“Din-don, din-don, è arrivato Bocalon” risuona ininterrottamente nella città di Trento. Tutti, ma proprio tutti, devono sapere la novità. Non è più una suggestione. E nemmeno un rimpianto di mercato. Riccardo Bocalon al Trento è diventato realtà. Il Doge ha un nuovo trono. Inizia una nuova sfida.
Tra i canali stretti di Venezia inizia la storia di Riccardo Bocalon. Proprio nella sua città comincia a tirare i primi calci al pallone che lo portano prima a Treviso e poi a Milano. Sponda nerazzurra. Con la Primavera cresce, segna e impara. Da chi? Uno su tutti, Jose Mourinho. L’allenatore portoghese lo osserva e lo porta spesso con sè in prima squadra per qualche allenamento. Riccardo ascolta e osserva attentamente. Ciò che lo stupisce è la mentalità: in campo si dà il 100%. Sempre. Una lezione che porterà con sè tutta la carriera. Lui, ragazzo timido e riservato, impara ad essere “cattivo” in campo. Nel senso buono, ovviamente.
Le prime esperienze tra i professionisti non sono molto soddisfacenti. Ma tutto cambia nel gennaio 2013. È ora di fare le valigie, si torna a Venezia. L’aria di casa gli fa bene. Indossare la maglia della sua città è motivo d’orgoglio. E lui lo trasmette tutto in campo. Subito decisivo per i primi sei mesi, si ripete nella stagione successiva realizzando 16 gol. La città riconosce il suo pupillo. Lo coccola, lo esalta e lo protegge. E Riccardo Bocalon ben presto diventa Riccardo Bocagol.
Un soprannome che imparano ad usare tutti. Non solo a Venezia. Da Prato ad Alessandria, la consacrazione definitiva. Una favola vissuta da protagonista. La Coppa Italia 2015-2016. La sua squadra gioca in Serie C ma si fa largo tra i grandi. Un passo alla volta. Una strada tracciata dai gol di Bocalon. Gol al Genoa e doppietta allo Spezia fino alla partita a San Siro contro il Milan, dove la storia si interrompe. Ma nel frattempo, il suo nome è sulla bocca di tutti. Compreso uno che di gol se ne intende: Filippo Inzaghi. Lo chiama e si congratula per quanto fatto finora. Riccardo, emozionato, ringrazia. Una grande soddisfazione.
Arriva poi la chiamata della Salernitana dove rimane per due stagioni. Ma, dopo quattro anni e mezzo dall’ultima volta, ritorna a vestire la maglia della sua città. E come sempre, Riccardo si esprime al massimo. Dopo un anno si trasferisce al Pordenone in prestito per sei mesi. Ma il richiamo di casa è troppo forte e a fine stagione ritorna al Venezia. Vive una stagione altalenante, fatta di alti e bassi dove spesso viene utilizzato dalla panchina. Ma Riccardo non si scompone, sa che per stupire ci vuole calma. Il Doge abbandona il trono e resta in disparte. Ma il suo posto è il campo e il gol, lui, ce l’ha nel sangue. Ed è così che arriva il grande giorno. Il 27 maggio 2021 segna il gol decisivo per la promozione in Serie A con il Venezia. Il suo Venezia. Un gol all’ultimo secondo. Quando tutto sembrava perduto, ci ha pensato lui. Sempre l’ultimo a mollare, come gli ha insegnato Mourinho.
E non vuole mollare nemmeno ora, Riccardo Bocalon. Dopo che il Venezia l’ha messo da parte, ha scelto di rilanciarsi a Trento. Arrivato all’ultimo secondo, proprio come quel gol. Proprio quando non ci sperava più nessuno. Bocalon vuole tornare Bocagol. Riccardo è arrivato e vuole tornare a segnare. Il Doge vuole riprendersi il suo trono. Vuole far tornare a cantare negli stadi quel coro che lo ha sempre accompagnato. I tifosi del Trento si augurano di cantarlo presto. “Din-don, din-don, ha segnato Bocalon.”
A cura di Filippo De Gradi
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