Bastano poche parole per capire tutto. Gentile ma deciso. Riccardo Capogna è così. “Un soprannome non l’ho mai avuto. Quest’anno scherzosamente mi chiamano iena.” Un po’ per gioco, un po’ perché in campo Riccardo dà sempre l’anima. In una parola? “Testardo.” Romano di Roma, cresciuto nella Lazio. Un viaggio che l’ha portato a creare un forte rapporto con la Lombardia. Un passato importante con il Lecco. Il presente a Sesto e le idee sul futuro. La storia di Riccardo Capogna.
Siamo a Roma e il piccolo Riccardo si trova di fronte ad una scelta, obbligata se si parla di calcio. Roma o Lazio? Lui sceglie il biancoceleste. Una trafila nel settore giovanile che lo porta fino alla Primavera. Nel percorso tanti derby giocati e guardati. “Quando giocavo era molto particolare. Essendo nato lì e avendo fatto tutte le giovanili, era una partita molto speciale. Per uno che non è nato a Roma è difficile da spiegare.” Ma il tempo e lo spazio non possono di certo allontanare la passione, anche se solo da tifoso. “E’ sempre un emozione speciale, battere la Roma è sempre bellissimo.”
Torniamo però al calcio giocato. Diverse le esperienze. Un giro per l’Italia con una brevissima parentesi in Svizzera. Una la particolarità, soprattutto per un romano di Roma: “Io sono lombardo d’adozione. Ho sposato una ragazza di Lecco dieci anni fa e abbiamo deciso di stabilirci qui. Abbiamo comprato casa e abbiamo deciso di non spostarci più. La Lombardia è una delle regioni più belle d’Italia.”
“Il primo amore non si scorda mai.” E il primo amore di Riccardo è proprio Lecco. Ma per lui non è stato un colpo di fulmine: “Sono arrivato in Serie D. C’era un po’ di confusione in società e ci siamo salvati all’ultima giornata. Il primo anno non è stato facile perché i tifosi mi hanno preso un po’ di mira. Forse perché ero giovane o magari anche per qualche esultanza un po’ polemica. Non è stato bellissimo, però, te l’ho detto, sono testardo.” Esatto, testardo. E quindi decide di restare. “Il secondo anno abbiamo fatto un campionato importante”. Poi l’addio un po’ turbolento. Anzi, un arrivederci. “E’ stata la cosa forse più bella di tutta la mia carriera. “Un giorno voglio tornare e lasciare il segno”, il pensiero al momento dell’addio. “E alla fine sono riuscito a farlo.”
Prima di tornare a Lecco però lo aspettano due nuove avventure. Due anni a Seregno e poi Gozzano: “La mia svolta. Ho buttato tanti anni prima di Gozzano e forse avrei potuto fare un’altra carriera.” Ma i ricordi restano nitidi e sempre emozionanti: “Sono arrivato lì in Serie D dopo due anni a Seregno così così. Ed è stata un’annata fantastica. E’ una società particolare, è una famiglia. Ti fanno sentire veramente a casa. E poi la squadra era fortissima. E’ stato un anno molto intenso e bello.”
Dopo la vittoria record del campionato, Riccardo ha un sogno da realizzare. E quel sogno diventa finalmente realtà. Torna a Lecco, ma questa volta le cose vanno diversamente. “Ero più maturo sia come calciatore e che come uomo e ho avuto la fortuna di andare a Lecco con l’allenatore con cui avevo vinto a Gozzano. Poi la squadra era molto forte”. A cambiare anche il rapporto con i tifosi: “C’è stata subito la scintilla. Ogni gol era un’emozione speciale. Mi hanno voluto tutti bene. Si era creato questo feeling spettacolare e vincere a Lecco con una tifoseria molto calda è stato bellissimo.”
