Renate e Foschi: la storia di un entusiasmo ritrovato
Ritornare per ripartire. Ripartire per rinascere.
Quella del Renate e di Luciano Foschi è la storia di un riscatto e, soprattutto, di un ritrovato entusiasmo. Si somigliano il club e l’allenatore.
Nel passato recente, fatto di delusioni e occasioni mancate dopo stagioni importanti. Nel presente, per la voglia e la volontà di dover riprendere un percorso di crescita e riscoprire la sensazione ormai persa di gioia.
Foschi e il Renate si sono guardati, toccati, trovati. Anzi ritrovati, dopo essere già stati insieme nel 2016. Un 2.0 diverso dalla prima volta. E l’inizio è stato tanto sorprendente quanto speciale.
Per descriverla si può iniziare dai numeri. 4 partite, 12 punti, 4 gol segnati e 0 subiti. Tutte vittorie per 1-0. Ah, e un primo posto in classifica. E poi c’è qualcosa che i numeri forse non sanno spiegare. Sono sensazioni ritrovate. Questione di entusiasmo.
Essere Renate
I numeri possono essere un buon punto di partenza per capire un capire o una situazione. Poi, però, serve altro. Serve andare oltre per comprendere ragioni, storia, conseguenze. Per comprendere come un paesino, il secondo più piccolo in Italia della C, è diventato una certezza della categoria. Sì, una certezza. Perché il Renate ormai non è più una semplice sorpresa. 15 anni consecutivi nei professionisti, playoff raggiunti 6 volte negli ultimi 8 anni, tanti giocatori valorizzati.
Il motivo lo si trova nella sua essenza e nelle persone che da tempo ne rappresentano e fanno vivere valori e concetti. Dal presidente Spreafico al Dg Crippa, passando per il ds Magoni e a Foschi, entrambi alla seconda esperienza in nerazzurro, fino al team manager Mariani. Umiltà, progettazione, serietà. Il Renate è guidato da principi precisi su cui si costruisce un’intera realtà. Principi a cui si resta fedeli.
Rinnovamento e continuità
Si resta fedeli, nonostante tutto. Anche in anni di rinnovamenti che sanno di rivoluzioni. Come questo, in cui a cambiare è stata quasi l’intera rosa. Ma Renate è speciale per questo. Per essere in grado di far comprendere il proprio essere a chi arriva. Glielo fa percepire, glielo fa vivere. O risentire, come con Luciano Foschi.
E Luciano Foschi, forse, era la persona che mancava e serviva. Per il suo essere maestro nel dare fiducia ed entusiasmo a un gruppo. Per far sentire fiducia ai suoi uomini anche quando il loro passato sembra indicare direzioni diverse. E lo si è visto. Dopo la stagione deludente della scorsa stagione, il Renate è rinato. Siamo all’inizio, è vero. Ma 4 vittorie consecutive e i zero gol subiti non sono un caso. Un campionato da giocare. Un entusiasmo ritrovato. Finalmente.