anno si poteva fare ben poco, sia per me che per i ragazzi. A volte sono quasi invisibili, sopportano tutto e non li sentite mai. Oltre a me lo dedico anche a loro.” Poi a una domanda sulle ultime due settimane, quelle decisive per la stagione della Reggiana inizia a togliersi qualche sassolino. “Le ultime due settimane? Le abbiamo vissute sempre nello stesso modo. I pensieri i sentimenti e le emozioni sono sempre complicati: si sogna e ci sono degli incubi. Sono sempre le combinazioni che danno le cose. Mai ci aspettavamo che l’Entella potesse pareggiare con la Recanatese, anche perché l’abbiamo fatto noi e siamo diventati degli idioti. Credo che c’è stato poco rispetto per questa squadra quest’anno, molto poco rispetto. Adesso vediamo chi salirà sul carro dei vincitori, qualcuno non c’entrerà, perché verrà cacciato giù, questo è poco ma sicuro”.
C’è spazio anche per parlare di futuro, anche se il pensiero rimane al presente per godersi il grande traguardo appena raggiunto. “Se resterò? Ma che ne so adesso. Adesso è l’ultimo dei miei pensieri e credo anche della gente a casa. L’importante è che rimanga qualche giocatore importante. Gli allenatori vanno e vengono, li si amano, li si odiano, sono sempre delle bandierine. Gli allenatori vanno dove conviene andare, la verità è quella. Se ho un contratto? Pensate che non lo so nemmeno. Valuteremo il da farsi“.
Infine un avviso per un’eventuale permanenza in panchina: “Qua spesso si pensa che tanto retrocederemo l’anno prossimo, ho capito il mood di questo ambiente. Io mi auguro che se dovessi restare io, e questo non lo so, voglio puntare ad andare in Serie A, poi se mi salvo o arrivo a metà classifica va bene”.
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