Seconda vittoria del campionato consecutiva che spalanca le porte del professionismo. Un salto che Riccardo inizialmente ha risentito: “Al primo anno ho fatto molta fatica perché erano tanti anni che non facevo la Serie C e ho fatto fatica sia a livello fisico che di ritmo”. Dopo un primo anno complicato, Riccardo cambia decisamente passo. Nella stagione successiva è il vero trascinatore dei suoi e a fine stagione riceve da Ghirelli il premio per il miglior gol della stagione. Un gol speciale: “Una rete segnata nel derby. Per me, lecchese d’adozione, è stato un doppio premio.” Un gol che lo rappresenta perfettamente: “Un mix di tecnica e di potenza”
Poi a Lecco tornano i problemi e quindi si cambia di nuovo. Riccardo si trova ad indossare i colori che ha sempre amato fin da bambino: “Ho scelto Sesto perché erano tanti anni che il direttore Colombo mi cercava, già dai tempi della Serie D. E’ una società molto seria. Non è facile trovare realtà ambiziose che ti facciano sentire un giocatore importante“. Una decisione di cui è convinto, nonostante la classifica: “So di aver fatto la scelta giusta. Mi trovo benissimo con i compagni. E’ una società seria che, con un po’ di esperienza, negli anni potrà fare grandi cose in Serie C.”
Una stagione fin qui impegnativa con una statistica particolare. 5 gol e altrettanti pareggi. Fino a Trieste, dove è arrivata la svolta. Una doppietta che è valsa i tre punti alla Pro Sesto: “Mi toccherà fare due gol a partita per vincere.” Ci scherza su, Riccardo Capogna. Le idee sono chiare. “In alcune partite siamo stati molto ingenui e ci siamo fatti recuperare a tempo scaduto. Dobbiamo essere più bravi a portare a casa il risultato.“
Un’esperienza che continua a riservare sorprese. Una di queste l’ha portata il mercato di gennaio, con l’arrivo di un attaccante di esperienza come Guido Marilungo: “E’ un ragazzo straordinario. Ha fatto una carriera importante e come me ha vissuto un calcio diverso da quello di adesso. Si è ambientato benissimo. È un giocatore forte e non devo di certo presentarlo io. Non vivo la concorrenza e non l’ho mai vissuta. Anzi, più giocatori forti ci sono in squadra, meglio è. Sono convinto che ci aiuterà per raggiungere l’obiettivo finale.”
A Sesto e con ormai tanta esperienza sulle spalle, Riccardo cerca di mettersi sempre al servizio dei suoi compagni più giovani: “Negli ultimi anni sono cambiato. Prima ero un po’ un bacchettone, poi ho capito che non serve perché il calcio è cambiato anche in quello. Ora il giovane va un po’ coccolato. Cerco sempre di non esagerare con le parole, anzi provo sempre a dare una mano. E, soprattutto, cerco di impegnarmi sempre in allenamento per cercare di essere un esempio positivo.”
Un addio a Lecco che ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Soprattutto perché a Riccardo mancano solo 13 gol per diventare il miglior marcatore dei lecchesi di tutti i tempi. Un ritorno? “Non lo escludo totalmente, perché nella vita può succedere di tutto. Ora, però, sono concentrato sulla Pro Sesto e ho trovato un altro ambiente nel quale sarei davvero grato anche di finire la carriera. Il mio sogno era finirla a Lecco, però è andata com’è andata. Sono stato fortunato a trovare una realtà veramente importante.”
Riccardo vive di calcio. Un amore che non conosce limiti: “Quando ho la possibilità guardo molte partite. Cerco di imparare cose nuove.” Una passione, prima che un lavoro. E cosi vuole che sia anche nel futuro: “Ho fatto il corso da allenatore Uefa B durante il lockdown. E chissà, magari, un domani potrà diventare il mio lavoro. Non è facile, però mi piacerebbe molto. Altrimenti potrei staccarmi completamente e aprire un’attività con mia moglie.” Idee chiare. Sguardo sempre avanti. Zero rimpianti. Per il futuro c’è ancora tempo. Il presente si chiama Pro Sesto e Riccardo non ha nessuna intenzione di smettere. Di segnare e di sognare.
A cura di Filippo De Gradi
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