Un velo di dolce e delicata malinconia avvolge gli occhi e i ricordi al pensiero di ciò che Galuppini e il Renate sono stati. Un amore reciproco. Forte. Sincero. Si sono dati tanto. Sono cresciuti insieme. L’arrivo con Diana. Quel 30% superato alla grande. Giocatore simbolo. Quest’anno la sintonia più profonda. Capocannoniere del girone e terzo posto del Renate. Poi a gennaio l’addio. La chiamata del Sudtirol. Un affare che, alla fine, ha fatto contenti tutti. Anche i più romantici. Il dispiacere c’è, ma il legame è e sarà scritto nella storia. E anche in questo addio, il Renate ha dimostrato di essere… il Renate. Un universo disegnato e fondato sulla progettazione e sull’organizzazione. Una realtà oltre i singoli. Insomma, il Renate.
All’origine più profonda di tutto ci sono loro. Le idee. Ispirano, creano, indicano la via. E da grandi idee nascono grandi progetti. E dai progetti possono venire in essere realtà. Vere. Concrete. Tutto ciò è alla base dell’universo Renate. Un universo nato da una filosofia ben precisa. Organizzazione, progettazione, razionalità. E non potrebbe essere diversamente. La squadra di un paese di poco più di 4mila abitanti divenuta ormai realtà affermata della Serie C.
Parlare di universo significa parlare di equilibrio. Molteplici variabili che coesistono. Corpi molteplici e diversi tra di loro, ma in continuo dialogo. Tutti fondamentali. Se ne viene a mancare uno, l’universo ne ricerca un nuovo, di equilibrio. Ed è per questo che la cessione di Galuppini ha rappresentato, una volta di più, l’etica e i concetti che incarnano il Renate. Il suo addio, per quanto doloroso, ha rappresentato un cambiamento all’interno di un più grande cammino. E al cambiamento si risponde, ancora una volta, con le idee. Nuove soluzioni tecniche e tattiche. Ripartendo dal principio costitutivo e fondamentale: il gruppo.
Il gruppo come concetto di partenza. Un gruppo che ha dovuto assumersi più responsabilità. Senza il giocatore simbolo, capocannoniere della squadra e del girone. Senza quello che spesso si era rivelato il faro da seguire. Ecco che quelle responsabilità sono state distribuite tra tutti i giocatori. La voglia di dimostrare. La volontà di andare avanti. Una pagina da girare. Un nuovo capitolo da scrivere. Lavoro e carattere. Un senso di responsabilità condiviso. Una causa comune da portare avanti. Insieme.
Lo dimostrano i risultati. Lo dimostrano, soprattutto, le prestazioni. Una vittoria all’ultimo minuto contro il Seregno. 4 gol segnati in un tempo, dopo lo svantaggio nella prima frazione contro la Pro Sesto. Un pareggio con il Fiorenzuola. Una sconfitta contro il Sudtirol arrivata allo scadere di una partita giocata alla pari con la capolista. Il Renate di Cevoli c’è e continua a correre. Un Renate che ha messo le ali. Già, le ali. I cambiamenti del mese di gennaio hanno portato anche a una svolta tattica. Gli arrivi di Piscopo, Cicconi, Gavioli. Il passaggio al 4-3-3. I gol di Maistrello, la regia di Ranieri. La presenza di Celeghin e il carisma di capitan Anghileri. Con lo stesso spirito. Con le stesse idee. I nerazzurri continuano a correre.
A cura di Nicolò Franceschin
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